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“Fantozzi. Una tragedia” di Livermore diventa “prima diffusa”

Un teatro che si apre alla città e a tutta la regione per condividere un momento di divertimento e riflessione con i più celebri personaggi ideati da Paolo Villaggio; in occasione del debutto genovese dello spettacolo “Fantozzi. Una tragedia”, in programma all’Ivo Chiesa dal 30 gennaio all’11 febbraio, Regione Liguria e il Teatro Nazionale di Genova lanciano l’iniziativa “prima diffusa”, pensata per coinvolgere i lavoratori e gli ospiti di ospedali, rsa, carceri e Rems. Il 29 gennaio, in occasione della prova generale dello spettacolo, e il 30, serata della prima, sarà realizzato un video della pièce che sarà condiviso tramite link con tutte le strutture che lo hanno richiesto; grazie a questo progetto, lo spettacolo potrà essere visto in oltre 50 strutture assistenziali, ospedaliere e carcerarie.

“La collaborazione con il teatro è importante”, dichiara il presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio, “e la comicità genovese merita di essere valorizzata”.

Stessa soddisfazione da parte di Alessandro Giglio, presidente del Teatro Nazionale :”Ringrazio il presidente Attanasio e le istituzioni che ci hanno aiutati con fondi e passione senza dimenticare la città intera; questo è lo spettacolo di punta della stagione e Paolo Villaggio è stato centrale per il 20 secolo essendo stato un attore ma soprattutto uno scrittore. Conosco Villaggio e mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto questa rappresentazione; ci saranno importanti iniziative collegate e voglio ricordare la presentazione del libro Operazione Fantozzi di lunedì 5 febbraio alle 17.30 presso il Museo Biblioteca dell’Attore ed il convegno che si terrà il giorno successivo alle 17 al Teatro Ivo Chiesa, in collaborazione con Duferco, in cui si parlerà dei problemi legati alla mancanza del posto fisso”.

“E’importante parlare di Fantozzi a Genova e tutto ciò si incrocia con una parte importante della storia italiana”, afferma il presidente della regione Giovanni Toti, “ricordando che Fantozzi è stato creato nel 1968, un periodo particolare per la nostra Nazione. Proprio in quell’anno il nostro Paese ha messo in discussione l’ordine borghese facendo diventare l’Italia una Nazione industriale; dentro Fantozzi ci sono tutti i cambiamenti di quegli anni. La signorina Silvani ha in sè le libertà sessuali, il cardinale rappresenta la chiesa vicina agli operai ma, nello stesso tempo, paternalista mentre la Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare vuole emulare la borghesia e le sue contraddizioni; la Genova di quegli anni era diversa da allora con un porto chiuso, la presenza delle navi con la stella rossa dell’Unione Sovietica ed i cappotti di pelliccia dei dirigenti. L’opera rappresenta un’analisi storica e la revisione culturale ricordando che si vedrà in 50 realtà liguri tra cui ospedali e rsa; tutto ciò ha in sè un grande valore culturale”.

“La storia italiana è molto importante ed il personaggio di Fantozzi, amato e discusso, fa ridere e riflettere visto che interpreta l’italiano medio del tempo”, prosegue l’assessore comunale Francesca Corso, “ed è molto apprezzato nonostante tutto. Davide Livermore, con grande coraggio, ha portato in scena questa storia affrontando una sfida difficile che ha in sè un’alta aspettativa con grandi risultati; a Genova Paolo Villaggio ha le sue radici ed il teatro risponde ad un pubblico trasversale. In questo modo si riscopre un teatro inedito ed il rientro presso il Teatro Ivo Chiesa ci riempie di gioia; è bello poter rientrare con una prima nazionale ed una produzione tutta genovese”.

“E’fondamentale conoscere la progettualità del teatro e ringrazio l’assessore Corso”, sottolinea Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale e regista dello spettacolo, “ricordando che con i primi tre libri di Fantozzi Paolo Villaggio ci fa conoscere un nuovo italiano. Si raccoglie la narrazione tematica e avremo quattro atti per quattro temi tra cui le donne, la lotta di classe e lo sport; Fantozzi fa vedere la forza dirompente del personaggio da un punto di vista sia umano che politico ricordando che ha 13 mensilità ed un posto fisso, cose che i giovani di oggi non hanno. Questo personaggio è un classico e funziona poichè ha un tema sempre attuale ed il testo, fondamentale per la società, ha sempre qualcosa da dire; sul palco si ricerca la poetica e per la voce abbiamo un grande attore ricordando che imitare è diverso da interpretare. Gianni Fantoni fa Villaggio e per essere artisti occorre imitare ed interpretare; il nostro teatro usa la meritocrazia e quello di creare sia il testo che la produzione è stato un bel viaggio. Le parole sono sia tragiche che poetiche e Fantozzi appartiene a tutti noi; si ride della resistenza alla nostra sconfitta eterna rivelando un eroe tragico che è la vera maschera della nuova commedia dell’arte. Portare tutto ciò in teatro santifica il fatto che è replicabile ed interpretabile ricordando che da oggi Fantozzi può essere interpretato; abbiamo un grande attore anzichè un imitatore e Gianni Fantoni interpreta questo personaggio. Questo è un momento storico per la cultura italiana e voglio ricordare i momenti in cui Paolo Villaggio è eterno interpretando dialoghi classici”.

“Per me tutto ciò è un sogno”, riprende l’attore Gianni Fantoni, “e coinvolgo Villaggio. Imito Fantozzi visto che ho la voce simile ed è bello vedere lo spettacolo e la versione definitiva messa a punto; è importante far conoscere questo evento che rende le persone diverse. Affronto una sfida importante con un’interpretazione inedita; per la prima volta Fantozzi si discosta dal suo creatore e dall’unico interprete. Con Arlecchino è successo così e questo rischio è una sfida plausibile; la maschera di Fantozzi è tragica ed ha in sè una tragedia vista con lontananza dal punto di vista comico. Tutto ciò rappresenta sia la tragedia classica che la comicità ed il personaggio è attuale perchè è l’archetipo del perdente sfruttato; la società peggiora ma è necessario ricordare che Fantozzi ha una casa di proprietà, una famiglia stabile, una pensione garantita e può andare in vacanza. Questo archetipo è attuale poichè tutti lottiamo per essere vincenti”.

“Questo è un lavoro affascinante”, ricorda Andrea Porcheddu, dramaturg del Teatro Nazionale, “ma anche divertente e si scelgono alcune parti da portare in scena. Il personaggio diventa una maschera della commedia dell’arte che unisce tragedia e commedia”.

“Tutti gli attori sono bravi ed ognuno interpreta più personaggi; ringrazio tutti dicendo che spero di portare altrove questo spettacolo”, conclude Davide Livermore.

 

Per informazioni e biglietti : www.teatronazionalegenova.it

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