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E’ morto a 63 anni Massimo Cappanera, sindacalista della CGIL Liguria

Il Funerale Martedì 31, ore 11.30, Chiesa Regina Pacis di Genova

Di Bruno Spagnoletti

 Massimo non c’è più, se ne è andato la mattina dell’ultima domenica di ottobre, stroncato da quella brutta bestia che ancora oggi falcia tante vite, ancora troppo giovani per essere piante e perdute per sempre.

Massimo era ancora giovane, a soli 63 anni ha lottato come un leone come era nel suo modus vivendi, ma non ce l’ha fatta!

Massimo è entrato giovanissimo nelle Poste e ha iniziato a lavorare presso il Centro smistamento pacchi di Terralba, iscrivendosi subito alla CGIL dei Postelegrafonici e aderendo al PCI.

La sua curiosità, il suo attaccamento ai diritti e la sua empatia verso i suoi colleghi operai e impiegati, è stato il volano della sua elezione a Delegato di base della CGIL e a membro del Direttivo Provinciale del suo Sindacato di Categoria di Genova.

Nel suo incarico sindacale cresce di professionalità e si misura con la cucina negoziale del Sindacato sempre attento alla mediazione, alle intese negoziali con la Controparte, distinguendosi per ragionevolezza e pragmatismo, ma mantenendo ben ferma la barra dei diritti dei lavoratori.

Fu per queste sue competenze che venne chiamato a svolgere un ruolo di Direzione a tempo pieno nella “grande” Fiom CGIL di Genova (i mitici metalmeccanici).

Non furono anni facili quelli a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.

La Fiom CGIL era non solo sotto attacco di ristrutturazioni e chiusure di una lunga lista di grandi e piccole aziende, ma era anche destabilizzata da una sorta di guerra per bande interne che aveva indebolito l’affidabilità e la fiducia dell’allora Gruppo Dirigente.

In quelle battaglie, Massimo sceglie la base riformista e consolida la sua direzione pragmatica e affatto ideologica.

Massimo va in minoranza al Congresso della Fiom, dove vince l’ala estrema movimentista e poco acconcia alla contrattazione negoziata che si chiudeva con intese di mediazione.

Fu così che lo chiamammo a lavorare nella CGIL Confederale della Liguria dove ha svolto significativi incarichi di apparato e di servizio a supporto della Segreteria Confederale, sino a diventare responsabile del settore artigianato, della bilateralità, del mercato del lavoro, della salute e sicurezza.

Massimo Cappanera ha ricoperto, infine, l’incarico di vicepresidente dell’Eblig, l’ente bilaterale costruito dal negoziato tra le Parti dell’artigianato Liguria e di Consigliere di amministrazione della CGIL nel Fondimpresa Liguria.

Questa mi pare essere la “figura” pubblica del Sindacalista CGIL Massimo Cappanera per cui tutta la CGIL della Liguria lo piange e lo onora.

Poi c’è l’uomo Massimo e la sua vita di relazioni con amici e colleghi del Palazzo della CGIL in via San Giovanni D’Acri, ex Sede dell’ILVA a Cornigliano.

Massimo aveva il suo ufficio accanto alla mia stanza.

La prima volta che l’ho visto è stata come l’ultima: un Ragazzone specchio della salute con il sorriso scolpito sul suo volto da “bambinone” e il “Vocione” dell’uomo maturo che non deve chiedere mai.

Era di una bontà smisurata; un uomo probo e onesto da cui, alle spalle, non sarebbe mai venuta una mala parola; anche se il Palazzo non era proprio un circolo delle Dame di San Vincenzo e le frecce spesso viaggiavano nel lungo corridoio del Pensatoio dei passi in compagnia!

Massimo no, non partecipava a combriccole di alcun genere, con l’unica eccezione per il Suo Genoa Cricket and Football Club.

Massimo aveva una capacità di apprendimento, di lettura e di studio impressionante.

Ricordo ancora adesso con un sorriso quando, dopo aver studiato come nessun altro i miei Report sulle dinamiche economiche, sociali, demografiche e statistiche della Liguria, “beccava” qualche mio errore.

Bussava, entrava e sorridendo si sedeva davanti alla mia scrivania e…la prendeva alla larga per paura di offendermi! Partiva dal Genoa e dalla Roma, ma io capivo subito che aveva un jolly nella manica e lo punzecchiavo: dai spara! Dove ho sbagliato? Per il 99% delle volte aveva ragione Lui e torto marcio Io!

Massimo aveva innato il senso delle gerarchie di ruolo e di direzione nella CGIL; ma un siffatto valore lo rendeva “idiosincratico” al pensiero unico, alla demagogia, al parlarsi addosso, caratteristiche tutte che i Sindacalisti tendono ad avere e verso i quali Massimo aveva un particolare atteggiamento insofferente e avversativo.

Ci hai lasciato troppo presto Massimo e che la terra ti sia lieve cum panis.

 

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