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Vado Ligure inaugura il ponte dedicato alle staffette partigiane

E’stato inaugurato, alla presenza del sindaco Monica Giuliano, dei membri della giunta comunale, del consigliere comunale di Savona Alberto Marabotto, dei rappresentanti delle associazioni cittadine e di numerosi cittadini il ponte dedicato alle staffette partigiane, figure molto importanti nella lotta di liberazione.

“Questa passerella era già presente ed è stata rifatta a norma di sicurezza”, ha dichiarato il vicesindaco Fabio Falco, “e voglio dire che unisce la zona nuova e quella più storica del nostro paese e ricorda, con questa intitolazione, momenti della storia molto importanti. Ringrazio l’architetto che ha ripreso la sua fattura originaria adeguandola alle attuali norme e i primi mesi del prossimo anno inaugureremo una nuova piazza all’inizio della vallata. In questi giorni abbiamo saputo che il nostro comune riceverà la medaglia d’argento al valor militare e sono convinto che sia molto importante ricordare questi momenti che fanno parte della nostra storia”.

Stessa soddisfazione da parte del sindaco Monica Giuliano :”Questo cammino è iniziato con la consegna a noi di un paese libero e democratico e ciò è avvenuto perchè alcune persone coraggiose si sono opposte al regime fascista. E’ nostro dovere difendere lo stato libero e dedicare un ponte significa spezzare le catene contro i pregiudizi. I simboli sono importanti per noi ed il Presidente della Repubblica, su nostra istanza, ha firmato la consegna della medaglia d’argento al valor militare per Vado Ligure e voglio dire che questa medaglia ha il suo volto nei cippi e nei libri in cui commemoriamo i caduti e lì c’è la vera storia di Vado”.

“Sono contento di essere qui”, afferma Sergio, ex partigiano, “e voglio ricordare che le staffette ebbero un importante ruolo nella Resistenza perchè rischiavano la vita per portare le comunicazioni ai vari distaccamenti anche inserendoli nelle loro biciclette. Era molto difficile comunicare gli ordini e trovammo una famiglia che ci aiutò ma venne fucilata a causa di una spia di cui non conoscemmo mai il nome. Le spie furono i peggiori nemici dei partigiani che vendevano le persone e i partigiani, spesso, vennero aiutati anche dai contadini”.

“Si è fatto cosa ci si sentiva di fare e spesso si nascondevano armi per recuperarle in seguito. Si era sempre sul filo del rasoio ma abbiamo continuato perchè credevamo e crediamo tuttora nella liberà”, conclude Maria, ex staffetta partigiana.

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