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Genova ricorda oggi la rivolta di Portoria contro il nemico austriaco datata 1746

Balilla

Genova. Nella giornata di ieri il Consiglio comunale ha approvato una mozione proposta dal consigliere della Lega Fabio Ariotti per stabilire la “Giornata di Genova”, in memoria della rivolta di Portoria datata 5 dicembre 1746. La mozione è stata votata e approvata anche nel Municipio Centro Est grazie al consigliere Lega Marco Ghisolfo.

“Finalmente portiamo a casa una mozione che rimarca maggiormente la storia della nostra città – afferma Ariotti – soprattutto l’evento storico, anche a livello nazionale, della rivolta di Portoria del 5 dicembre 1746 contro l’invasore austriaco, iniziata dal giovane ragazzo Giovan Battista Perasso, soprannominato ‘Il Balilla’”.

La rivolta di Portoria fu una rivoluzione popolare che prese forma durante la guerra per la successione austriaca. Alla morte di Carlo VI, il trono sarebbe spettato alla figlia Maria Teresa d’Austria ritenendo ormai abolita dal padre la legge “salica”, ossia il divieto di successione al trono d’Austria per le donne. Invece Prussia, Spagna e Francia la ritenevano ancora in vigore e di conseguenza venne eletto il duca di Baviera che prese il nome di Carlo VII.

In tutto questo clima di tensione, Genova cercò di rimanere neutrale però per un periodo breve. Vista la rivalità con i Savoia, che avrebbero ricevuto come compenso dei territori in cambio di aiuti all’Austria, i Genovesi furono costretti ad allearsi con Spagna e Francia suscitando l’ira degli austriaci. Ben presto gli austriaci scesero a Campomorone guidati dal generale Brown e il 4 settembre 1746 entrarono in San Pier d’Arena. Il 6 settembre vennero imposte gravi condizioni ai Genovesi tra cui l’esigenza di grandi somme di denaro e armi necessarie alla propria difesa.

Dopo mesi di sofferenze e agonia, il 5 dicembre 1746 un gruppo di soldati austriaci stava trasportando un mortaio per la via di Portoria quando esso rimase impantanato nel fango. I soldati chiesero con arroganza alle persone del luogo di rimuoverlo,ma quando il caporale alzò il bastone contro un uomo per farsi obbedire successo qualcosa di inaspettato. Giovan Battista Perasso, un ragazzo di soli 11 anni e chiamato in seguito “Il Balilla” (significa “monello” o “ragazzo”), al grido “Che l’inse?” (Comincio io?) scagliò una pietra contro gli invasori. Ne seguì una pioggia di altri sassi contro gli austriaci costringendoli ad abbandonare il mortaio e a darsi alla fuga.

Questo avvenimento rimase nella storia come atto di coraggio e eroismo nel difendere i propri concittadini, la propria città, insomma: la propria Patria. Una lapide è stata collocata tra via XX Settembre e via 5 Dicembre, la strada di Portoria denominata e datata proprio in ricordo dell’inizio della rivolta popolare contro le forze austro-piemontesi. E’ stato inoltre collocato un monumento dedicato al Balilla davanti al Palazzo di Giustizia a Genova, nella zona di Piccapietra.

Un nome preso come esempio poi nel corso della storia. Si pensi a Goffredo Mameli nella sua opera diventata l’inno d’Italia, scrisse: “I bimbi d’Italia / si chiaman Balilla”; la Fiat gli dedicò l’utilitaria Fiat 508 Balilla, il regime fascista il nome di un sommergibile e il nome di un ente per l’educazione dei giovani, l’Opera Nazionale Balilla (1926).

Venne poi dedicata una canzone alle imprese di Giovan Battista Perasso, cantata nelle scuole fasciste: “Fischia il sasso / il nome squilla / del ragazzo di Portoria / e l’intrepido Balilla / sta gigante nella storia. / Era bronzo quel mortaio / che nel fango sprofondò / ma il ragazzo fu d’acciaio / e la Madre liberò”.

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