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ITALIAPOLITICA

Elezioni ostaggio di sondaggi e social

Il pemsiero politico è un pensiero no un "mi piace"

Si avvicina la data del 25 settembre e sembra che mai come in questa circostanza elettorale i sondaggi siano scatenati, forse per riaversi dalla cantonata presa  in occasione delle elezioni amministrative del 2021  e che lo scrivente non mancò di rimarcare e pertanto rimanda, sempre su queste pagine, al suo “Pensieri cattivi di Halloween” , on line dal 31 ottobre 2021. Ora il bombardamento dei sondaggi è continuo e, sui telefonini ricettori involontari, ne pervengono in quantità: chi in tono di ammonizione, chi in tono di minaccia, chi di esaltata profezia, chi di certezza incontrovertibile…!

I sondaggi hanno una storia interessante. La loro applicazione comune riguardava in origine l’economia ed il marketing, come sottolinea anche l’Enciclopedia Treccani, alla voce dedicata, di cui è autore Renato Mannheimer, esperto riconosciuto del settore.  Quale detersivo per lavatrice o quale marca di caffè sono più acquistati o se va di più il prosciutto cotto, il prosciuto crudo o la mortadella, oppure quale tipo di automobile, nei vari segmenti, è favorita, costituiscono dati interessanti per le industrie e per i consumatori, perchè riguardano prodotti di immediato utilizzo su cui possono influire vari fattori: la qualità, la convenienza, la reperibilità, la pubblicizzazione, così da orientare produttori ed utilizzatori per beni, appunto, già esistenti sul mercato e di giornaliera fruizione; un orientamento politico sarebbe invece più da formarsi, per un elettorato incerto o, apparentemente, non schierato, non da darsi per scontato; un tempo forse erano i giornali a indirizzare le tendenze di voto od a cercare di farlo, fingendo di essere indipendenti magari – quelli non espressamente schierati o come organi di partito o per esplicita adesione ad un pensiero politico – senza esserlo davvero e forse non si può esserlo davvero; ora anche i giornali pubblicano sondaggi invece, per suffragare il successo degli orientamenti politici da essi sostenuti o per far vedere che  gli orientamenti sono quelli se non ne sostengono qualcuno in particolare e, visto che i sondaggi pubblicati favoriscono ora una certa parte, sembra, in pratica, che venga velatamente, ma non tanto, svolta una campagna di propaganda per tale schieramento, anticipando  quello che sarà il responso delle urne, dato per scontato e, a questi punti,  per assurdo, quasi inutile se non fosse che il voto è un passaggio, sinora, previsto dalla legge! Altrochè “par condicio” …!

Ma è giusto, è serio, è consono al diritto-dovere elettorale del cittadino?  E’ rispondente ai criteri di informazione, di cultura, di libertà di pensiero, che servono a maturare un pensiero politico o a sostenerlo se già fa parte delle proprie convinzioni,  avere sulle spalle e sulla coscienza un tale fardello che, a seconda di come un elettore vorrebbe scegliere, incombe sulle idee in cui si crede e vanifica, di fatto,  ciò che si auspica , inducendo a ritenere, per chi non la pensa come la maggioranza del sondaggio, che il proprio voto sarà inutile!  A me sembra siano considerazioni più che pertinenti, più che sensate, o quanto meno che pongano degli interrogativi!  Il lato significativo è forse che la “Democrazia del sondaggio”, più che erede del pronostico di George Gallup, nel 1936, sulla conferma alla Presidenza degli Stati Uniti di Franklin Delano Roosevelt, pare essere il sistema proprio di un corpo elettorale astensionista e scettico nei confronti della politica che comunque, ” se tu non ti occupi di lei, lei si occuperà di te” per citare la famosa frase di Ralph Nader,  e l’astensionista, che ha abdicato al proprio pensiero, si potrebbe supporre, nel caso non si astenesse,  segua quello che va per la maggiore o che si dice vada per la maggiore! Non vado oltre, lascio che siano i lettori a riflettere!

Ancora peggio è il riflesso sui “social”, ormai luogo deputato a tutto! Il tale leader ha avuto tot visualizzazioni, il tal’altro non è più nei primi dieci posti, l’altro ancora è scomparso dalle classifiche, così si legge; specchio dei tempi, certo, modo di vedere e di sentire di una comunicazione ormai diffusa e in- inin- fluente, comunque in voga ed in grande visibilità, specie presso i più giovani, che mette i politici alla stregua degli “influencers”, pur se i politici, lo si deve ammettere,  un po’ tali appaiono e sono…Ma io preferisco pensare alla politica, specie in questo momento, come riflessione, senso di responsabilità, preparazione culturale, proposte serie e non provocazioni o promesse demagogiche che poi non verranno mantenute o diventeranno invise, posizioni chiare,  saper essere all’altezza delle scelte da fare, non battute o botta e risposta, tanto enfatizzate, che sembrano rappresentare il metro per decidere chi deve andare al governo!

Il mio auspicio per le prossime elezioni, sull’importanza delle quali ha fortemente richiamato il collega Bruno Spagnoletti? Non guardare nè sondaggi  nè social, oppure non farsi da loro condizionare e pensare con la propria TESTA!

 

Immagine da Fanpage

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