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ATTUALITÀ

ATA: malessere continuo

Il malessere di ATA, che porterà alla cessione di un ramo aziandale ad un gestore privato, come abbiamo già riferito, è ben evidenziato nelle seguenti considerazioni, diffuse dalla Segreteria della Federazione Provinciale del Partito Socialista Italiano di Savona:

“ATA spa, una Società pubblica che nel 2016 aveva un volume d’affari della società di circa 23 milioni di euro, contro 13 milioni del 2011 e 12,5 milioni del 2012, con un monte occupazionale di circa 220 dipendenti, si ritrova oggi nel 2018 a cedere il 49% delle azioni della Società, per un evidente dissesto economico che ha portato la Società nel 2017, con l’ingresso della giunta comunale del sindaco Ilaria Caprioglio, a dichiarare 14 milioni di debiti come affermato dall’assessore al bilancio Silvano Montaldo.

Ecco che come Federazione Provinciale del PSI di Savona, portiamo a conoscenza alcuni dei passaggi che hanno caratterizzato il percorso della Società ATA Spa dal 2016 al 2018, un percorso che ha visto l’avvicendarsi di una Amministrazione di Centro Destra ad una Amministrazione di centro sinistra, politiche differenti, cambi di strategie, cambio di consiglio di Amministrazione della Società che ha portato alla nomina di Alessandro Garassini presidente, consiglieri Matteo Debenedetti e Adriana Del Borghi, nomine politiche al centro di non poche polemiche e con in atto una vertenza sindacale a seguito dello stato di agitazione dei lavoratori, alla fine la Giunta Caprioglio ha fatto la voce grossa (in quanto socio di maggioranza con l’85% delle quote) e così dal nuovo Cda sono stati esclusi i piccoli comuni, che sono rimasti vittime della spartizione di poltrone del Centrodestra necessario a mantenere gli equilibri di coalizione, tutto questo a discapito delle necessità di una Società di passare attraverso un piano economico/industriale di risanamento e operatività che negli ultimi periodi è seriamente mancato.

Insomma una Società che veniva da un passato di crescita del volume di affari ma probabilmente con perdite di esercizio e forte mancanza di liquidità. Il PSI a questo si pone alcune domande:

a) Come è possibile arrivare ad un passivo di 14 milioni di euro senza preoccuparsi di chiedere una verifica dei Bilanci, e stilare un piano industriale di risanamento per pensare solo ad una svendita di una Società la cui proprietà è per l’85% dei Savonesi, e cosa ne dicono i restanti soci, cosa scrivono i verbali di queste riunioni dei Soci, e come mai il silenzio dei piccoli soci è stato evidente a tal punto da essere quasi una accettazione supina di un dato di fatto.

b) Perché il piano industriale continua a non vedersi o meglio forse lo scriverà il curatore indicato dal Tribunale di Savona, o probabilmente oggi scopriamo che lo scriverà il nuovo socio a nome di un Presidente della Società che sino ad oggi è stato completamente assente e non in grado insieme al suo nuovo consiglio di Amministrazione di redigere un piano industriale che fosse lo strumento primario per passare attraverso il risanamento della Società, e se questo è stato fatto dov’è il nuovo Piano Industriale, e i soci di Minoranza ne sono a conoscenza SI o NO.

c) Quale sarà il futuro di ATA resterà a maggioranza pubblica dopo la cessione della quota del 49%, e questo 49% è stato ceduto interamente dal Comune di Savona o pro quota dai Soci che detenevano il 100%, e quando avranno i cittadini Savonesi la compiacenza di conoscere dal loro Sindaco quello che sarà il destino di una Società portata al collasso dalle varie Amministrazioni Savonesi, e quali garanzie verranno date sul mantenimento dei livelli occupazionali per l’avvio di una raccolta differenziata che raggiunga gli obbiettivi di legge, e quali garanzie avranno i cittadini che non vi saranno aumenti sulle tariffe e contestualmente che avremo una città pulita, e non come in questi due anni intere vie in cui lo spazzamento non si è mai visto, o cassonetti vetusti, e raccolta dell’umido di cui la colpa secondo il Mega Presidente è dell’abitudine dei Savonesi.

d) Perché caro Presidente se l’attuale sistema di raccolta differenziata non funziona, non è stato cambiato in ben due anni.

e) Ma per concludere se nel 2005/2006 la società presentava bilanci in utile come ci spieghiamo una perdita di 14 milioni nel 2017/2018, e allora ci domandiamo ma gli azionisti hanno controllato, erano coscienti del dissesto economico che si stava creando.

A questo punto il PSI vuole chiarezza da chi ha avuto la gestione della cosa pubblica, vogliamo vedere bilanci certificati, vogliamo capire cosa è successo, ma soprattutto non accettiamo i piagnucolii della Lega che dice che è stato un Golpe di Agosto, quando già a Giugno avevano deciso per la vendita delle quote in Giunta, e poi chiediamo che il Presidente e il suo consiglio di Amministrazione si dimettano immediatamente in quanto non hanno avuto la capacità di rimediare ad una situazione che era si difficile ma poteva essere rimediata, perché diversamente caro Ass.re Montaldo più onesto sarebbe stato nominare un Amministratore per passare attraverso un concordato preventivo con i creditori e un piano di risanamento dell’Azienda.

Inoltre come ultimo il Psi chiede alle parti in causa, quindi alle Forze Politiche che hanno gestito per conto dei cittadini una Società di cui il Comune ne era proprietario all’ 85%, che dichiarino il fallimento delle loro gestioni e chiedano scusa ai cittadini Savonesi che in questi anni anno sempre pagato le tariffe che gli venivano propinate con tanto di proclami di efficienza e crescita del sistema di raccolta della nettezza urbana cittadina.

Basta con questi sprechi di denaro pubblico, basta con Consigli di Amministrazione che sono solo l’espressione delle spartizioni della Politica, basta vogliamo una Amministrazione che programmi la crescita di una città come Savona e soprattutto basta con le dispute politiche del migliore della classe, lavoriamo tutti insieme maggioranza e minoranza per il bene della città e dei suoi cittadini, nessuno di noi gode a vedere la Città ridotta nello stato in cui è stata ridotta, e soprattutto basta con lo scarica barili dei dipendenti e delle loro presenze, se non si è in grado di gestire i dipendenti o non si conoscono le dinamiche che governano i cicli operativi si rassegnano le dimissioni”.

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