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Savona – Costa Crociere: vero amore?

costa crociere

Costa Crociere ha celebrato ieri i settant’anni di attività, con uno sguardo di attenzione verso Genova, la città dove il ramo Costa passeggeri è stata fondato;  e lo scivolo ad acqua di settanta metri, che ha trasformato via XX Settembre in un parco acquatico, insieme con tutte la altre attrazioni che hanno animato le vie del capoluogo, ha testimoniato di una partecipazione cittadina sentita, per quello che è stato e che è divenuto uno dei cardini della marina commerciale italiana. Settant’anni fa, Angelo Costa (1901-1976), una figura ormai mitica dell’ imprenditoria genovese, ebbe l’idea di affiancare all’ eminente attività di trasporto merci, sino ad allora svolta dalla compagnia di navigazione Costa, le corse e le crociere passeggeri, ed il successo continua!   Per il suo settantesimo anniversario Costa si chiede cosa ancora può fare per la sua città e nutre la giusta aspirazione di poter vedere qualche sua nave attraccata nel porto storico, giusto anche per contrastare un po’ i concorrenti di MSC! Pertanto Savona non deve pensare che l’idillio con Costa sia finito e nutrire gelosie poco fondate! E non è neppure il caso che i savonesi scomodino, almeno su questo, la responsabilità dell’Autorità di Sistema Portuale, dalla quale ci si dovrebbero invece attendere risposte a interrogativi più rilevanti per il territorio.

Da quando gli enti portuali hanno cessato di andare a cercare traffici per il mondo e sono stati trasformati in “authority” di indirizzo, programmazione e coordinamento, sono state le merci (ed i passeggeri) a scegliere i porti di destinazione, sulla base delle convenienze di ognuno. Così prima Corsica Ferries poi Costa Crociere si sono spostate da Genova a Vado Ligure e Savona, indirizzando navi e investimenti. A Savona è stato realizzato un primo palacrociere, poi un secondo ed ora è in corso un intervento per dragare altri due metri di fondale in modo da poter accogliere le nuove giganti Costa da 180 mila tonnellate e 6 mila passeggeri.Non sono vere prove d’amore queste? Che se non fosse corrisposto non pretenderebbe “prove” così importanti!

Ma poiché, nonostante tutto, esiste pur sempre un limite alla capacità ricettiva di un terminal, appare ovvio che il porto di Savona è impossibilitato ad accogliere nell’home port di Calata delle Vele tutti gli scali delle navi impegnate nelle crociere del Mediterraneo Occidentale. Se l’eccesso di domanda – auspicabile perché indicherebbe una continua espansione del business turistico – trovasse una soluzione condivisa tra Genova e Savona, sarebbe tanto di guadagnato l’intera nostra regione che ha assoluta necessità  di trovare solidi ancoraggi per la propria economia.

Costa Crociere ha incontrato a Savona un sentimento favorevole che, tra varie quanto prevedibili difficoltà, si è cercato di trasformare in un sistema di accoglienza efficace a costi che, evidentemente, sono stati valutati dalla Compagnia, nell’arco di oltre vent’anni, più che sostenibili. E sarebbe proprio sull’accoglienza che l’Autorità di Sistema dovrebbe intervenire per un continuo miglioramento di ssa. Nel tempo si sono costituite nuove imprese a ciò dedicate ed altre hanno fondato proprio sul movimento croceristico la crescita del volume d’affari e così via. Questo è il patrimonio da salvaguardare e al momento non si vede proprio perché Costa Crociere dovrebbe mettere in discussione le scelte di allora.

Resta da spiegare perché il malumore e la diffidenza dei savonesi hanno subito trovato come bersaglio l’Autorità unica. In effetti, risolti i problemi di coesistenza interna, ci si sarebbe attesa, dalla dirigenza genovese, una maggiore attenzione e anche una maggiore presenza nella parte occidentale del “sistema”. Sarà che i problemi genovesi sono infinitamente più intricati, sarà che viaggiare tra Genova e Vado Ligure pare ogni giorno un’avventura, sarà che si ha una percezione remote ed inospitale della nuova sede della “direzione di scalo” savonese ma , se tutto ciò è vero, nel momento in cui l’unico grande sviluppo in corso è a Vado Ligure, ci si potrebbe attendere un ben diverso “pressing” a livello locale almeno sulle opere definite di contorno ma pur sempre indispensabili. Ad esempio chiedere una maggiore attenzione al progetto dello svincolo autostradale di Bossarino o, in attesa , sui lavori urgenti da eseguire lungo la strada di scorrimento verso gli svincoli di Savona e, ancora, sulle iniziative per le soste degli autotreni. Altrimenti, dando per scontato che le istituzioni locali non hanno la forza necessaria a gestire l’imponente operazione di Apm Terminals, finirà che saranno gli stessi terminalisti a dettare l’agenda al territorio, sia durante sia dopo la costruzione.

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