E’ stato presentato, presso la sala rossa del comune di Savona, l’ultimo libro del professor Giorgio Cugnod dal titolo “Un alpino nella storia. Il Generale Giovanni Battista Piovano”
“Ringrazio i presenti e voglio dire che lo scrittore è direttore della biblioteca parrocchiale di Briaglia, paese sopra Vicoforte Mondovì”, ha dichiarato Silvia Bottaro, “e letture di questo genere sono molto importanti per i giovani perchè permettono loro di tornare a ritrovare sè stessi. Il Ministero per il Beni Culturali ha indetto concorsi per la lettura cartacea per le biblioteche ed i giovani e questo libro è dedicato alle gesta umane e militari di Piovano è un libro di storia”.
Stessa soddisfazione da parte dell’autore :”Sono qui grazie all’associazione Aiolfi e a quelli che pensano perchè ho scritto un libro di questo genere rispondo loro che questo volume mi è stato chiesto dagli alpini di Vicoforte perchè volevano intotolare una strada o una piazza a Piovano e suo figlio mi ha raccontato che era reduce di Russia. Ho controllato tutti i documenti ed ho scoperto che Piovano, mentre studiava, ricevette come molti ragazzi dell’epoca la cartolina precetto e perciò non riuscì a laurearsi. Giovanni Battista combattè in Francia, Grecia, Albania e Russia e proprio qui venne ferito e fatto prigioniero. In prigionia incontrò Catanoso di Pieve di Teco e altri soldati con i quali nacque una forte amicizia. Il 13 luglio 1946, a guerra finita, Piovano inziò a ricevere lettere di persone che avevano un loro parente disperso in Russia e queste lettere sono attualmente presso il comune di Ceva e sarebbe mio desiderio rintracciare i discendenti per la loro pubblicazione. Nel 1956 fece domanda per tornare sotto le armi, questa venne accettata e lui proseguì la sua carriera fino al gennaio 1974 quando prese congedo dagli alpini e qui iniziò il suo volontariato. Nel febbraio del 1983 venne eletto nel direttivo ANA di Mondovì e morì nel dicembre dello stesso anno. Vicoforte era il centro mandamento di 12 comuni e sono convinto che Piovano tornò nell’esercito perchè qui trovò molta umanità e superò il trauma della prigionia anche se la visse come tutti gli altri. Lui, anche se rigido, era molto umano e questo spiega, secondo me, perchè ricevette circa 80 lettere dalle famiglie che avevano un loro parente disperso. La riforma del 1975 eliminò certi battaglioni degli alpini e dal 1 ottobre di quell’anno il reclutamento delle penne nere divenne nazionale invece che regionale e questa riforma ebbe fine nel 1997. Il battaglione Pieve di Teco andò come truppa d’occupazione in Libia e venne ricostituito completamente per la Russia così come il battaglione Mondovì. La tradizione vuole che un alpino che muore va nel paradiso di Cantore e spero che il raggruppamento che ci sarà a Savona il prossimo anno sia un momento di allegria ma anche di riflessione. La memoria è importante perchè non dobbiamo mai dimenticare il sacrificio di coloro che hanno dato la vita per la nostra libertà. Gli alpini sono le radici del nostro Stato e delle nostre montagne ed è molto importante andare in Europa con le nostre radici ed il nostro passato. Gli alpini oggi sono presenti in missioni di pace in 35 stati e mi piace il battaglione, comandato dall’Italia nel quale sono presenti alpini italiani per il 70% e alpini francesi per il restante 30%. Piovano ha giurato fedeltà al re ed al Duce e successivamente alla Repubblica e l’articolo della nostra Costituzione, in vigore dal 1 gennaio 1948, nell’articolo 52 votato all’unanimità dall’Assemblea Costituente dice che ognuno ha il dovere di difendere la patria”.
“Oggi è molto importante conoscere il nostro passato e mi piace molto l’idea di un servizio civile strutturato con regole militari anche perchè credo sia molto utile per integrare al meglio gli immigrati ed i loro figli”, conclude Cugnod.