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Da Siptel a Telecom la storia della telefonia italiana

La SIP (Società Italiana per l’esercizio telefonico) segnerà la storia della telefonia italiana, nasce dalla fusione di Siptel, Telve, Timo, Teti, Set nel 1985, inserita nel gruppo IRI, con capitali provenienti dalla nazionalizzazione della Società Idroelettrica Piemontese 1964 di cui conserva il nome. In collaborazione con la Rai gestisce la filodiffusione.  All’inizio ha 4,2milioni di abbonati e 27.600 posti telefonici pubblici che raddoppierà nel 1970. Interessante la prima fibra ottica, viene posta a Roma per 16Km nel 1979. Nel 1994 con una operazione di privatizzazione travagliata, forse nata male, diventerà, Telecom Italia. Negli ultimi 5 anni cambia 4 Amministratori Delegati, l’ultimo Luigi Gubitosi, proveniente da Alitalia, viene salutato con entusiasmo dall’intero Governo, ha preciso incarico di sviluppare, completare sull’intero territorio nazionale la banda larga, operazione già messa in campo dal Governo Renzi,  con obiettivo, sogno, riportare, prendendo esempio dall’Inghilterra, la telefonia nell’area pubblica, evitando troppe ingerenze private straniere (dopo la francese Bolloret anche l’americana Eliot) Il grosso problema della situazione sono il 22.000 dipendenti e il notevole l’ammontare dei debiti,  circa 26miliardi. Certamente tante, troppe attività sono in mano straniera con conseguenti rischi per molte notizie economiche, finanziarie, politiche private degli Italiani. Forse sono state sbagliate le strategie, specie per Vivandi che pare volesse usare Tim  per arrivare a Mediaset, rischiando di restare a bocca asciutta. Più pratici,  forse chi ha valutato bene la situazione sono gli americani Eliot.

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