Mentre a Milano La Scala inaugura a Sant’Ambrogio la stagione con “Attila”, opera giovanile e non troppo rappresentata di Giuseppe Verdi, il Carlo Felice di Genova ha iniziato la stagione con la celeberrima “Aida”, capolavoro maturo del compositore di Busseto. Si tratta di uno delle creazioni operistiche più note e più amate nel mondo intero, e la sua cornice storica grandiosa, ambientata nell’antico Egitto, ideale ad esempio per le rappresentazioni all’Arena di Verona, richiede comunque un notevole impegno scenografico. Questa volta, però, la messa in scena genovese è stata risolta in maniera estremamente efficace ed innovativa, ricorrendo all’approccio virtuale, opera della visual designer Monica Manganelli . Con la regia di Alfonso Antoniozzi l’ ”Aida”, opera molto rappresentativa della tradizione lirica italiana, si svolge attraverso l’animazione e il cinema, in una scenografia virtuale, che grazie a magnifiche immagini, a colori intensi e cangianti, soprattutto blu e rossi, si sposa alla meraviglia con la tragica vicenda in cui amore, politica e guerra si intrecciano. Anche l’immortale musica di Verdi è stata come esaltata da tale aspetto visivo. Si è trattato di una sfida impegnativa, come ha sottolineato il maestro Andrea Battistoni, che con grande sicurezza e passione ha diretto l’opera, le cui note delicate e potenti dovevano risuonare in un palco “vuoto”, ovvero privo delle solite scenografie solide.
La sfida pure per i cantanti non è stata facile, ma il grande successo di pubblico, le ovazioni in sala, hanno ampiamente dimostrato, come essa sia stata vinta. Del resto la storia (libretto di Antonio Ghislanzoni, basato su un soggetto dell’archeologo francese Auguste Mariette) di Radames, capitano delle guardie egizie (si alternano Marco Berti e Amadi Lagha) e Aida, schiava etiope (interpretata da Svetla Vassileva e Maria Teresa Leva), intreccia , in maniera coinvolgente, le vicende di un amore impossibile per la rispettiva appartenenza, sullo sfondo di vicende belliche tra Egitto ed Etiopia. A rendere ancora più complicato tale sentimento è Amneris (Judit Kutasi e Alessandra Volpe), la figlia del faraone, profondamente innamorata del vittorioso condottiero, a lei destinato come sposo, e che all’inizio del quarto atto, nel bellissimo duetto con lui, tenta invano di convincerlo a rinunciare ad Aida per avere salva la vita . Di grande impatto le coreografie di Luisa Baldinetti, e l’utilizzo di pedane che si alzano e si abbassano, ad esempio per l’ingresso e l’uscita dei sacerdoti. Ha stupito e reso ancora più efficace il secondo atto, quello con le celebri scene corali e la marcia trionfale, l’aver fatto suonare quest’ultima dalle balconate del palco vicino.
Insomma, non bisogna perdersi la spettacolare ”Aida” del Carlo Felice, realizzata in memoria del Maestro Massimo Serafin nel 50 anniversario della morte, e a settant’anni dalla sua Aida Genovese; l’opera sarà replicata domenica 9 dicembre, ore 15,30 , sabato 15 e domenica 16 dicembre, sempre alle ore 15,30.
Il Maestro Serafin si chiamava Tullio.
Grazie