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Calciando in rete. La meglio gioventù del calcio italiano. Dov’era e dov’è.

“La meglio gioventù” è un film meraviglioso seppur drammatico del 2003, diretto da Marco Tullio Giordana. L’opera vincitrice a Cannes nella prestigiosa sezione “Un certain regard”, racconta trentasette anni di storia italiana, dall’estate del 1966 fino alla primavera del 2003, attraverso le vicende di una famiglia romana. Il suggestivo titolo della pellicola che è ispirato alla omonima raccolta di poesie pubblicata nel 1954 da Pier Paolo Pasolini voglio prenderlo in prestito per presentare le carriere sportive di 10 giovani calciatori che si stanno prepotentemente affermando sui palcoscenici della Serie A italiana cercando di capirne percorsi e traiettorie.
Ripartiamo infatti, ancora una volta (non ci stancheremo mai di farlo) proprio da loro, dai giovani talenti. Del resto se come pare di notare i campioni non vengono più in Italia, c’è un solo modo per tornare grandi: crescere noi i futuri campioni. Niente di impossibile, per chi, storicamente (il ricordo va ai nostri eccellenti vivai d’un tempo) di giovani campioni ne ha cresciuti molti. Tanti, infatti, sono arrivati nel Belpaese da perfetti sconosciuti, per poi andarsene da top player affermati: è il caso di Lavezzi, Cavani, Jovetic e di molti altri. La lista è lunga, la verità però è una sola: in Italia passano tanti dei giovani migliori. Ne ho individuato “dieci” già pronti (come si ama dire in gergo) a recitare il ruolo da protagonisti.Sarà interessante esaminarne la provenienza per cercare di capire quali società in effetti al di là dei proclami di comodo concorrano realmente alla formazione delle future stelle.

1) Nicola Leali (Castiglione delle Stiviere, 17 febbraio 1993)Le mani sul futuro. Malgrado la giovane età, Leali vantava nel 2015 già 91 presenze in Serie B, tra Brescia dove è nato calcisticamente), Lanciano e Cesena. Ed è un prospetto di assoluto interesse, tanto che la Juventus,se lo è assicurato nel 2012, sborsando circa 5 milioni di euro. Fisicamente imponente (191 centimetri per 80 kg), Leali dispone di un ottimo senso della posizione e di riflessi prontissimi, che gli hanno permesso di esibirsi in parate al limite del reale. La sua crescita è continua, stagione dopo stagione: sta migliorando anche per quel che concerne la comunicazione con il pacchetto difensivo e il gioco con i piedi. Per lui, è arrivato il tempo della Serie A: Cesena lo ha chiamato, con vista Juventus… Queste le parole dell’ex presidente del Brescia, L.Corioni : « Leali? Sarà il nuovo Buffon della Juventus. Loro hanno già il numero 1 al mondo, ma hanno acquistato comunque il più forte, giovane portiere italiano per il futuro che attualmente c’è in circolazione».Dopo Cesena, Leali ha militato nel Frosinone, nell’Olympiacos e nello Zulle Waregem.

2) Daniele Rugani (Sesto di Moriano, 29 luglio 1994). Prospetto di assoluto interesse. Nato in provincia di Lucca, Rugani è cresciuto calcisticamente nell’Empoli. Il club che, nell’estate del 2012, lo ha ceduto in comproprietà alla Juventus: merito di Fabio Paratici, direttore sportivo bianconero, tra i migliori nello scovare giovani talenti. Fisicamente prestante – 188 centimetri per 78 kg -, Rugani è un centrale puro di difesa. Ricorda molto Barzagli per senso della posizione e capacità di leggere con anticipo la giocata, ma è anche dotato di una tecnica sopraffina e di un innato senso del gol. Nella stagione 2014, la prima da professionista, ha giocato 40 partite su 42 con la maglia dell’Empoli di Sarri, finendo sul taccuino dei marcatori in due occasioni. E, soprattutto, senza mai farsi espellere: sono solamente tre i cartellini gialli ricevuti in tutta l’annata. Sinonimo di correttezza, oltre che di qualità.

