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CULTURA

Dino Gambetta: tra fiabesco ed onirico

Gulli-Atelier mostra Dino Gambetta

E’ in corso sino al 27 settembre prossimo, presso la galleria Gulli Atelier di Savona, in corso Italia 201 r, un’esposizione dedicata a Dino Gambetta. Pittore soprattutto, ma anche ceramista e occasionale visitatore di altre esperienze, Gambetta è nato ad Albisola nel 1954, si è formato nell’ambito artistico albisolese ed ha esposto per la prima volta, nel 1977, al Pozzo Garitta. Da allora sono state numerose le mostre personali che lo hanno visto protagonista.
Personalità unica, nel panorama degli artisti savonesi, Gambetta si distingue per un’apparente tendenza “naive”, che si desumerebbe dalle sue ambientazioni in campagne idealizzate nelle quali tutto è serenità, allegria, colori vivaci, popolate da uomini ed animali dalle sembianze ispiranti tenerezza, in attitudini gioiose e pacifiche.

Ma il mondo fantastico di Gambetta, con le sue case rurali rammentanti tipi di cascine che esistevano ed esistono ancora nelle campagne dei dintorni dei nostri paesi, quando non hanno subito eccessive metamorfosi di ristrutturazione, rimanda ad un senso artistico più complesso, nato da una visuale o da una percezione delle cose rimasta impressa, dai tempi dell’infanzia, nella mente di un bambino sensibile, che di quel microcosmo familiare ha saputo cogliere l’intensità e la poesia e lo ha trasmesso nella pittura, con tanta forza di persuasione! E’ il sentire del fanciullino pascoliano, o anche, se vogliamo formulare un altro paragone, magari un po’ ardito, il riecheggiare delle melodie suonate dai musicanti ebrei di villaggio o dalle fanfare dei reggimenti di soldati in transito, che il piccolo Mahler ascoltava nell’osteria dei genitori e che, divenuto compositore, introdusse con tanta maestria nelle sue grandiose sinfonie…!

C’è di più; un commentatore acuto ha ravvisato in Gambetta un tratto di Chagall, ma vi potremmo scorgere anche una certa vena di Kandinsky della prima maniera, dei tempi del”primitivismo” delle avanguardie russe, che dipinge paesaggi o scene di vita delle genti di campagna russe, improntati ad una visione quasi ingenua, infantile…In taluni paesaggi di Gambetta, tra quelli esposti, dove dominano colori più scuri, il raffronto con Kandinsky quasi impressiona!!
Nel mondo di Gambetta, e ciò è essenzialmente suo, compaiono personaggi fantastici, uomini o donne che volano, ragazzi che cavalcano pesci, acciughe grandi come dirigibili che hanno una casetta sul dorso; spesso un “viaggiatore” di costa osserva e descrive ciò che ha visto. Emblema del viaggiatore di mare Gambetta che, uscito dal suo ambito, ha tanto visto e registrato? Poi vi sono presenti i riferimenti ad un mondo di campagna ancestrale con tutti i suoi animali, specie da cortile, compagni inseparabili dei vecchi agricoltori, e poi i proverbi, come nelle antiche raffigurazioni medievali sulle facciate delle cattedrali…o fa capolino un bestiario fra realtà e fantasia, come la foca monaca che mangia l’uva, ed a quanto pare accadeva realmente, sulla costa di Bergeggi, più di un secolo fa’! Una parta visionaria e fantastica fondamentale quindi, una materia fiabesca tradotta da tutti i ricordi sommati nella mente di un bambino sensibile ed estroso divenuto artista ma artista sempre bambino, verrebbe da dire!! Anche se poi la pittura di Gambetta ha un segno tante volte incisivo e forte, sotto l’apparente candore.

Un altro segno particolare, nell’opera di Gambetta, sono i “totem”, aste su piedistallo dove spesso compaiono i suoi amati animali, come galli o pesci, passione ispirata forse da una predilezione per le banderuole che si mettevano, un tempo, sui campanili, e su cui, tante volte, era fissata l’immagine di un gallo.
Ed è intimamente collegata alla fantasia ed alla visionarietà anche una vena onirica, nell’opera di Gambetta, del resto i suoi personaggi volanti, i suoi grandi e bonari pesci guizzanti al passaggio di una nave oppure, estemporaneamente, due “Maye desnude”, di goyesca reminiscenza, una “Donna del marinaio” con accanto un gattone che se la dorme tranquillo e una “Donna del destino” che vola in un buio spaziale su tre colline verdi, riportano ad immagini di sogno. L’Arte, d’altronde, non è anche sogno? sogno collettivo? e la capacità di raffigurare tale sogno collettivo ci sembra un sostanziale messaggio di cui Gambetta, anche poeta ed autore di racconti per bambini, è il portatore.

Giorgio Siri

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