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Loano inaugura il monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra

E’ stato inaugurato, alla presenza del primo cittadino Luigi Pignocca, dei sindaci del comprensorio, del presidente della provincia Pierangelo Olivieri, del consigliere regionale Angelo Vaccarezza, di Sua Eccellenza il Prefetto Antonio Cananà, dei rappresentanti delle associazioni del territorio e di numerosi cittadini, il monumento dedicato ai caduti loanesi della Prima Guerra Mondiale.

“Ringrazio e saluto tutti i presenti e voglio dire che per me è un onore inaugurare questo monumento”, ha dichiarato, soddisfatto, il sindaco di Loano Luigi Pignocca, “e gli alpini hanno avuto un ruolo importante nella sua realizzazione. Viene naturale pensare al significato della rimembranza che non è solo memoria ma anche ricordo dell’atto perchè queste persone hanno dato per la libertà e per il sogno dell’Italia dell’800 la loro vita. Rimembrare ci pone di fronte alla scelta e nel lontano 1922 l’allora sottosegretario Dario Lupi volle onorare la memoria e la scelta comune per i viali della rimembranza da un’idea canadese mettendo sotto ad un albero un ricordo di ogni caduto e ricordo il Viale di Loano con sbarrette di ferro tricolore con il nome di ogni soldato che negli anni sono andate perse ed alcune buttate nel fiume. Coloro che passeranno davanti a questo monumento ricorderanno i 41 caduti loanesi nella Grande Guerra che portò via dall’Italia 650.000 persone e proprio questa guerra portò per la prima volta gli italiani tutti insieme perchè molti parlavano solamente dialetto e nelle trincee si ritrovarono a combattere per un’idea comune. L’opera inaugurata oggi ha in sè ricordi precisi come il Monte Carmo che ci protegge così come il ricordo dei nomi e la colonna mozzata con i nostri colori serve da ricordo e monito per tutti coloro che passano e magari qualcuno spiega ai bambini che ci sono stati giovani che sono morti per la patria. Condivido l’idea di mettere il giorno del 4 novembre come festa nazionale anche perchè così renderemo onore a tutti i caduti”.

Parole simili da parte del presidente della provincia Pierangelo Olivieri :”Saluto tutti e voglio dire che per me è un vero onore e piacere ricoprire questo ruolo. Faccio mie le parole del sindaco Pignocca e sono convinto che eventi di questo genere siano molto importanti per la collettività. Questi ragazzi loanesi hanno dato la loro vita per la nostra patria e il 4 novembre porta con sè valori importanti. Anche se sono passati ormai 100 anni da questi fatti i valori della rimembranza sono da fare nostri ed è nostro dovere ricordare perchè la rimembranza vuol dire appunto ricordo. La speranza è quella che questi fatti non si ripetano ed è importante avere in sè il ricordo di questi soldati ed i loro valori. Dobbiamo avere la gioia per i valori che le nostre comunità hanno e di cui essere orgogliosi e voglio dire un grande grazie a tutti coloro che ci proteggono”.

“Sono molto contento di essere qui”, sottolinea il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, “e ringrazio il sindaco perchè ha dato alla città un momento di ricordo. Ringrazio anche gli alpini per il lavoro legato a questo monumento e la ricerca dei luoghi in cui questi soldati sono caduti. Loano vuole ricordare perchè vi sono luoghi dedicati ai nostri militari morti per la libertà : la passeggiata intitolata a Giuseppe Garassino Garbarino caduto a Pola l’11 febbraio del 1917, i giardini dedicati ai caduti di Nassiriya e a tal senso voglio ringraziare il presidente Olivieri per aver intitolato la sala Nervi del Palazzo della Provincia a loro a dimostrazione dell’impegno contemporaneo delle nostre forze armate ed i Giardini Benedetto XV, il Papa che definì la Grande Guerra un’inutile strage. Ai giovani dobbiamo raccontare questi fatti perchè i valori devono essere raccontati per non essere persi e certe volte le istituzioni sono un pò confuse perchè a Genova è stata dedicata una stele a Carlo Giuliani e sono convinto che i monumenti devono essere dedicati agli eroi e non a coloro che hanno compiuto un reato. Mio figlio è nato nel 1999 in un mondo libero perchè ha ricevuto ciò grazie al sacrificio di giovani nati 100 anni prima di lui, i ragazzi del 99. I giovani hanno bisogno di sapere che nel nostro paese ci sono esempi importanti come, ad esempio, Maria Bergamas, la madre del Milite Ignoto. Il figlio di Maria venne chiamato a combattere nell’esercito austro-ungarico perchè abitante a Trieste, allora parte dell’Impero Asburgico, ma disertò e andò come volontario nell’esercito italiano, morì nel conflitto ed il corpo non venne mai ritrovato. Il 25 ottobre 1921 ad Aquileia furono presenti 11 bare di soldati ignoti provenienti da tutti i fronti e lei scelse la decima che divenne il Milite Ignoto che viaggiò per tutto il paese ed il 4 novembre di quell’anno arrivò all’Altare della Patria e divenne il simbolo a cui tutti possono guardare. Gli uomini partirono divisi ed in trincea formarono la coscienza di popolo ed in tal senso mi piace ricordare Carlo Pisacane che partì con il vapore Cagliari per il tentativo di Ponza che finì male e scrisse Che trovi il mondo un’altra nazione come l’Italia che ha uomini e donne pronti a dare la vita per lei anche se lei non è ancora e anche se lei non è schiava. I nostri confini sono difesi dalle divise e se pensiamo che molti giovani sono morti per la nostra libertà oggi certi valori non sarebbero tema di discussione. Dobbiamo sapere chi siamo e facciamo grande il mondo perchè sappiamo bene chi siamo e quei ragazzi ci hanno permesso di avere un’identità”.

“Ringrazio per l’invito e voglio dire che se anche sono passati cento anni dalla fine della Grande Guerra il ricordo è sempre vivo. In quegli anni vi fu un’ecatombe di soldati e civili ed i militari si dimostrarono straordinari come le loro donne a casa e nelle fabbriche. Il ricordo è importante perchè la guerra è parte integrante della nostra memoria collettiva e vi è un forte bisogno di dedicare un monumento del genere ai nostri caduti. L’iniziativa è nobile e di pace e mi piace molto vedere come la comunità valorizza i suoi eroi donando loro riconoscenza e gratitudine. Il monumento è segno di una collettività consapevole e trasmette un messaggio importante per i giovani perchè così facendo si dimostra di conoscere la guerra, i suoi orrori, i suoi eroismi e onorando i caduti ma non volendo un altro conflitto. Il monito è forte e questa giornata è un inno alla pace e l’iniziativa mi piace molto”, conclude Sua Eccellenza il Prefetto Antonio Cananà.

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