Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Calcio, Letimbro: a tu per tu con il presidente Giuseppe Vitellaro

Una delle società che si è tolta più soddisfazioni nel corso delle ultime stagioni è senza dubbio la Letimbro. Sono lontani i tempi in cui, sul polveroso terreno del Santuario, la squadra collezionava sconfitte su sconfitte in Terza Categoria, eh già, c’era ancora la Terza.

In poco tempo, sotto la regia di mister Dario Roso, i gialloblu hanno fatto il doppio salto, dalla Terza alla salvezza in Prima Categoria. Cosa che poche altre realtà possono vantare, una è l’Alassio, ma con circostanze completamente diverse.

Abbiamo incontrato il presidente Giuseppe Vitellaro per analizzare, tra passato e futuro, il mondo Letimbro. Prima di iniziare la chiacchierata, Vitellaro ci tiene a sottolineare un aspetto a lui molto caro:

“Da tempo ormai, il campo del Santuario non ha a disposizione le tribune e venire a vedere le partite risulta proibitivo per coloro che non possono rimanere in piedi per troppo tempo. Penso ad esempio agli anziani o a coloro con problemi di deambulazione momentanei o permanenti. Una mancanza che danneggia e non poco una realtà piccola come la nostra. Un pubblico numeroso permette non solo di avere un incasso più cospicuo in occasione delle gare casalinghe ma anche di attirare qualche sponsor in più. Penso che l’Amministrazione Comunale, con la quale sono giornalmente in contratto, dovrebbe velocizzare le operazioni per rimettere a posto le tribune. So benissimo che non è facile e che in Comune si sta lavorando a ciò, ma reputo utile ricordarlo. La Letimbro è qualcosa di più di una società di calcio. Si tratta di un’associazione fortemente radicata nel territorio del Santuario e che svolge un ruolo sociale importante. Dovrebbe essere tutelata maggiormente”.

Prima di proiettarci al futuro, guardiamo al passato recente. Avete vinto con merito e a suon di record il torneo di Seconda Categoria con una squadra, a detta di quasi tutti gli addetti ai lavori, nettamente superiore alle altre. Quest’anno, vi siete salvati senza passare dai play out, e con moltissime defezioni importanti, in Prima Categoria, per giunta alla prima partecipazione. Secondo lei, quale delle due stagioni può definirsi “un’impresa”?

“Direi proprio che la vera impresa sia la salvezza di quest’anno in Prima Categoria. Si tratta, infatti, di un torneo estremamente complicato, una stagione lunga nella quale bisogna passare attraverso trasferte estenuanti e affrontare squadre estremamente attrezzate.In Prima, giocano dei semiprofessionisti, penso a molti giocatori dell’Alassio, ma i miei ragazzi sono stati sempre bravi a mettercela tutta in ogni occasione. Il salto di categoria è stato senza dubbio difficile. Eravamo convinti che ci saremmo salvati e sapevamo di poter contare su giocatori forti. Tuttavia, non ci aspettavamo un tale livello di difficoltà. Tutto ciò deve rendere ancora più orgogliosi i ragazzi e lo staff societario”.

Durante le ultime sessioni di mercato, se così possiamo definirle anche in contesto dilettantistico, alla Letimbro sembrava essersi creato un circolo virtuoso, cosa rara in una società che non fornisce rimborsi esorbitanti, grazie al quale ogni anno ai titolari della stagione precedente si aggiungevano pedine di qualità assoluta. Quest’anno, per la prima volta dopo anni, sono partiti due giocatori cardine come Orcino e Carminati. Come se lo spiega?

“Penso che si tratti di qualcosa di fisiologico. Ma ci tengo a sottolineare come la società sia in continua crescita e quanto affermo è dimostrato dal nostro nuovo allenatore Rocco De Marco. Un allenatore che ha un passato tra i professionisti e che, quindi, non potrà che far crescere l’ambiente Letimbro. Rispetto la scelta dei giocatori che hanno deciso di partire e gli auguro le migliori fortune. Noi siamo una società con i piedi per terra e promettiamo solo ciò che siamo sicuri di poter mantenere. La Prima Categoria è un campionato estremamente costoso e non possiamo permetterci quei rimborsi che molte altre società promettono e non sempre mantengono.I giocatori devono capire che ci sono difficoltà economiche a cui una società come la nostra va per forza di cose incontro se vuole mantenere certi standard, cerchiamo infatti di non far mancare nulla ai nostri tesserati: trasferte in pulman, cene e vestiario ad esempio. Le nostre entrate, non avendo settore giovanile, si limitano agli sponsor e alle risorse fornite dalla dirigenza. Non possiamo permetterci di allestire una corazzata ma siamo sicuri che con il lavoro e la coesione si possano ottenere risultati incredibili. Con quattro innesti di qualità, oltre a quelli già fatti, non ci precludiamo il difficile sogno play off, eventualità che la società sosterrà con tutte le sue forze. Chi vuole rimanere con noi deve credere fortemente nel progetto e nei valori della nostra società. L’obiettivo deve essere in primis quello di divertirsi, il calcio a questo livello non può e non deve diventare un lavoro”.

A centrocampo perdete Ferraro e Orcino e rientrano a pieno regime Delbuono e Ciccaglioni, Letimbro più forte o più scarsa in quel reparto?

“Direi equivalente. Il rientro di questi due giocatori compensa alla perfezione le due partenze.Siamo molto contenti di poter contare su giocatori del calibro di Lorenzo Delbuono e Matteo Ciccaglioni. Su quest’utlimo la società ha seriamente investito acquisendo il cartellino dal Legino, a testimonianza di quanto la società creda in lui. Non ci fermiamo e altri giocatori sono in predicato di approdare in gialloblu per rinforzare la linea mediana.Due, Altomare e Cossu, hanno già firmato”.

E in attacco? Oltre a Carminati avete perso anche Barile

“Al momento nomi non ce ne sono ancora, o meglio, i nomi ci sono ma preferiamo lavorare senza proclami. Abbiamo inserito dei giovani interessanti, come Vincenzo Cela, al fine di dare una rinfrescata anagrafica alla rosa”.

Quale obiettivo vi siete posti con De Marco?

“Appena diventato l’allenatore della Letimbro, il mister ha subito affermato di poter fare ottime cose con il nostro gruppo. Vuole fare bene ed è convinto di riuscirci. L’obiettivo è ottenere qualcosa in più della salvezza”.

Dove vede la Letimbro fra tre o quattro anni?

“Spero che in futuro la Letimbro non cambi il suo dna di grande gruppo con giocatori che sono prima di tutto persone pulite e il cui obiettivo principale è quello di divertirsi. Giocatori che hanno fiducia nella società e nel rispetto dei ruoli. Voglio una Letimbro in continua crescita, una crescita sostenibile, ovviamente”.

Rispondi