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CULTURA

Feeling and emotions

di Gabriella De Gregori

L’oggetto-mezzo si fa soggetto e la figura umana diviene mezzo, essa si spande convertendosi in un fondale da palcoscenico, giganteggia ma non si anima mentre cede il suo esserci all’oggetto protagonista, che diviene voce narrante. Lo scambio avviene nell’abbinamento voluto e rimarcato dall’Artista: dipinti che acquistano significati di tessuto dalle superfici “nervose” e corrugate tramite le cuciture di pezze da jeans o da interventi più sofisticati.

La scultura è ricerca di volumi, movimento nello spazio ma è ancorata dalla staticità. Nelle opere esposte l’Artista supera queste incongruenze con l’uso di materiali eterogenei ma è con gli interventi pittorici con i quali tratta la superficie come una pagina  narrante pittorica. Gioca pure con la rotazione del corpo umano fissando e scandendo attimi particolari nel movimento e quando non sia possibile utilizza elementi di uso quotidiano per alludere al battito delle ali, per esempio, e in questo modo conquista lo spazio necessario per la sua realizzazione.

Per questi Artisti, in parallelo, quasi si realizza una perfetta contaminazione tra l’equilibrio classico e l’irrequietezza del contemporaneo sempre alla ricerca di “odissee” artistiche, ma queste filtrate dalla esigenza di perfezione e equilibrio “di buona scuola italiana”: questa è la lezione di Arte Contemporanea che ci offrono le significative opere di Fabrizio Lavagna e Nicola Domenici in perfetta sintonia le une alle altre proprio: Feeling and emotions. .

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