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CRUDELTÀ: APPARTIENE SOLO ALLA SPECIE UMANA?

Dalla guerra Russo Ucraina alla strage di Uvald, esempi di cronaca relativi ad una peculiarità dell'essere umano, le teorie di Lorenz e Fromm possono aiutarci a capire meglio

 

Volessimo compiere un rapido sguardo relativo alla storia dell’uomo, possiamo affermare con sicurezza che sia sostanzialmente impossibile indentificare uno specifico periodo (inteso in anni) in cui possa valere la seguente affermazione: “Quest’anno è risultato privo di conflitti” (ovviamente senza troppo distinguere tra guerre, guerriglie e tutti i vari sinonimi della parola conflitti armati).

 

Nel Mahâbharatam (IV a.C), antico poeta indiano si legge: << Bhima gli calcò forte il petto, gridando a gran voce a tutti i guerrieri: “Chi di voi ha la forza di difendere costui, perché io non gli tagli questo braccio?” E insultando violentemente i guerrieri e l’agonizzante, Bhima, tagliò mano e braccio a Dushsâna e con quella stessa mano lo schiaffeggiò, e con quella stessa mano lo colpì, e sembrò fulmine in mezzo alla battaglia. E spaccato poi il petto al caduto, e troncatogli la testa con la spada, ne bevve Bihma il tiepido sangue, e assaporandone ogni sorso, esclamava: “Più del latte materno, più del miele e del burro, più di qualunque squisita bevanda al mondo m’è dolce il sapore del sangue di questo nemico” E guardando il corpo di Dushsâna morto, il tremendo Bhima, ventre di lupo, con l’animo traboccante d’ira, rise forte e soggiunse. “Che altro mi resta da fare? La morte ti difende!”>>.

 

Sicuramente abbiamo appena letto un notevole esempio di crudeltà, espressa in uno scontro tra parenti ( i protagonisti sono discendenti della divinità Krishna).

 

I recenti avvenimenti di cronaca (guerra Russia Ucraina, strage di Uvald Texas, U.S.A) riportano ad interrogarsi sul tema dell’aggressività umana. Aggressività deriva dal termine latino aggredior che vuol dire assalire, andare verso, iniziare, è un parola che presenta però una molteplicità di significati; ciò ha fatto sì che ancora oggi non esista totale concordanza quando essa è utilizzata in ambito scientifico. Abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori una sintetica visione di due importanti studiosi riguardo l’origine e la gestione dell’aggressività.

 

L’etologo Konrad Lorenz, vincitore del premio Nobel nel 1974, aveva riscontrato la presenza dell’aggressività in tutto il mondo animale. Egli citava sempre due esempi macroscopici relativi alle nostre erronee conoscenze: i lupi e le colombe.

I lupi sono noti come una specie animale particolarmente aggressiva e cattiva, (non a caso è sempre il protagonista malvagio delle favole), è però l’animale che lega le relazioni più forti e durature con i propri simili. La colomba è simbolo della pace, molti sarebbero sorpresi se osservassero gli scontri intraspecifici tra questi animali relativi al predominio sessuale; sono cruenti e causano gravi ferite fino (rarità nel mondo animale) a causare la morte di uno dei due contendenti.

Konrad Lorenz ritiene l’aggressività un istinto innato dell’essere umano che la società deve cercare di incanalare e controllare, pur sapendo che esso è sostanzialmente ineliminabile. Le condizioni della vita moderna sono solamente riuscite a potenziare le manifestazioni di aggressività, in quanto tendono a reprimerle in ogni modo. Questa è la ragione per cui la crudeltà è riscontrabile unicamente nell’essere umano. I comportamenti crudeli manifestano notevoli componenti culturali, che spesso rendono inefficaci i segnali di resa specie-specifici da sempre espressi nel mondo animale, la moderna guerra tecnologica, la quale tramite sofisticati strumenti tecnologici distanzia lo spazio e il dolore tra la vittima e l’aggressore ne è un tipico esempio.

 

Lo psicoanalista Erich Fromm esprime una posizione piuttosto articolata.

Parte dalle basi poste da Sigmund Freud, per cui la civiltà richiede un notevole sforzo di repressione o di sublimazione pulsionale.

Fromm concorda con le osservazioni di Lorenz sul fatto che la crudeltà sia una peculiarità umana, ma non la considera una conseguenza inevitabile, Fromm ritiene che la soluzione possibile sia quella di coltivare e dedicarsi alle proprie passioni. L’aggressività è compensata dallo spirito cooperativo e dalla ricerca di un senso della vita. Gli animali possono limitarsi ai bisogni primari, mentre l’uomo, tramite le passioni ha la possibilità di evolversi ulteriormente e di riflettere.

Se l’essere umano si limitasse solamente ad esprimere i propri istinti la civiltà non sarebbe stata possibile.

Questo è il costante dilemma e la scelta che in fondo è posta a tutti noi, anche nel semplice agire quotidiano.

Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

 

 

 

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