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ATTUALITÀ

Giovanni Impastato inaugura il nuovo anno accademico all’Unitre di Alassio

“L’associazione ha come scopo la promozione culturale e sociale e vi sono corsi e laboratori per approfondire argomenti”, ha dichiarato la presidente dell’Unitre di Alassio Gabriella Peluffo Schivo durante l’inaugurazione del nuovo anno accademico Unitre, “senza però dimenticare l’aspetto sociale che è molto importante perchè l’Unitre è anche un luogo di aggregazione con dialoghi intergenerazionali perchè i corsi non sono frequentati solamente dagli anziani. L’associazione, aperta a tutti, è nata nel 1981 ed è una delle più antiche della Liguria e tra le attività più seguite troviamo i laboratori di pittura e riciclo e le lingue straniere. Vi sono attività anche a Laigueglia ed Andora e voglio ringraziare tutti i docenti che tengono i corsi a titolo volontario ed il comune per la disponibilità dei locali”.

Stessa soddisfazione da parte del sindaco di Alassio Enzo Canepa :”Sono contento di essere qui e l’Unitre è un laboratorio continuo di cultura ed è anche un ponte tra le generazioni. Ringrazio la presidente per l’ottimo lavoro svolto e mi sento di dire che l’Unitre significa anche crescita culturale e spero di coinvolgere, il prossimo anno, i paesi dell’entroterra come Ortovero, Garlenda e Villanova d’Albenga perchè occorre fare rete ed un paese da solo non può andare avanti”.

“Ringrazio tutti dell’invito e sono felice di essere qui”, ha evidenziato Giovanni Impastato, fratello di Peppino, assassinato dalla mafia il 9 maggio del 1978, “e voglio ringraziare i ragazzi per il bellissimo lavoro da loro fatto. Peppino non era un uomo delle istituzioni ma voleva cambiare il mondo e quando ha deciso di combattere la mafia vi è stata una rottura all’interno della famiglia perchè la nostra famiglia era mafiosa. Negli anni 60 ci recavamo spesso nella tenuta di mio zio Cesare Mandella e per noi la mafia era qualcosa di circoscritto e positivo perchè ci raccontavano che il codice d’onore mafioso ha delle regole che combattono le ingiustizie e devo dire che il  periodo più bello della mia vita l’ho avuto proprio a contatto con la mafia anche perchè non ne conoscevamo i veri risvolti. Dopo la morte di mio zio, ucciso da un clan rivale con una carica di esplosivo abbiamo capito che la mafia era tutto il contrario di cosa ci era stato spiegato fino ad allora e quando abbiamo visto il luogo dove mio zio è morto, mio fratello Peppino ha iniziato a ribellarsi alla mafia. Il 9 maggio del 1978 Peppino è morto esattamente come mio zio e prima della morte di mio zio giocavo con Luciano Liggio perchè lo zio lo nascondeva. Quando ha deciso di ribellarsi Peppino ha fondato un giornale dal titolo “L’Idea” nel quale lanciava accuse e che ha subito riscontrato un grande successo ma viene denunciato per un articolo sul calcio nel quale si denunciava che i ragazzi non potevano giocare per l’assenza di un campo. Mio padre lo ha ripudiato quasi subito con una conseguente conflitto famigliare e lui è subito andato nelle periferie del paese a fotografare gli scempi architettonici del territorio e metteva su pannelli le foto che mostrava alle persone, le quali erano obbligate a vederle. I metodi di Peppino sono attuali ed incontrasi è fondamentale per avere una corretta percezione del territorio che dev’essere difeso dalle speculazioni. Mio fratello ha anche organizzato un circolo chiamato “Musica e cultura” per aggregare i giovani ed ha anche partecipato alla manifestazioni contro al guerra in Vietnam dimostrando in questo modo che era figlio del suo tempo. Per combattere la mafia ha usato l’ironia sbeffaggiano i boss e facendo diventare Tano Badalamenti “Tano Seduto” e voglio ribadire che la mafia è un problema sociale e culturale. Il 9 maggio 1978 Peppino è stato ucciso con un delittp anomalo e venne sequestrato, torturato e fatto saltare in aria nei pressi nella ferrovia per farlo passare come terrorista anche perchè era candidato alle elezioni comunali con Democrazia Proletaria e sarebbe entrato ben presto in consiglio comunale. Mio fratello non è un eroe e bisogna superare la fase del film anche se il cinema ha un impatto diretto. Tanti giovani si sono avvicinati a noi grazie a Peppino ed il libro da me scritto, “Oltre i cento passi”, rispetta chi la pensa in maniera diversa e voglio ricordare che mio fratello, pur essendo ateo, è molto apprezzato nel mondo cattolico. La bellezza è naturalezza ed occorre avere cura per il nostro corpo senza esagerare e uno dei miei obiettivi è quello del rispetto dei diritti civili e purtuppo la mafia è parte integrante della globalizzazione”.

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