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ATTUALITÀCULTURA

Santa Lucia, bagno di fedeli per festa della martire siracusana

Puntuali come sempre, mercoledì 13 dicembre a Savona si  sono accese  le luci per celebrare Santa Lucia e come da tradizione le strade cittadine sono state  animate dalla grandiosa fiera colma di dolci, giocattoli e regali.  Dalle 7 alle 20, grazie all’impegno certosino dei Confratelli, la chiesina intitolata alla martire siracusana, sita di fronte al porto nell’omonima via, è rimasta  aperta alla visita dei fedeli che potranno sostarvi per un momento di preghiera e che ogni anno vi si recano immancabilmente in pellegrinaggio per accendere una candela ed invocare la protezione della protettrice della vista. L’assistente spirituale, nonché parroco di San Giovanni Battista-Sant’Andrea e nuovo prevosto del Capitolo dei Canonici della Cattedrale, don Piero Giacosa,  ha celebrato la  Santa Messa  in onore della pia, una delle sette vergini menzionate nel Canone Romano, dopo aver consacrato la vigilia, la sua reliquia, tanto preziosamente custodita. Proprio sulla figura di Santa Lucia è imperniato il contributo storico/culturale pubblicato in questa edizione natalizia dell’Eco. Tante le tracce della venerazione della giovane martire cristiana il cui nome significa luce, dal latino lux, che viene festeggiata in molte parti del mondo. Sulla facciata dell’oratorio di forma semplice e con il tetto a capanna, si può ammirare nel centro un affresco che la raffigura nei consueti atteggiamenti simbolici, forse eseguito originariamente da Giovanni Stefano Robatto (Savona 1652-1731), ripristinato e rinfrescato in seguito dal prof. Dellepiane (1925) e da esperti dell’Intendenza delle Belle Arti di Genova (1995) ed infine dal prof.Occelli (2001). Tutt’ora vi si legge : Lucida, Lucenti, Lucescis, Lucia, Luce,Lux,Lucescat, Lucia, Luce Tua! All’interno della chiesetta fa mostra di sé, un quadro di grandi dimensioni (195 x 295) dedicato alla eletta, eseguito nel 1935 da Ugo Ferrero (1896-1963), allievo dell’accademia di Brera e che esegui’ a fresco la decorazione del frontale del palazzo vescovile. La tela con pittura a olio (oggetto di attenzione del noto critico Sgarbi) era stata concepita per essere inserita entro la cornice in stucco dell’altare maggiore. Fu presumibilmente rimossa quando si predispose l’adattamento della tela “S. Agostino e S. Monica in adorazione della Trinità” che compare dietro l’altare. Noi della Confraternita, vogliamo ricordarla ed onorarla come la Santa della Luce, così viene chiamata. Probabilmente si occupava dei poveri nelle catacombe e usava le ricchezze di cui disponeva, essendo di famiglia nobile, per aiutare i più bisognosi. Pare, a tal proposito, che fosse solita usare una corona di candele accese per avere le mani libere da mettere al servizio degli altri. Per la nostra parte, seguendo la strada indicata da Papa Francesco e confidando nel santo sostegno di Lucia cercheremo di mantenere vivo il carisma del servizio e della missione, rispondendo con creatività e coraggio ai bisogni del nostro tempo.

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