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ECONOMIA

Liguria regina della blue economy: dal mare il 9% del prodotto lordo regionale

Quasi 200 mila imprese che incidono per il 3% sull’economia nazionale, producendo un valore aggiunto da 44,4 miliardi di euro. Tanto vale la blue economy in Italia, fotografata nel VI Rapporto sull’Economia del Mare presentato a Gaeta in occasione della terza Giornata nazionale sulla risorsa mare, organizzata dalla Camera di commercio di Latina, in collaborazione con Unioncamere nazionale.

Dal Rapporto emerge, inoltre, che se si considera anche il valore aggiunto “attivato”, stimato circa 81 miliardi di euro, l’incidenza sul totale del sistema produttivo è pari all’8,4%. Ogni euro prodotto dalla blue economy, in sostanza, ne attiva altri 1,8 sul resto dell’economia, grazie all’indotto. Ed è soprattutto nel comparto della cantieristica, grazie ai numeri dell’export, che questo si verifica in modo più significativo.

Dal Rapporto, realizzato con il contributo tecnico-scientifico di Si.Camera, emerge un tessuto imprenditoriale in crescita, con un incremento di circa 14 mila aziende negli ultimi 5 anni (+7,8%). Una forza lavoro che conta nella blue economy oltre 800 mila occupati, pari al 3,5% dell’occupazione complessiva nazionale. Nella filiera mare spicca il turismo marino, che tra i servizi di alloggio e ristorazione più le attività sportive e ricreative, coinvolge oltre 110 mila imprese, circa il 58% del totale della blue economy. Al secondo posto la filiera ittica, che include 34 mila realtà imprenditoriali (17,8%), seguita dalla cantieristica con 27 mila imprese, pari al 14,3% del totale.

Il territorio a più alto tasso di blue economy si conferma la Liguria, dove l’incidenza sul totale dell’economia regionale è del 9,1%, quindi la Sardegna con il 5,7%. Sul podio anche il Lazio, con il 5,3%. L’export della cantieristica e quello del settore ittico, nel suo insieme, ha toccato in Italia nel 2016 quota 5 miliardi di euro, espandendosi di quasi un miliardo e mezzo nel giro di un solo anno.

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