Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Concordia

Nuova rubrica de L'Eco a cura di Fiorenzo Timori

Questa nuova rubrica, è denominata Concordia, sembra quasi il nome di una nave della gloriosa Costa Crociere, che salutiamo con orgoglio ogniqualvolta una di queste attracca agli antichi moli del nostro Porto, il Porto di Savona. Il porto di Savona ignobilmente interrato dai genovesi nel 1528. Tanti lustri sono passati da quel tempo, ma le ragioni per cui Genova e Savona continuano, tra loro, di fatto una guerra fredda e silente sono ad oggi poco comprensibili e tantomeno condivisibili e sbagliati che vanno contro gli interessi dei Cittadini e della Collettività, più in generale. E’ giunta indubitabilmente l’ora anche se molto tardiva, di progettare una forte alleanza tra le due città che distano tra loro uno sputo “controvento”. E’ una delle prime cose che insegnano i vecchi marinai a quelli giovani,…..”mia suenu nu sta a spià cuntra ventu, che te riturna addossu, descite”! (senti ragazzo non sputare controvento, che ti ritorna addosso, svegliati). In realta’ Genova e Savona si sputano addosso, ma sono sempre controvento, almeno in Liguria, cosi come i ciclisti da strada quando vanno a Ponente il vento è a sfavore, ma tornando a casa sperano nel vento a favore e si sbagliano che quasi sempre il vento è di nuovo a sfavore, mutevole e arrogante, non prevedibile. Sono vite dure quelle dei pescatori e dei ciclisti. Una vita controvento! L’unica soluzione sarebbe la concordia…..l’etimologia della parola è ben delineata da Orazio (epistole 1,12,19) dove asserisce: quid velit et possit rerum concordia discors e cioè: “quale sia il significato e il potere dell’armonia discorde delle cose” riferendosi ad Empedocle, che concepiva l’universo come perpetua lotta fra due principi contrari, l’Amore e la Discordia. Scendendo a livelli meno filosofici e più terreni, più concreti e calzanti, mi chiedo e chiedo a Voi Lettori: non appare attuale come quanto sopra, con le dovute rettifiche, possa riferirsi all’atavico duello impostato dalla vecchia e nuova politica? Spiego ed argomento; in Politica, (quella con la P maiuscola, ad oggi merce assai rara), strumento indispensabile per dirimere le questioni anche di respiro e portata nazionale in un paese moderno e Democratico, ebbene oggi la politica si estrinseca in un modello stantio, non più tollerabile dalle Cittadine e dai Cittadini di ogni ordine e grado e quindi per esmpio se il Centro destra propone una soluzione e presenta un progetto, un minuto dopo il Centro sinistra respinge e/o boccia tale ipotesi di soluzione, solo perchè proposta dallo schieramento opposto. Ovviamente in altre sistuazioni accade l’esatto contrario. Il risultato è che il problema affrontato resta tale e ricomincia un altro percorso che molto spesso porta ad identico risultato. Discordia tra le parti, di Governo e di Opposizione laddove si alterna l’utilizzo della medesima tattica e con identica strategia fallimenta e obsoleta. Il problema resta tale e la soluzione spesso sotto gli occhi di tutti non viene individuata dato l’atavico duello tra Maggioranza e Opposizione. Basta urlano i giovani non recandosi al voto, preferendo il grande fratello a telegiornali e rubriche di dibattiti politici ormai tutti loro intrisi della stessa malattia: La logica di parte. La soluzione in Politica, assolutamente intuitiva logica e totalmente praticabile sarebbe una innovativa quanto banale applicazione, utilizzare almeno in via sperimentale  l’utilizzo della CONCORDIA nei dibattiti, durante le contrattazioni in genere, in Parlamento, durante tutta l’attività governativa, durante i confronti tra maggioranza e opposizione in ogni terrirorio, in ogni comune, in ogni Provincia in ogni Regione, La concordia diventi uno stile di vita. Si dibatta e si discuta, entro tempi prestabiliti ragionevoli, ma decidendo rapidamente e concretamente per risolvere il problema abbandonando le posizioni stantie che da sempre caratterizzano l’attività politica di maggioranza e opposizione. Prima la soluzione del problema, la realizzazione del progetto, solo successivamente ulteriori incontri e scontri per apportare eventuali significative modifiche proposte da maggioranza e opposizione nel rispetto di tassativi tempi prestabiliti e concordati per legge. Maggioranza e Opposizione messi seduti ad un tavolo nazionale affrontano il problema, per esempio del cattivo funzionamento odierno delle Autostrade in tutta Italia. .Il Ministro delle Infrastrutture Giovannini spiega “che le nostre autostrade sono vecchie e bisognose di lavori straordinari per la messa in sicurezza già evidenziato da un rapporto OCSE del 2009”. Serve un investimento straordinario di manutenzione generalke especifico in alcuni casi, per rendere totalmente sicuri ponti e viadotti e assicurare condizioni adeguate per i cambiamenti tecnologici che galoppano alla velocità della luce. Il tema è strutturale, non contingentale, non è “una tempesta estiva”. dobbiamo acquisire coscienza e consapevolezza di ciò. Gli interventi progettati non sono più rinviabili, sono urgenti. Il pensiero va immediatamente alla Liguria, e alla A14; abbiamo promosso tavoli tecnici concentrandoci sulla sicurezza, prevedendo la sospensione dei lavori nei fine settimana estivi a partire da metà luglio. Servono urgenti piani economici-finanziari adeguati. Serve rapidità decisionale adeguata alla gravità della situazione contingenti. I dibattiti e le più differenti posizioni politiche devono terminare per lasciar posto  alla realizzazione di interventi concreti e mirati in linea con la normativa vigente in materia di viabilità e trasporti espressamente previsti dalla legislazione stabilita dalla Comunità Europea. Specialisti e  tecnici competenti debbono immediatamente produrre gli atti per utilizzare i fondi CEE, spesso restituiti a Bruxelles e successivamente sanzionati per il mancato utilizzo. Perchè non riflettere a fondo su ciò che scriveva e sosteneva Luigi Einaudi:

migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per scoraggiarli o ostacolarli.

E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro, pur sostanzialmente legittima.

Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria Azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno e l’utile.

Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria Azienda prodigano ogni energia e investono quasi tutti i capitali per ritrarne di sovente utili di granlunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere da altri meno faticosi e complessi impieghi………..

Se volete approfondire, contattattatemi

fiorenzo.timori@gmail.com

Rispondi