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ATTUALITÀREGIONE

Un progetto per la vita

Nel corso degli anni le leggi in materia lavorativa per i diversamente abili si sono evolute ma occorre ancora fare passi da gigante nel settore per offrire sempre maggiori tutele ai soggetti più deboli.

“I genitori con figli disabili si preoccupano del loro futuro”, dichiara il consigliere Carmelo Cassibba, “e la legge cosiddetta Dopo di Noi garantisce l’autonomia a queste persone. Dopo il diploma le possibilità lavorative per i diversamente abili sono estremamente ridotte tanto che la famiglia si ritrova a casa persone adulte con un cervello infantile”.

Parole simili da parte di Federica Cavalleri in rappresentanza del municipio :”Per noi è importante aiutare i ragazzi fragili; per loro abbiamo tanti progetti e consideriamo il nostro lavoro una vera e propria missione. Diamo tanto a questi ragazzi ma anche loro ci donano molto”.

“Porto i saluti del sindaco Bucci dicendo che questo progetto ci piace”, afferma l’assessore Matteo Campora, “ed è fondamentale coinvolgere le aziende municipalizzate”.

“Occorre lavorare in modo tempestivo su questi temi”, commenta la consigliera comunale Lilli Lauro, “ed il territorio deve essere messo al centro attraverso percorsi concreti”.

“L’attività di accompagnamento è fondamentale per queste persone ma occorre un’autonomia di vita e chiedere ai diversamente abili cosa vogliono fare”, sottolinea Aldo Moretti, presidente CORERH Liguria, “ricordando che i ragazzi con la Sindrome di Down imparano e le cose vengono loro insegnate”.

“La norma del 1921 per il lavoro dei diversamente abili è stata pensata soprattutto per gli invalidi di guerra ma la legislazione è cambiata nel tempo; l’articolo 4 della Costituzione disciplina il diritto ed il dovere al lavoro. Vi sono categorie protette e ne fanno parte gli orfani, gli invalidi di guerra, i profughi e le vittime della criminalità organizzata; la legge dice che se una realtà produttiva raggiunge un certo numero di dipendenti ha l’obbligo di assumere un diversamente abile entro 60 giorni”, conclude la consulente del lavoro Ilaria Conte.

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