Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀCULTURAREGIONE

Presentati gli eventi per i 50 anni del CEIS

Grande successo per la presentazione del Convegno celebrativo dei 50 anni di presenza del Centro di Solidarietà a Genova; una lunga storia, nata nel 1974 per intuizione di Bianca Costa, che ha contrassegnato nel bene la vita della città ricordando che contrasto e prevenzione delle dipendenze, accoglienza dei migranti, reinserimento dei detenuti, inserimento lavorativo, sono solo alcuni degli ambiti di intervento del CEIS. In questa ricorrenza così importante, il Centro di Solidarietà vuole estendere il più possibile la riflessione  umana, professionale e di prospettiva sul contesto attuale delle dipendenze e del grande dramma sociale dell’immigrazione e dell’accoglienza; per questo, nei mesi di marzo, aprile e maggio il CEIS proporrà 4 workshop guidati da esperti che parleranno di dipendenze e cura, di prevenzione, di accoglienza e di economia civile. I frutti di questi laboratori saranno restituiti alla città nell’ambito del Convegno, lunedì 6 maggio a Palazzo Ducale, “Costruire il mondo nuovo: solidarietà, accoglienza e innovazione sociale”; nel corso del convegno, gli interventi di esperti nazionali e internazionali offriranno una visione completa dei temi affrontati nel 4 workshop, coinvolgendo anche i rappresentanti delle istituzioni territoriali per delineare future strategie di gestione delle principali criticità emerse. Tutto ciò non solo un momento celebrativo di quanto si è fatto in questi 50 anni, ma uno slancio nell’impegno civile e gestionale a livello locale.

“Ringrazio i presenti e porto i saluti del presidente Toti”, dichiara l’assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola, “dicendo che 50 anni è un traguardo importante che sancisce la maturità della struttura che resiste ai cambiamenti e si adatta ad un mondo sociale che si evolve. Il metodo e l’idea creati dalla fondatrice sono buoni e visito il centro di Trasta restandone colpito; non si vive una condizione sanitaria e gli ospiti non si sentono malati. Questa è una comunità aperta e come in una famiglia ci si prende cura di chi ha problemi; gli ospiti sono indispensabili per il confronto e i “veterani” sono parte attiva nel trattamento dei “nuovi”. L’evento che si terrà a maggio è importante e accende i riflettori sui problemi giovanili legati alla cosiddetta doppia diagnosi con disturbi psichici e dipendenze; queste persone sono difficilmente collocabili ed hanno bisogno di una componente familiare necessitando del calore della comunità. La realtà in questione è necessaria per la città e gli ospiti vengono accolti bene con una modalità di lavoro solida; a maggio si parlerà di futuro ricordando che il centro ha saputo stare al passo con i tempi. Tutto ciò è strategico per la regione e bisogna continuare così”.

Stessa soddisfazione da parte di Giacomo Giampedrone, assessore regionale alle politiche sociali :”Questa è una realtà che lavora per dare risposte alle persone e la risposta politica è, per forza di cose, diversa; 50 anni devono significare un riconoscimento dalle istituzioni e vi è bisogno di ampliare le competenze ma la pubblica amministrazione deve dire grazie. I finanziamenti diventano secondari rispetto a cosa si fa ed occorre sostenere in ogni modo azioni che danno risposte; sono stati attuati diversi progetti come la linea vasi comunicanti destinata alle misure detentive, il maggiordomo di quartiere, misura strutturale della regione che intercetta i bisogni dei soggetti fragili e l’agricoltura sociale che può diventare un’occasione per imparare un mestiere. Se tutto ciò viene percepito correttamente si ha un grande ritorno e l’accoglienza è un segno di civiltà; l’evento del 6 maggio vedrà la presenza di esperti del settore e sarà un’occasione di confronto per capire come migliorarsi. Il CEIS deve continuare così collaborando con le istituzioni ma è altrettanto fondamentale creare una società accogliente che risponde ai bisogni; realizzare un mondo nuovo è difficile ma occorre farlo con l’aiuto degli esperti e del piano sociale regionale”.

“Vivo il percorso del centro con la città ed è bello che una donna abbia fatto così tanto per la comunità”, prosegue Lorenza Rosso, assessore ai servizi sociali del comune di Genova, “ma è fondamentale capire con chi lavorare per farlo diventare un percorso dedicato alle persone con fragilità. Ringrazio Enrico Costa per cosa fa ed è necessario intervenire nel modo corretto; occorre operare con le istituzioni impegnandosi su tanti settori. Quello dei minori stranieri non accompagnati è un fenomeno importante e vi è assoluta necessità di fare qualcosa per l’inclusione lavorando con le associazioni sportive; la cosa più urgente è capire come inserire queste persone nella comunità. Il lavoro, la formazione e l’autonomia sono importanti ma dobbiamo comprendere i bisogni e le fragilità; collaboriamo con il CEIS per la prevenzione e l’integrazione aiutando chi è in difficoltà”.

“Mia madre Bianca ha creato una realtà importante e ringrazio le istituzioni che hanno “adottato” il CEIS; rivolgo un sincero grazie alla regione, al comune di Genova e a Sua Eccellenza il Prefetto Cinzia Torraco. Bianca era donna e madre e noi figli portiamo avanti i suoi insegnamenti interpretando i nuovi bisogni; per lei il senso di comunità era importante e la pubblica amministrazione crea una realtà che mette a nudo le richieste di aiuto. La salute è un bene comune ed i disagi dei più giovani non devono essere sottovalutati; in carcere i disagi aumentano ed occorre realizzare progetti innovativi e comunità terapeutiche dentro gli istituti di pena. Genova ha creato una risposta sociale a problemi individuali e tutto è partito da un’intuizione di mia madre notando che cinquant’anni fa la dipendenza più diffusa era la droga diventata fenomeno sociale; il suo messaggio è vivo ancora oggi anche se le dipendenze sono cambiate ed alcuni problemi sociali come il gioco d’azzardo e l’alcol, cose di per sè legali, possono diventare dipendenze se prevalgono sulle persone. La comunità deve occuparsi del disagio e la salute è un bene trasversale; a causa dell’isolamento derivante dalla pandemia la solitudine e le fragilità sono aumentate e vi è quindi bisogno di rafforzare le persone per affrontare i problemi”, conclude Enrico Costa, Presidente del CEIS.

 

Per informazioni sul CEIS e sull’evento del 6 maggio : www.ceisge.org/50-anniversario/

Rispondi