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SANDRA CHIAPPORI…IL FASCINO DELL’ACQUERELLO E OLTRE

E’ appena terminata, il 18 agosto scorso, a Sassello, presso lo spazio espositivo di Villa Scassi,un’interessante esposizione di Sandra Chiappori, su cui è d’obbligo soffermarsi.

Sandra Chiappori, genovese, architetto, ha deciso, proprio quest’anno, così ci rivela, di rispolverare la passione, risalente all’età più verde, per il disegno e per la pittura, quella passione incontenibile e quell’amore di mettere mano alla matita od al pennello, che l’aveva indotta, prima dell’Università, a frequentare il Liceo Artistico Barabino di Genova, di cui, ci fa comprendere, è rimasta una strenua sostenitrice. Il “ritorno al disegno”, per l’architetto Chiappori, è stato il fluire di una serie di acquerelli attraverso i quali, in pochi mesi, come afferma lei stessa scherzosamente, ha percorso l’itinerario di un percorso artistico che, iniziato da certe premesse, è evoluto verso risultati sorprendenti. Sandra inizia con i fiori, con la freschezza dell’immagine immediata che, nel motivo floreale e con la leggerezza dell’acquerello è di per sé appagante e invitante ad una contemplazione rilassata, come messo in rilievo dalle famose parole di Matisse: “Quel che sogno è un’arte fatta di equilibrio, purezza e tranquillità, senza oggetti minacciosi o angoscianti; un’arte che sia per chiunque lavori col cervello, ad esempio l’uomo d’affari o il letterato, un lenitivo, un calmante della mente, qualcosa di simile a una buona poltrona su cui riposare dalle fatiche fisiche“.

E come tale attestazione personale sembrerebbe esprimere solo in parte l’essenza del messaggio del “fauve” Matisse, anche per Sandra, viene il momento in cui l’approccio artistico è più problematico e impegnativo. L’amore per la natura è, verosimilmente, una fonte di ispirazione, per Sandra, ma poi i colori tratti dalla natura, e poi ancora, propriamente i colori, prevalgono sulla raffigurazione ed i suoi vasi di fiori diventano allusioni cromatiche, evocazioni di petali e di foglie, riflessi guizzanti di forme di mazzi floreali, in cui è il colore a dominare…sempre con una tecnica dell’acquerello usata in modo magistrale e con una lievità ammaliante! Poi, conseguentemente, nel veloce “cammino formativo” che ha compiuto, l’artista non può rimanere insensibile al paesaggio e, soprattutto, non può rinunciare ad un modo personale di vederlo e di renderlo. Siamo allora al momento creativo più intenso, in cui realtà e fantasia si stemperano l’una nell’altra, in cui la visione dell’esterno diventa una base, od un pretesto, per esprimere una veduta interiore, un sentire soggettivo che attinge all’ Impressione più che alla Realtà e siamo ad alcuni paesaggi, veramente straordinari, che Sandra ci propone. Due vedute di colline immaginarie, per quanto vi si possano ravvisare dei richiami alle Langhe o, più probabilmente, alle alture intorno a Sassello che l’autrice ha, quotidianamente, a portata di sguardo, ma proiettate e stemperate in un giallo sul quale forme di campi o di vegetazione sono impressi nelle tonalità del blu: un paesaggio della mente, una percezione filtrata da una predilezione ottica: forse un’allusione alla luce, al sole, che mutano il risalto dei colori della campagna…

Sandra presenta, in un altro lavoro, uno scorcio sassellese a lei abituale: la collina di San Giovanni; il paesaggio vi è trasfigurato, trasformato per essere di contesto ad un fantastico cielo, a sua volta contesto di nuvole imponenti che dominano la scena; un ricordo di Segantini potrebbe esservi colto, con quella nuvola che richiama un po’ l’analoga che si osserva in una delle immagini del “Trittico” e Sandra non lo esclude! Ancora vedute dei dintorni di Sassello erano presenti nella rassegna, sempre filtrate alla lente di uno sguardo d’artista attento al particolare, all’angolazione evocativa, all’effetto dei colori e della luce che, nell’acquerello, quando utilizzato per immagini di forte espressività. sembra assume una particolare, esclusiva brillantezza. Una scena , innevata, con girasoli “fuori stagione” che facevano capolino, che rammentava di nuovo un paesaggio di Langa, ed una aerea e rarefatta veduta lacustre, rievocazione forse di un’immagine sedimentata nella mente, come diceva l’autrice, completavano la vena paesaggistica di Sandra Chiappori, che ci piace accostare, oltre a quanto sopra evidenziato, alle vedute di panorama di due pittori americani: Yarnall Abbott (1870 -1938) e Vance Kirkland (1904 – 1981), per la vividezza, l’immersione nel cromatismo, la “lucida visionarietà”!

Così L’architetto Chiappori ci dimostra come partendo da una classico, riposante vaso di fiori, l’acquerello ci può condurre a visitare inaspettati luoghi dell’arte!

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