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Due Chiacchiere con l' Arte

Forse del pensiero di Sergio Colangeli

Biografia

Sergio Colangeli nasce nel 1986 a Tivoli, in provincia di Roma, dove tuttora vive e lavora. A seguito di un periodo particolarmente difficile, si avvicina sempre di più alla lettura dei grandi intellettuali, in una sorta di ricerca esistenziale. Nella poesia trova finalmente un mezzo per esprimersi, poiché essa riesce a dare forma e significato a una sensibilità amata e odiata.

‘forse del pensiero’ è la sua prima pubblicazione.                                                                                                                                                  Il libro contiene haiku e tanka dell’autore divisi per stagioni, a ricordare il kigo, elemento tipico e caratterizzante di questi componimenti. La passione per l’ermetismo, la sperimentazione e l’essenziale lo hanno portato a uno studio intenso della materia e alla produzione di questi brevi testi poetici dalla metrica rigida, senza alcuna deroga.                                                                                                                                                                                                  Dalla prefazione del libro a cura dell’editore, la poetessa Alessandra Prospero: “La scrittura diviene dunque ricerca che scava in profondità nel linguaggio (questo peraltro sarà uno dei temi fondamentali dell’ermetismo) attingendo alla letteratura nipponica per restituire istantanee poetiche senza il bisogno di essere descrittivi o dover spiegare. Infatti, l’obiettivo degli Haijin, gli scrittori di haiku, non è quello di descrivere. Haiku e tanka non descrivono, ma carpiscono l’essenza dell’istante. È precisamente in quest’ottica che Sergio Colangeli ci restituisce quegli haiku moments o tanka moments che, strappando il poeta al rumore di sottofondo, rimangono cristallizzati per sempre a illustrare il suo “qui ed ora”.

L’autore decide di non interrompere il pensiero, nemmeno con una involontaria mancanza di silenzio e si mette in ascolto, di sé e di ciò che lo circonda, accomodandosi lieve sui dettami metrici della suggestione orientale.

Perché ricordiamoci sempre che “La parola è d’argento, ma il silenzio è d’oro”.

Di Manuela Montemezzani

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