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A Novi Ligure Conferenza sul Simbolismo Templare

A Novi Ligure, nella Sala del giovane, in Via Gagliuffi, si è tenuta la Conferenza sul Simbolismo Templare, prendendo spunto dal romanzo FAUST E IL LUPO di Bruno Pistidda. Tre relatori presenti – Gugliemo Famà, Gianluca Valpondi e Bruno Pistidda, autore del romanzo – più uno in contributo video da Roma: Luciano Sciandra. Il prof. Famà, studioso storico, Cavaliere Templare, ha spiegato che troppo spesso non sono rispettate le verità storiche sulla vita e morte dei Templari. I romanzieri le nutrono di leggende e conquiste dalle connotazioni idealistiche, ma in verità gli eserciti dei cavalieri erano composti di mercenari, pagati da Re e Papi, per appropriazioni molto “temporali”, di terre e di uomini. È una storia oscura ma nello stesso tempo affascinante, per le lunghe vicende della conquista e difesa di Gerusalemme, Tempio della fede Cristiana. Tutto inizia quando una banda di predoni saraceni, massacra, agli albori del secondo millennio, un convoglio di pellegrini in viaggio per la Terra Santa. Da allora, la penna di molti scrittori, senza forse mai neanche documentarsi in merito, ha creato il mito leggendario, a volte, anche falso, dei Templari.

Pistidda riassume la leggenda del paese di Tolok (creato dalla sua penna) quando Papa Alessandro III redime un cavaliere Templare, trasformando la sua spada in una Croce. Il Templare ferito muore e il Papa gli ordina di lasciare il suo nome, seppellire la sua spada nella terra e cambiare il suo nome in Frate Cosimo. Accanto alla città, che porta il nome del papa: Alessandria, Fra Cosimo trova il paese Tolok, e lì si annida Faust, un boscaiolo che si considera il demonio in persona. In quel luogo viene costruita un’Abbazia, la casa del Signore (disegnata per Pistidda dal grande scenografo Carlo Leva), dove la vita del monaco “eterno” sarà dedicata alla missione di vincere il Male.

Pistidda, lascia intendere che, dopo la morte, l’anima di ogni uomo vaga nell’infinito, finché trova il corpo dove può fecondare le sue esperienze precedenti, creando un’iper intelligenza, che ci viene dai secoli trascorsi in altri corpi, fino all’eternità.

Gianluca Valpondi, psicologo, scrittore di connotazione cattolica, fa una distinzione tra vita e morte, tra la luce dell’Ostensorio, che uccide Faust, e le tenebre. La sua relazione è in sintonia con l’etica cristiana del romanzo, nella quale si riconoscono mille sfaccettature, tra la forza della Luce e la grandezza dell’Anima, che segue la strada di Dio.

Inoltre il Cavaliere Luciano Fortunato Sciandra, presidente del CREST, autore della prefazione del libro “Faust e il Lupo”, ha parlato in video conferenza, esponendo le sue ricerche e le sue scoperte sulla storia e sui simbolismi Templari, partendo dai messaggi contenuti nel romanzo.

Alla fine dell’incontro sono stati consegnati, dall’attrice Marina Gesmundo, ricordi della partecipazione all’incontro ad Angelo Ravera, imprenditore, Alessandro Stasi, agente immobiliare, Roberto Ambrosi, attore e doppiatore. È stato presente, come appassionato del tema trattato, il consigliere comunale Fabrizio Gallo.

La Conferenza avrebbe certamente meritato più tempo, e per questo i tre relatori, che sono stati attentamente ascoltati dal pubblico, si son detti d’accordo che vorrebbero ripeterla.                                   

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