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CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita”, viaggio nel tempo per riscoprire i successi sanremesi del passato

Le canzoni del Festival di Sanremo hanno scandito i tempi della nostra vita e scandiranno i tempi di quelli che verranno. Parafrasando la celebre frase del giornalista e storyteller Federico Buffa, intendo sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno, come la musica abbia il potere magico di far riavvolgere involontariamente il nastro della nostra esistenza e farci rivivere emozioni e situazioni lontane nel tempo. Come la madelaine di proustiana memoria, una semplice melodia è in grado di catapultarci nel passato, a volte consolandoci, a volte accentuando la malinconia. Martedì inizia il Festival della canzone italiana, un appuntamento che ci accompagna dal lontano 1951: un’Italia ancora fresca di guerra mondiale, ancora senza televisione e con tanta voglia di crescere e riscattare periodi bui. In questa settimana, saranno numerose le notizie dedicate alla kermesse canora. La mia idea è stata quella di fondere insieme il passato e il presente, parlando della stretta attualità immergendola in una cavalcata attraverso i decenni: un viaggio nel tempo intermittente, un andirivieni di musica presente e passata, unita dalla cornice delle colonne del nostro giornale. Per realizzare ciò, mi sono avvalso della collaborazione del cairese dal cuore sardo Boris Carta, gran conoscitore di musica che è balzato agli onori della cronaca all’inizio degli anni 2000 in quanto campione per diverse serate del celebre quiz canoro “Sarabanda” in onda sulle reti Mediaset.  A partire da domani e fino a sabato, ogni giornata sarà dedicata a un decennio: dal mattino alla sera, verranno proposte le  canzoni delle playlist create per l’occasione da Boris, con tanto di approfondimenti e curiosità.

“La passione per la musica? Per quanto mi riguarda, si tratta di una passione che mi ha accompagnato sin dall’infanzia. E sin dalla più giovane età mi sono sentito maggiormente ancorato a modelli passati, pur senza disdegnare il panorama musicale del momento. In questa direzione, indubbiamente, sono indirizzato dai miei genitori, che mi facevano riascoltare i dischi che compravano negli anni ’60 e ’70. Ed a quei periodi (soprattutto gli anni ’70) sono rimasto sempre legato”, racconta Boris parlando di come nasce la sua conoscenza enciclopedia sulle canzoni. Sebbene Enrico Papi non godesse di grande simpatia da parte sua, l’avventura di Sarabanda, che, guardacaso, nasce proprio a Sanremo, rimarrà per sempre tra i suoi ricordi migliori: “E pensare che io neppure guardavo “Sarabanda” poiché non provavo particolare simpatia per il conduttore! Ho iniziato a seguirla nel dicembre del 1999 perché in quel periodo il campione in carica era un cairese: Gianni Faraone, detto O’ Professore. Man mano che lui si riconfermava io mi appassionavo sempre più alla trasmissione al punto da dire: “Quasi quasi ci vado anch’io!”. E quando mia madre ha letto su “TV Sorrisi e canzoni” che a Sanremo, durante il periodo del Festival, “Sarabanda” avrebbe organizzato provini con i quali selezionare concorrenti, io non me lo sono fatto ripetere due volte e, il 24 febbraio 2000, sono partito per la città dei fiori, dove, incredibile, non ero mai stato prima. Il provino è andato bene ed esattamente un mese dopo sono stato chiamato per sostenerne un secondo a Roma, alla presenza di Enrico Papi. Conclusosi positivamente anche quello, all’inizio di maggio del 2000 è iniziata la mia avventura televisiva che mi avrebbe visto campione per 64 puntate e, in seguito, prendere parte a diverse puntate speciali, con l’indescrivibile soddisfazione di vincerne una, quella del 14 febbraio 2001. Era un sogno che coltivavo fin da bambino, quello di diventare campione di un quiz; solo che io sognavo di realizzarlo da Mike Bongiorno su una materia calcistica. Invece ci sono riuscito in un ambito diametralmente opposto”.

Passione per la canzone che scaturisce naturalmente nel piacere di seguire il Festival: “Si tratta di una tradizione alla quale, nonostante le polemiche che annualmente l’accompagnano per una settimana, non si può fare a meno. Un po’ come una grande squadra, che anche quando gioca male è sempre al vertice. E i dati audience ne sono fedele testimonianza”. Infine, un giudizio arguto sull’evoluzione della manifestazione, tra fasti, cadute e rinascite: “Storicamente il Festival è nato e rinato più volte: dal timido debutto ai fasti a cavallo degli anni ’50 e ’60 fino al buio degli anni ’70 (quando, forse, sarebbe stato da chiudere) prima della rinascita all’inizio degli anni ’80. Cambiano i tempi e, di conseguenza, le canzoni: la rima amore-cuore, un tempo imprescindibile, è stata soppiantata da altre tematiche (non a caso le ultime due canzoni vincitrici ponevano in evidenza l’aspetto sociale), ma ritengo che l’amore, sentimento “sanremese” per eccellenza, sia sempre ben rappresentato, come è giusto che sia. D’altronde se, nonostante i cambiamenti climatici, si continua ad affermare che non sia Natale senza neve”.

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