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Giannici, surreale e mistico…

E’ appena terminata la mostra di Gianni Celano “Giannici”, alla Galleria Balestrini di Albissola Marina. Evento tra i più notevoli tra le esposizioni tenutesi nella città della ceramica, ha messo in rilievo una personalità artistica di assoluto interesse, che ci mette in contatto con le suggestioni e con le “visioni” che hanno caratterizzato talune correnti della pittura contemporanea, nel vero senso della parola, perché Giannici ci immerge in un mondo onirico e fantastico, in una dimensione dove l’inconscio, però, è quanto mai lucido e razionale, ad esprimere un messaggio che ci svela i significati reconditi dell’Arte, “produttrice di conoscenza vera, ma indefinita e non logica” secondo le intuizioni di Alexander Baumgarten, il filosofo che coniò il termine “Estetica”…

Il mondo di Giannici , per quanto riguarda, almeno l’esposizione da Balestrini, è costituito da un bestiario di fiaba, da figure mitologiche e arcane, da lande e da mari visionari, che riflettono paesaggi della mente!

Giannici, nato nel 1941, è un artista enigmatico e catturante al tempo stesso, anzi, per ciò stesso; l’enigma delle sue opere non sarà mai svelato, perché, come l’autore stesso tiene a precisare in una sorta di “manifesto”, scritto a mano, come una lettera che ha voluto indirizzare ai visitatori e che ha tenuto ad esporre con le sue opere, “…non chiedete mai di spiegarvi una mia opera”. Nello stesso “manifesto” Giannici ci svela, o ci confida, di sapere”…della pioggia, del sole e delle stelle, dello stupore e del dolore, così pure del piacere, di voler vedere oltre la tela bianca -che mi fa paura-… “ ed è forse per questo che ci attira con le sue visioni e con i suoi incanti, coi suoi colori straordinari, che spaziano da un verde diafano ad un azzurro luminoso, a certe increspature che ricordano la pietra e la roccia quando non richiami silvestri…Giannici ci affascina con le sue composizioni, delle quali, coerentemente con le asserzioni del suo “manifesto”, ci fa percepire un qualche segreto “della pioggia, del sole, delle stelle, dello stupore e del dolore”, limitandosi ad informarci che è un segreto, di cui forse egli solo è a conoscenza e celandolo in rappresentazioni di pura, magica poesia che appagano lo sguardo per la loro intensa capacità espressiva, pur misteriosa, per un richiamo inconscio, per uno stimolo di fantasia e di sensibilità, lo stesso che ci intriga quando sentiamo parlare di fantasmi, o di alieni o di ogni lato che cattura la nostra (in)conscia propensione per il non definito, il non chiarito, il misterioso…!

Giannici non può non farci pensare a Chagall, alle visioni fantastiche del grande artista russo, al suo microcosmo popolato di esseri favolosi, ma ci richiama anche altre suggestioni: certe lande di Alfred Kubin, senza però le ossessioni di questi, certe atmosfere di Franz Marc, con un senso di mistero in più, certe evocazioni che richiamano Fernand Khnopff, per quell’arcana sospensione che contraddistingue questo pittore belga, ma con un senso di leggerezza se non di umorismo in più…perché mai sembrano provenire angoscia o inquietudine o paure inconsce dai dipinti di Giannici, piuttosto vi si respira una meditazione aerea, un anelito entusiasta e divertito, ma anche un senso panico, un soffio metafisico, pur nella tendenza fiabesca, sempre in accordo con i propositi del “manifesto”…

Giannici appare un surrrealista od un epigono delle tendenze surrealiste, con una visione fantasiosa in più, si direbbe, anche se talvolta vi si denota uno sconfinamento nell’informale, che, in taluni momenti, allude alla realtà visiva, eco forse di Lucio Fontana, con cui Giannici collaborò e, una volta, ci raccontò l’incontro con lui, nella Albissola mitica degli anni 1960…Perché anche da lì si forma la personalità artistica di Giannici, tra le suggestioni delle grandi scuole e la creta che diventa maiolica…Del resto Giannici è capace di creare una figura artistica manipolando con pochi gesti un contenitore di stagnola per alimenti! Tra le figure più “gianniciane” compare una sorta di manichino, un’immagine antropomorfa, che sembra creata dalla luce, una figura in meditazione o in uno stato di stupore, al riverbero di un chiarore lunare, in un’atmosfera incantata, che sottende una sguardo o un anelito mistico, a una propensione alla trascendenza, fatta di sfumature, di bagliore, di materia cromatica impalpabile, pure intensa, alla ricerca, pur col sorriso, di una realtà ulteriore…una contemplazione del tutto che guarda ad un orizzonte lontano e prossimo, ad un’aspirazione dell’anima!

E non sarebbe tutto perché nella variegata opera di Giannici non mancherebbero spunti futuristi, che ci rimandano ad un Depero, suggestioni espressioniste, accenni caricaturali, nei quali gareggia con l’altro grande “albissolese”,Sabatelli…ed il “sentire o sapere del mondo” ovviamente non ha limiti…e non ci rimane che attendere un’altra occasione per incontrare di nuovo l’impareggiabile “Giannici”!

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