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CULTURA

Anna Bolena entusiasma il Carlo Felice

Ritorno “col botto”, al Carlo Felice di Genova, di “Anna Bolena”, di Gaetano Donizetti, non rappresentata sulle scene cittadine, a quanto pare, dal 1869. Sabato 19 febbraio, all’edizione pomeridiana, cui lo scrivente ha assistito, notevole l’affluenza di pubblico che ha applaudito entusiasta la performance del cast fra cui figuravano Angela Meade nel ruolo della protagonista Anna Bolena, John Osborn (Lord Riccardo Percy), Paola Gardina (Giovanna Seymour), Alessio Cacciamani (Enrico VIII ), con l’orchestra ed il coro del Teatro Carlo Felice diretti da Sesto Quatrini con la regia di Alfonso Antoniozzi e le scene di Monica Manganelli.

“Anna Bolena” venne composta in breve tempo, nel 1830, da Gaetano Donizetti (1797-1848), per il Teatro “Carcano” di Milano, dove il Duca Pompeo Litta cercava addirittura di eclissare la stagione dela “Scala”; il melodramma, tratto dalla drammaturgia dell’epoca sulle vicende della sfortunata seconda moglie di Enrico VIII d’Inghilterra, su libretto del genovese Felice Romani (1788-1865), fruttò a Donizetti il successo definitivo, a livello internazionale.
“Anna”, oltre tutto, divenne emblema di una serie di eroine di cui è costellata la fitta produzione operistica del grande compositore bergamasco e tra cui spiccano, con lei, Lucia di Lammermoor, Lucrezia Borgia, Maria Stuarda, Fausta, Linda di Chamounix, per ricordare le più famose, per quanto “Don Pasquale” e “L’Elisir d’amore” continuino a rimanere i suoi lavori più noti.

“Anna Bolena” continuò ad essere rappresentata sino al 1877, al Teatro alla Scala di Milano e, dopo aver avuto indiscussa fortuna per quasi cinque decenni, uscì dal repertorio. Si dovette attendere il 1947 per il ritorno dell’opera sulle scene, al Teatro del Liceu di Barcellona, con interpreti di prim’ordine come Giulietta Simionato e Cesare Siepi. Venne poi un’edizione del 1957, con la direzione di Gianandrea Gavazzeni e Maria Callas nel ruolo della protagonista, esecuzione considerata memorabile, per quanto Gavazzeni, anch’egli bergamasco, avesse operato dei pesanti e disinvolti  “tagli” nella partitura, per rendere l’opera più “leggera”!
L’allestimento dell’Anna Bolena genovese è una coproduzione fra il Carlo Felice di Genova e il Regio di Parma. L’americana Angela Meade, protagonista, è stata applauditissima, giustamente, per l’interpretazione forte e lucida del personaggio, con una vocalità brillante, adatta alla parte, squisitamente “belcantistica”!
La regia di Alfonso Antoniozzi, con le scene di Monica Manganelli, segue gli indirizzi della maggior parte delle messe in scena d’opera odierne, con ambientazioni a volte un po’ oscure, non propriamente storicistiche, per quanto anche queste rischino, come era talvolta evidente quando erano preferite, di inclinare alla mascherata!

In ogni caso è emersa la grandezza della musica di Donizetti, ai suoi tempi considerato uno dei più grandi musicisti dell’epoca, poi forse un po’ tralasciato, tranne che per i ricordati lavori più noti. Il periodo musicale di Donizetti è quello del cosiddetto “belcanto”, qualità stilistica fondamentale dell’opera italiana, nell’età dell’affermarsi del Romanticismo ma con un legame profondo con il classicismo della seconda metà e fine del XVIII ,che unisce brillantezza e virtuosismo con tocchi drammatici, come è il caso appunto dell'”Anna Bolena”, con il  finale toccante e grandioso.

Il 28 giugno 2020 era stata eseguita, all’ingresso del Cimitero Monumentale di Bergamo, in memoria delle vittime del Covid, la Messa da Requiem di Donizetti, splendida pagina non troppo nota ma, similmente, specchio dell’intensità e della ricchezza espressiva del compositore bergamasco!

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