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Sotto l’ombra rossoblù Della prima Coppa Italia – Senza scampo

I presagi c’erano già tutti, a partire dall’esito del ricorso vinto in extremis dai matuziani cancellando la condanna di giocare a porte chiuse che di fatto ha permesso al pubblico di presenziare. Nemmeno lo stato d’allerta è stato benevolo visto che diversamente da quanto successo ai cugini biancoblù in riviera non vi sono stati stop. se poi aggiungiamo alla black list la tegola Castaldo, uscito dal Comunale di corso Mazzini al 18° per uno stiramento (parrebbe più grave del previsto), ecco spiegato il 3 a 0 con cui la Sanremese ha avuto la meglio sui rossoblù già rimaneggiati per le assenze di Scannapieco (tre giornate di squalifica), Puddu ( probabile stagione finita) e Pesce (fermo di un mese per problemi ad una costola) che hanno subito due reti nel primo tempo e che nella ripresa alzano definitivamente bandiera bianca. Entrambe le formazioni hanno affrontato il match non certo distese  avendo avuto un inizio di campionato piuttosto difficile, in cui sono erano riuscite a conquistare solamente 2 punti nelle prime 3 giornate e proprio in virtù di questo fatto erano chiamate a cercare un pronto riscatto, andando alla caccia della prima vittoria liberatoria.Senza i 5 centrali difensivi a disposizioni le soluzioni alternative per le prossime partite ( c’è in arrivo il derbyssimo) paiono ora complicate vista una certa resistenza inerziale a volersi disporre a tre dietro. Servirà oltre ad abbassare centrocampisti che facciano al caso, arruolare gente come Marc Tona che si fa sempre trovare pronto negli appuntamenti dove occorre trovare quella determinazione e carattere invocati dal presidente Franco Tarabotto (insieme ad un cambio di passo). Certo è che sino a quando si fanno i conti con la sfortuna si può legittimamente affermare che in questo momento al Vado non ne vada una dritta. Altro conto è, come spesso accaduto già in passato, non far tesoro degli errori per non ripeterli. Le critiche, se costruttive, aiutano a migliorarsi o almeno dovrebbero. Non accettarle o quanto meno non prenderle in considerazione è un grave errore. Nel caso del giovane difensore mancino Alberto (2002) non è tanto la negativa prestazione offerta ad essere stata presa di mira quanto chi lo ha esposto al rischio dandogli da risolvere un’equazione al di sopra delle sue possibilità. Lo scatenato Filippo Scalzi preferito a Colombi, si è trovato nella situazione tecnica di decidere da solo l’esito dell’incontro. Come fedelmente riportato dalla cronaca, seppur su di un fondo bagnato che non esaltava di certo le sue qualità tecniche, suo è stato primo tentativo di sboccare, all’11°, con un tiro dai venti metri a lato di poco. Sempre lui al 15° è andato via facile sulla destra, è entrato in area e ha calciato a rete: la  palla è uscita non distante dal palo.
Al 27° Likaxhiu dalla destra lo ha servito sulla sinistra (quasi a metacampo) sceso in area dopo essere andato per l’ennesima volta via ad Alberto ha fatto secco Illiante per  l’1 a 0.Per poi chiudere la partita al 7° del secondo tempo infilando la palla in rete dopo una serpentina ubriacante (aggancio, movimento sulla destra, accentramento ed incrocio tiro) fissando il punteggio sul 3 a 0. All’8° Alberto è stato sostituito, quando cioè la partita aveva ormai perso qualsiasi interesse. Questo per dire che in serie D non c’è spazio per l’improvvisazione e che il tasso ed il livello alzandosi comportano obbligatoriamente gli staff ad  adeguarvisi. Da questo inizio di campionato sembrerebbe che il mercato, l’impostazione tattica, le scelte strategiche, l’idea di gioco, in adozione, non siano così in linea con le esigenze per non dire con le competenze che la categoria richiede. Siamo solo alla quarta giornata ma occorre (urge) un’inversione di trend. Si preannuncia un Vado – Savona già decisivo.

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