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ATTUALITÀ

Albenga celebra il 4 novembre

E’ stato celebrato, alla presenza del sindaco Giorgio Cangiano, dei membri del consiglio comunale, dei rappresentanti delle associazioni albenganesi e di numerosi cittadini, nell’omonima piazza, il 4 novembre, festa delle forze armate e centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.

“Questa mattina ero a Savona su richiesta del Prefetto ed ho ritenuto giusto celebrare una ricorrenza anche qui ad Albenga perchè eventi di questo genere sono importanti per capire e meditare, in particolar modo per i giovani”, ha dichiarato il primo cittadino albenganese Giorgio Cangiano, “e voglio dire che troppo spesso si parla più di diritti che di doveri ma la nostra Costituzione afferma che alcuni doveri sono fondamentali. Tutti devono fare la loro parte e quest’anno, nella nostra città si sono tenuti molti eventi dedicati alla forze armate come il raduno dei bersaglieri presso la Caserma Piave e la consegna del premio “Alpino dell’Anno”. Albenga è ricca di storia e voglio ringraziare le forze dell’ordine e le forze armate per il loro lavoro e la loro presenza perchè la divisa è importante per tutti noi e ci rende orgogliosi di essere italiani”.

“Sono passati ormai cento anni dalla fine della Grande Guerra ma per noi il tempo passa solamente sul calendario”, recita il messaggio del presidente nazionale ANA (Associazione Nazionale Alpini), “ed il nostro impegno continua come sempre. Siamo qui per ricordare tutti i caduti e dobbiamo riconoscere il sacrificio che gli uomini di cento anni fa fecero pagando con la vita la nostra libertà. Non dobbiamo mai dimenticarci dei valori importanti oggi come allora quali la famiglia, la Patria ed il dovere e speriamo con tutto il cuore che il 4 novembre possa diventare festa nazionale”.

“Saluto tutti i presenti e mi sento di dire che per me è un onore essere qui a cento anni dalla vittoria della Grande Guerra”, sottolinea il professor Pier Franco Quaglieni, “e quella vittoria fu l’unico grande trionfo per l’Italia unita e la Prima Guerra Mondiale fu per gli italiani la Quarta Guerra d’Indipendenza. Trento e Trieste furono protagoniste del trionfo italiano perchè nelle altre tre guerre d’indipendenza vi fu un’alleanza con Napoleone III e la Terza Guerra d’Indipendenza ci riservò una sconfitta. Abbiamo fatto numerosi appelli affinchè quest’anno il 4 novembre fosse considerato come festa nazionale e l’ANA li ha condivisi tutti. Il 17 marzo 2011 per i 150 anni dell’Unità d’Italia facemmo una dura battaglia, poi vinta grazie all’intervento dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano, per poter considerare quel giorno festa nazionale ma i nostri attuali governanti sono estranei a ciò che l’Italia era dal Risorgimento alla Resistenza. Il messaggio di Mattarella rappresenta lo spirito di cosa dovremo sentire oggi e lui, in questa occasione, si è recato al Milite Ignoto e al Sacrario di Redipuglia dove sono sepolti 100.000 soldati con il loro capo Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta comandante della Terza Armata il cui figlio fu l’eroe dell’Amba Alagi e morì prigioniero degli inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. A Trieste si è tenuta una rievocazione storica e voglio ricordare che fu il Re Vittorio Emanuele III, il re soldato, ad arrivare il 4 novembre dal mare con i bersaglieri. I nazionalismi sono sempre da condannare perchè occorre rispetto per tutte le nazioni e sono convinto che sia l’anticamera della guerra. Nelle guerre le diplomazie vengono annullate e la nostra Europa è il punto di arrivo della Pace di Versailles che fu mal strutturata perchè portava in sè le premesse della Seconda Guerra Mondiale. Anche se non piace l’Europa è l’antidoto alle guerre e non possiamo permetterci di non definirci europei. Un ricordo va anche alle vittime civili e militari senza dimenticare le vittime dell’influenza spagnola che furono circa 650.000. Il 4 novembre 1918 l’Italia fu veramente unita e considero assurdo che oggi non sia festa nazionale pensando anche che il 17 marzo 2011 fu una giornata di festa. I giovani sono assenti da celebrazioni di questo tipo e penso che se non li coinvolgiamo e non trasmettiamo più loro l’orgoglio di essere italiani non ci saranno più giovani come i ragazzi del 99 che appena 18enni andarono in guerra. I giovani di oggi pretendono di fare politica senza cultura e preparazione ed i giovani morti in guerra esigono politici all’altezza del loro sacrificio”.

1 commento

  • W l’Italia Vittoriosa del Piave e di Vittorio Veneto, quando l’Italia era Forte, Sicura e Indipendente e non schiava della tecnocratica UE.
    W l’Italia. W Casa Savoia

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