3) Daniele Baselli (Manerbio, 12 marzo 1992). Predestinato. Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, è ritenuto, in prospettiva, uno dei migliori registi del campionato italiano. Come Pirlo, anche Baselli nasce trequartista, salvo arretrare il proprio raggio d’azione con il passare degli anni. Con la formazione ‘Primavera’ della Dea, in particolare, riesce a mettersi in mostra proprio nel ruolo di regista. Poi, dopo due stagioni al Cittadella, il ritorno all’Atalanta, agli ordini di Stefano Colantuono: 28 presenze alla prima stagione in Serie A e gli occhi delle big – Juventus in primis – su di lui. Già, perché il centrocampista bresciano ha classe, grande visione di gioco e, dote non da tutti, tanta personalità. Dopo il prestito al Cittadella è esploso nel Torino di cui è un punto fermo.

4) Danilo Cataldi (Roma, 6 agosto 1994). Uno dei talenti più cristallini usciti dal settore giovanile della Lazio negli ultimi anni. Lazio, già, la squadra del suo cuore. La premessa è doverosa: Cataldi, nell’estate del 2012, fu avvicinato da emissari del Manchester United, rimasti meravigliati dalle sua qualità e pronti a portarlo da Sir Alex Ferguson. Proposta, però, che il baby biancoceleste rifiutò: meglio la carriera dei soldi. Nasce trequartista, ma ben si adatta anche al ruolo di mezzalaha un’ottima tecnica e un buonissimo cambio di passo, che gli consente di inserirsi puntualmente negli ultimi metri della difesa avversaria. Sa calciare con entrambi i piedi ed è dotato di grande temperamento, caratteristiche che lo hanno reso un punto fermo del centrocampo del Crotone. Cataldi dopo essere stato in cima alla “wish list” di Fabrizio Corsi, patron azzurro dell’Empoli ha spolettato tra Lazio e Genoa per accasarsi ques’anno nel Benevento.

5) Lorenzo Crisetig (Cividate del Friuli, 20 gennaio 1993)Nato calcisticamente nel Donatello di Udine (gloriosa società friulana di cui abbiamo diffusamente parlato) pare sia stato considerato l’uomo giusto per Zeman in quanto dopo tre anni di esperienza in Serie B, tra Spezia e Crotone,  avrebbe potuto fare il salto di categoria proprio gli ordini del tecnico boemo. Come modo di giocare, ricorda Cambiasso o Thiago Motta, anche se con più dinamismo. Sostanzialmente è un uomo d’ordine davanti alla difesa: dispone di un’ottima tecnica e di una grande visione di gioco, ed è molto bravo nel dettare la manovra. Manca, però, nell’inserimento e nella freddezza sotto porta: in 65 gare ufficiali sino al 2015 aveva trovato la via del gol solamente in due occasioni. E’ toccato a Inter, Cagliari e Bologna renderlo il giocatore completo che è oggi..

6) Leandro Paredes (San Justo, 29 giugno 1994). Dall’Argentina con furore. In patria lo consideravano il nuovo Riquelme, sia per l’esperienza comune al Boca Juniors(dove ha fatto tutta la trafila giovanile)sia, soprattutto, per le immense qualità tecniche di cui dispone. Può giocare sia da trequartista che da mezzala: forte tecnicamente e fisicamente, ha un buoni tempi di inserimento e una grande visione di gioco. Dopo essere stato parcheggiato al Chievo Verona per sei mesi, Garcia lo ha rivoluto immediatamente con sé alla Roma in un centrocampo di campioni  come Strootman, De Rossi, Pjanic e Nainggolan. Dopo la parentesi all’Empoli attualmente milita nello Zenit S.Pietroburgo.

