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ATTUALITÀ

Ristoratori…decrescete!

Se una persona decide di non andare a sedersi più al ristorante bisogna aiutare l’imprenditore a fare un’altra attività”  è la frase che più spicca, tra le dichiarazioni che ieri sono rimbalzate dai media alle associazioni di categoria, della vice ministro all’economia Laura Castelli, esponente del Movimento Cinque Stelle; magari in tutto il contesto del suo discorso non sarebbe, forse, nemmeno un’affermazione così grave come tanti l’hanno fatto figurare, ma che si tratti di una considerazione poco opportuna e non giusta è fuori discussione; dicendo questo Laura Castelli, in pieno spirito “vetero-grillino”, incline alla teoria – su cui dubitare è d’obbligo – della “decrescita felice”, offende l’intero settore della ristorazione e sminuisce il valore della cultura gastronomica e della proposta della cucina italiana oggi rappresentata da tanti illustri “chef” e fra le voci più significative di un’economia in trasformazione. Dopo il periodo del “contenimento”, quando bar e ristoranti hanno dovuto tenere chiuso e sparire quasi dalla  veduta comune, ripagare la travagliata ripresa che si profila con un simile invito-auspicio, pur sottolineando che occorre porgere un aiuto, equivale a rispondere “ebbene, mangino le brioches”, come le parole che si vorrebbe avesse profferito la regina Maria Antonietta di Francia – e sicuramente è una diceria non vera – quando le riferirono che il popolo non aveva pane!

L’ Assessore Regionale al turismo ed al lavoro, Gianni Berrino ha così commentato le parole della vice-ministro:

“Dopo aver sentito le dichiarazioni del viceministro Castelli e aver parlato con diversi ristoratori non posso che dissentire profondamente con il tono e i contenuto delle sue dichiarazioni. I ristoratori, come molte altre categorie del turismo, devono essere aiutati a fare il loro lavoro, a fare quello che hanno fatto per generazioni e a preservare i loro investimenti e il frutto del loro impegno. L’Italia vive sull’enogastronomia e sulla ristorazione: forse sarebbe opportuno che cambiasse lavoro il viceministro e non i tanti lavoratori seri del mondo della ristorazione che contribuiscono a fare grande la nostra Italia”.

 

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