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CULTURA

Fabio Biale presenta il disco “La gravità senza peso”

Fabio Biale, 37 anni anni, suona il violino da quando ne aveva sei. Il suo interesse ruota principalmente intorno alla musica tradizionale italiana e irlandese. Anche la musica barocca ha un ruolo di rilievo nella sua vita: partecipa infatti al progetto “Celtic-Baroque” da cui è uscito il disco “The passion of music” che si è aggiudicato il premio “Echo Klassic 2015”. Quest’anno sarà in tournée a Milano e a Torino il 16 e il 17 settembre.

La collaborazione con Zibba ha dato ottimi frutti: la vittoria del premio “Tenco” nel 2012 e quella del premio “Bindi” ottenuto con una canzone scritta a quattro mani dai due.

Da dove nasce la passione per il violino e per la musica tradizionale?

“La passione per il violino nasce per caso quando ero bambino, andavo spesso con mio nonno a trovare un cugino e per farmi stare bravo mi mandavano in una stanza dove c’era un vecchio armonium da sacrestia e io suonavo. Una volta terminate le vacanze, ho convinto i miei genitori ad iscrivermi a scuola di musica. Dato che ero piccolo, e lo sono ancora adesso (sorride), il pianoforte e l’organo potevano essere scomodi e, per questo, hanno deciso di farmi provare il violino. Da allora non ho più smesso. Nel tempo,poi, ho aggiunto poi altri strumenti come la chitarra e il pianoforte.

La musica tradizionale? Ho sempre ammirato quegli artisti itineranti che portano la loro musica in giro e allora mi sono infilato il violino nello zaino e ho iniziato a fare come loro . Mi sono interessato a generi musicali in cui il violino giocasse un ruolo importante e che non fossero quelli tradizionali. Da qui, l’interesse per questo tipo di musica. Questo interesse mi ha portato a studiare e a documentarmi soggiornando anche all’estero. Posso tranquillamente affermare di essere più specializzato in questo settore rispetto a quello tradizionale”.

In Italia, il pubblico della musica tradizionale è un pubblico di nicchia?

“In Italia è una nicchia, la musica irlandese negli ultimi due decenni del secolo scorso ha avuto un periodo d’oro, ora meno ma in media in Italia con  i “Birkin Tree” facciamo una settantina di concerti ogni anno. L a musica tradizionale del nord italia è stato tralasciata per molto tempo essendo stata sopraffatta da generi nazional-popolari.  Al sud, invece, le musiche tradizionali hanno avuto sempre un rilievo maggiore. Negli ultimi anni, le istituzioni hanno investito per permettere di riscoprire queste melodie. Al contrario, all’estero  non si tratta di una nicchia o se lo è si tratta comunque di fette di pubblico più ampie e  facciamo anche molti più concerti”.

 

Veniamo al tuo nuovo disco, “La gravità senza peso”

“Sono un uomo da band e mi piace suonare in gruppo. Tuttavia, ho sempre coltivato in privato la passione per scrivere canzoni. Nel 2011 è uscito il mio primo disco “La sostenibile essenza della leggera” e ora ho realizzato “La gravità senza peso”. Sono un po’ la mia coppia sulla leggerezza. Sono canzoni che riguardano allo stesso tempo poco  e tantissimo ciò che faccio. Non è musica tradizionale né tanto meno barocca. Le canzoni presenti sono un mix di linguaggi differenti. Il disco non nasce per il mercato, per questo mi sono sentito libero di inserire ciò che più mi rappresenta, senza filtri, con leggerezza!  Un’estate, per caso, ho incontrato il libro “Lezioni americane” di Calvino e sono stato colpito dal capitolo sulla leggerezza. In particolare, è stata una frase a cogliere la mia attenzione:”Quando Perseo taglia la testa di medusa dal sangue esce Pegaso”. La leggerezza dell’arte dovrebbe significare trovare qualcosa che voli leggero al di sopra della greve  esistenza  di noi esseri umani. Attenzione, leggerezza non significa superficialità. Racconto anche storie non leggere o superficiali (un omicidio, la storia di un partigiano ecc…). Vorrei che venisse fuori il fatto che siamo tutti personaggi di un’umana commedia che, al fine di trovare la felicità, va vissuta con una certa leggerezza”.

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