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IL LISOTTO…FRA VAL BORMIDA E ARGENTINA

Weekend denso di eventi, a Pallare, quello appena trascorso, con la ormai tradizionale e più, storica, sagra del Lisotto, che è stata occasione per un indimenticabile raduno di modellisti e per l'”Alfa Day”, giornata dedicata ai possessori di autovetture Alfa Romeo.
La sagra del Lisotto è uno dei momenti valbormidesi più intensi e caratteristici; ma cos’è sto’ Lisotto?, Ricordo, qualche anno fa’, averlo chiesto ad un “gourmand” savonese, che si piccava di essere esperto fuori discussione di tutto ciò che è buona cucina…non lo sapeva! Neppure io lo sapevo e poi quello strano nome, “lisotto”: presenta qualche parallelismo con “risotto” ed è facile supporre che, per tanti,si tratti di una sagra del risotto!
Il lisotto è invece una focaccia semplicissima, a base di farina, che poteva essere di grano o di segala, acqua e sale, cotta sulla stufa o su una pietra arroventata, ma è da supporre che fosse sulla stufa il modo più consueto per cuocerlo; in definitiva non era molto diverso dal nostro “fugassin”, cotto in modo simile; successivamente il lisotto tradizionale venne arricchito con le patate, così prese una qualche somiglianza con le “focaccette” rivierasche, che sono però lievitate e tuffate nell’olio bollente, che, se fatte seguendo i canoni della tradizione, ogni goloso non può che rimanerne entusiasta, pur trattandosi di un cibo così semplice!
Per ritornare all’altrettanto semplice “lisotto”, ora è una ghiottoneria, accompagnato, com’è, dal pesto o dal lardo o da formaggi o da salumi, se non dalla nutella o dalla marmellata, insomma è trattato alla stegua delle “crepes”, anch’esse, comunque, della stesso ceppo popolare e povero, e fa’ concorrenza alle inizialmente più ricche “tire” cairesi! Ricordiamoci però dell’originario lisotto mallarese e pallarese che, sfregato semplicemente con l’aglio, doveva costituire un fragrante e saporoso intervallo per contadini, pastori, boscaioli…

All’ultima edizione della sagra una sorpresa “storica”:giunti appositamente dall’Argentina, erano in visita alcuni rappresentanti della famiglia Nolasco, uno storico ceppo originario di Biestro, dove, nel lontano 1825, nacque il loro avo Luigi.
Anch’essi presenti nelle terre avite, intorno al “lisotto”.

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