7) Federico Bernardeschi (Carrara, 16 febbraio 1994)Ex pupillo di Montella .Toscano di Carrara, ha iniziato a giocare a calcio a 6 anni nell’Atletico e solo dopo un anno è arrivato il trasferimento al Ponzano, scuola calcio dell’Empoli, anche se ad assicurarsi definitivamente il giovanissimo Federico non sono gli stati gli azzurri, bensì la Fiorentina, dove arrivò grazie a Corvino e che a nove anni lo ha inserito nel gruppo dei Pulcini. Ha così fatto tutta la trafila nelle giovanili viola e ci è rimasto fino alla scorsa stagione, nonostante le proposte indecenti di Ferguson, che ha provato in tutti i modi a portarlo all’Old Trafford. Mancino naturale, il talento gigliato ha grandissime qualità, mostrate, in parte, durante l’annata in B giocata con la compagine calabrese. Capace di saltare l’uomo con estrema facilità, Bernardeschi ha dimostrato di essere un trascinatore, anche sotto il punto di vista caratteriale. Tatticamente è duttile: la sua classe gli consente di svariare su tutto il fronte offensivo, compreso il ruolo da prima punta, alla ‘Totti’ nel 4-2-3-1 di ‘Spallettiana’ memoria. Montella lo aveva rivoluto con sé, sebbene il giovane non fosse pienamente convinto: con i viola impegnati su tre fronti, Bernardeschi ebbe così la possibilità di mettersi in mostra. E di fare, soprattutto, il grande salto.Il 24 luglio 2017 è passato a titolo definitivo alla Juventus per 40 milioni di euro

8) Luca Garritano (Cosenza, 11 febbraio 1994)Nonostante la giovanissima età, Garritano può essere considerato già un veterano. Sì, perché a livello giovanile (è nato nel Real Cosenza per poi passare in nerazzurro) aveva vinto quasi tutto – nello stesso anno, addirittura, Scudetto sia con la formazione Beretti che quella Primavera dell’Inter – e era di seguito esordito in Serie A, sotto la guida di Stramaccioni. Nella sua prima stagione, in B, alla prima esperienza da professionista nel Cesena ha disputato un’ottima stagione, in crescendo. E’ poi passato al Modena, ritornato al Cesena è attualmente è nel Chievo VeronaPossiede un bagaglio tecnico non comune, impreziosito dalla sua capacità di adattarsi a diversi ruoli in attacco: esterno offensivo, trequartista e anche seconda punta.

9) Giorgi Chanturia (Tiblisi, 11 aprile 1993). Tante belle parole sul suo conto, sin qui. Il 24enne trequartista ex Saburbalo, Barcellona e Vitesse, Alanija è stato definito per diversi anni il ‘Messi georgiano’. Sì, perché il giocatore è dotato di una classe sopraffine e di una capacità di dribbling sconosciuta ai più. Caratteristiche che, a livello giovanile, lo hanno reso un ‘crack’. Con il passare degli anni, però, Chanturia non è ancora riuscito a confermarsi sotto il punto di vista della continuità. Qualche bella giocata, ma poi discontinuo. E la radice di tutto ciò sta nel suo comportamento: a livello caratteriale, infatti, il georgiano è ancora molto debole, e dunque riesce ad esprimersi solo laddove si sente ‘coccolato’. Non è successo in Olanda e in Romania, non è accaduto in Italia, con la maglia del Verona dove il Bentegodi era pronto a consacrarlo come erede di Iturbe.Neppue al Cluj e al Duisburg. Ci sta riprovando ora nell’Ural in Russia

10) Andrea Belotti (Calcinate, 20 dicembre 1993)Attaccante di primissimo livello. Cresciuto nel settore giovanile dell’Albinoleffe, Belotti è sbocciato a Palermo, con cui ha ottenuto la promozione in Serie A. A dispetto della giovane età, può essere considerato già un giocatore quasi completo: pur non essendo altissimo – 1.81 metri -, nel gioco aereo è tra i migliori in assoluto in Italia, essendo dotato di uno stacco importantissimo. Non solo, però: la fame di gol che lo contraddistingue ha fatto ricordare a molti SuperPippo Inzaghi. Non a Mondonico, il suo primo allenatore, che lo ha paragonato invece a Luca Vialli. È forte tecnicamente, anche sui calci piazzati. In Sicilia doveva essere la riserva di Hernandez e ha finito per prendersi la ribalta da assoluto protagonista, oltre che il posto da titolare.Poi il passaggio al Torino e la Nazionale.È soprannominato Il Gallo, nomignolo proveniente dal cognome di un suo amico d’infanzia che gli ha suggerito di esultare a ogni gol segnato mimando una cresta con la mano aperta sulla fronte

Altri talenti precoci naturalmente aspettano di esplodere o lo hanno già fatto nel corso del girone d’andata di questa stagione 2017/18. In un prossimo numero della mia rubrica darò spazio ai “millenials”.

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