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Sotto l’ombra rossoblù Della prima Coppa Italia – La vittoria del “buon senso”

Dopo la straripante vittoria contro la Fezzanese ( un tre a zero che avrebbe potuto anche essere più rotondo se l’arbitro Angiolari non avesse sorvolato su 2 rigori di cui uno nettissimo e se sotto porta ci fosse stata più precisione e cattiveria)  ho assistito allo scatenarsi di una serie interminabile di ragioni a cui ancorare un successo definito inevitabilmente “scacciacrisi”.Una saga dell’ovvio quella si è andata sperticando nel post gara. Nutritissima la rappresentanza del : ” Avete visto, è bastato che intervenisse il Presidente minacciando provvedimenti e tagli (in realtà due e clamorosi sono già stati fatti nel dopo Seravezza a riguardo del ds Aurelio e del collaboratore tecnico Puggioni) la squadra ha tirato fuori grinta, rabbia e determinazione”. Altri si sono allenati nel trovare termini roboanti quali “riscossa”, “resurrezione”, “cambio di passo”.Per quelli come me, meno istintivi ed immanenti, ma più razionali e meditativi (mi verrebbe da dire in una parla “competenti” in materia) si è trattato semplicemente della vittoria del buon senso, vale a dire di quella capacità, indispensabile nello sport come nella vita, di saper giudicare con equilibrio e ragionevolezza una situazione, comprendendo le necessità pratiche che essa comporta. In questo caso lo staff preposto con in testa il mister Luca Tarabotto ben coadiuvato dai team assistants Iovine e Battiston ha fatto prevalere la ragionevolezza sulle tante giustificazioni arrampicate e suggestive che hanno legittimato ogni precedente insuccesso. A partire dalla scelta di un modulo azzeccato, un solido 4 – 4 – 2 che ha dato finalmente compattezza ed equilibrio e che strategicamente ha messo in difficoltà il propositivo 4-3 -3 degli spezzini. Creando, attraverso il giro palla da dietro, superiorità sugli esterni bassi specie a destra sul brillante Dagnino (visto che a sinistra il giovanissimo Alberto doveva occuparsi di un cliente scomodo quale Addiego Mobilio, praticamente annullato) la manovra ha avuto sempre la giusta fluidità e quando è occorso sviluppare il non possesso i due mediani Gallo (superlativo) e Tomasini ( credo lo si sia ampiamente sottovalutato sino ad adesso) hanno potuto giovarsi delle distanze ideali per sciorinare interdizione e rilancio in verticale. Per non dire delle due accoppiate fondamentali. Quella difensiva composta dai centrali di ruolo Scannapieco e Castaldo (solida e pratica) e quella offensiva con i ritrovati ( non per me che seguendo i campionati e non limitandomi ad etichettare come finiti attaccanti che il gol ce l’hanno dentro ne conosco il valore effettivo)  Alessi e Piacentini andati entrambi in rete. Tutto qui. Se sei ben messo in campo, se interpreti bene le consegne, se sei diligente e attento, ci sta che vinci, come è stato.Purtroppo nonostante l’eccellente prestazione l’inaspettata vittoria della Lavagnese sul Chieri fa sì che il Vado resti resti relegato all’ultimo posto in classifica.Ma l’iniezione di fiducia nei propri mezzi scaturita da questa limpida affermazione porta ad affrontare i prossimi impegni con meno patemi. Certo che i verdi di Sabatini sono apparsi in netta flessione per non dire in picchiata ( zero punti e 9 siluri presi nelle ultime due) e pertanto si sono posti come un avversario abbordabile (la strada tra l’altro è stata spianata al 3′ da un pasticcio rocambolesco). A partire da Caronno sarà un’altra musica. I varesotti sul loro green hanno pareggiato con la Sanremese e vinto con il Savona per cui si preanuncia una trasferta con un alto coefficiente di difficoltà. Conosco il loro coach Roberto Gatti dai tempi del Chiasso e soprattutto dalle giovanili con il Lugano (categoria Primavera). Gioca propositivo e con il tridente (prova ne è che la Caronnese con 20 reti fatte ha con il Prato l’attacco più prolifico), lasciando delle possibilità all’avversario che deve essere bravo a sfruttarle.Non resta che proseguire la strada intrapresa. Quale? Quella ispirata dal “buon senso”.

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