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CULTURA

ANNAMARIA ROSSINI E I SEGRETI GEOMETRICI

Dobbiamo ritornare indietro, negli eventi del Pozzo Garitta, Circolo degli artisti, per soffermarci su di una interessante esposizione, terminata il 9 dicembre scorso, di Annamaria Rossini, dal titolo: “Segreti cromatici”.
In effetti il gioco sapiente di colori e di linee da l’impronta particolare ai lavori di Annamaria Rossini ma sono le figure geometriche, forse, l’essenza del suo segreto.L’artista guarda a Kandinskj come ad un esempio cui ispirarsi ed infatti, sul volantino della mostra, compaiono tre citazioni dal celebre pittore russo che, nel famoso saggio “Lo spirituale nell’arte” enunciò la sua poetica dell’astrattismo:
“Il triangolo provoca una emozione viva, perché è lui stesso un essere vivente…”
“Il blu è il colore che sviluppa la calma e attira l’uomo verso l’infinito e risveglia in lui la ricerca spirituale dell’universo….”
“La linea geometrica è un essere invisibile: essa è la forma più concisa dell’infinita possibilità del movimento.”
Nell’allieva di Kandinsky, però, si potrebbe vedere anche Mondrian, per la composizione geometrica, Depero, per taluni spunti fantastici; vi si può cogliere anche una lezione di Bruno Munari, di cui Annamaria riporta una citazione, anch’essa introduttiva della mostra: “Il cerchio ha relazioni divine e rappresenta l’eternità non avendo né principio né fine”…ed il quadro di Annamaria in cui è presente un cerchio, con una gragnuola di altri più piccoli, in uno spazio ricavato fra un gioco di trapezi e di triangoli, era forse, delle opere che erano in esposizione, la più impressionante!
Annamaria Rossini, diplomata in pianoforte, pertanto musicista e conoscitrice della precisione necessaria alla musica, ci comunica la poesia delle figure geometriche e del modo di assemblarle e, di conseguenza, anche l’uso essenziale del colore, essenziale e fondamentale a tutta la pittura, ovviamente, ma nel caso di composizioni geometriche, come anche di espressioni informali, funzionale in modo particolare, in quanto non “mediatore” di una raffigurazione cui serve da supporto, ma esso stesso, nella sua propria materialità, protagonista del messaggio visivo. Annamaria infatti intitola la sua rassegna “Segreti cromatici”, confidando pertanto proprio nella suggestione del colore per creare l’impressione e l’effetto della sue figure.
Il fascino delle figure geometriche, che l’autrice sa esprimere con vera passione, ci porta comunque alla contemplazione essenziale, ad un appagamento visivo diretto, all’osservazione di forme pure, anzi, per dirla con Piet Mondrian, di “forme basilari di bellezza”. Senza ignorare, come suggerisce Silvia Bottaro, che le composizioni geometrico-cromatiche di Annamaria, rimandano ad allusioni al quotidiano od a “lacerti di architetture” . E’ significativa questa definizione, rivolta ad un’artista che volge uno sguardo verso Munari o Itten, designer, oltre che pittori, con vena fantasiosa e coscienza razionale, con formazione futurista il primo e frequentazioni alla Bauhaus il secondo.
E forse compare anche qualche abbozzo riferentesi al mondo della natura od alla figura umana, quando l’attenzione non è invece rivolta al mistero del cosmo, come sembra nel quadro che citavamo prima, in cui i cerchi potrebbero alludere a corpi astrali situati in un infinito raccolto fra rette che formano trapezi e triangoli e, come si sa dalla matematica, la linea retta è infinita!

Giorgio Siri

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