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ATTUALITÀ

La pizza: un Made in Italy da salvare

di Giulia Canepa

Da sempre considerata simbolo di italianità anche grazie ai suoi colori che ricordano quelli del nostro tricolore, la pizza è diventata l’emblema della cucina italiana nel mondo insieme alla pasta.

La vera pizza italiana dal sapore autentico ha una ‘residenza’ ben precisa: la città di Napoli; da questo splendido scorcio di meridione però la pizza compie numerosissimi viaggi dapprima spostandosi al nord e successivamente, soprattutto in seguito alla caduta del muro di Berlino, anche all’estero portando con sé quell’intramontabile (ed invidiato) gusto tutto italiano.

L’antenato della pizza è senz’altro la tradizionale schiacciata di pane, una sorta di pasta di pane cotta nel forno a legna e che successivamente si evolve arricchendosi dei prodotti portati in Europa da Colombo durante i suoi viaggi, primo fra tutti: il pomodoro.

Ma per la classica pizza come la conosciamo noi oggi bisogna attendere la fine del 1800, la storia infatti narra che proprio in quegli anni si ha l’ufficiale approvazione finale da parte dei reali Re Umberto I e la Regina Margherita, infatti fu proprio la Regina ad apprezzare il lavoro del pizzaiolo Raffaele Esposito con la sua pizza pomodoro, mozzarella e basilico alla quale fu messo, non a caso, il nome di Pizza Margherita in onore del sovrano che, con i suoi colori, rappresentava e rappresenta tutt’oggi un tributo al Bel Paese.

Insomma la pizza ha girato sì il mondo, però è nata qui in Italia, è nata dall’arguzia e dalla maestria dei nostri uomini, e si è evoluta grazie alla fantasia dei nostri pizzaioli, è un prodotto il cui ‘Made in Italy’ andrebbe conservato gelosamente, l’italian sounding ovvero la falsificazione dei prodotti italiani si sta diffondendo sempre di più a macchia d’olio e questo produce un congruo danno alla nostra economia e al nostro prestigio.

La pizza italiana è un’arte che ben rappresenta lo spirito, il gusto e l’abilità italiana e come tale deve assolutamente essere conservato, ci rappresenta nel mondo ed è il prodotto gastronomico più diffuso e conosciuto che piace a grandi e piccini.

Io e molti altri italiani abbiamo firmato una petizione per la candidatura dell’arte dei pizzaioli come patrimonio dell’Umanità e sono molto felice di comunicare che la commissione di valutazione nazionale dell’Unesco ha confermato la candidatura italiana per l’iscrizione dell’Arte dei pizzaioli napoletani nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Un piatto unico al mondo buono da vivere e buono da mangiare, una tradizione culinaria secolare che oggi più che mai rappresenta il vero simbolo del nostro meraviglioso Paese. Dobbiamo proteggere, custodire e portare avanti ciò che ha fatto dell’Italia una nazione così ricca: dall’arte, alla cultura, ai suoi paesaggi e alla sua storia e di certo anche alle sue pregiatissime tradizioni gastronomiche di cui ancora oggi dobbiamo andare molto fieri, ammirando questo splendido ‘stivale’ così ben adagiato sul nostro prezioso Mediterraneo.

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