L’Associazione Musicale “Gioacchino Rossini” a quattro anni dalla scomparsa del teologo don Giampiero Bof ha dato alle stampe un suo testo inedito (un ciclostilato che è stato scoperto due anni fa da don Silvio Del Buono e dall’attuale direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Ugo Folco nella Chiesa San Raffaele al Porto) che ha presentato venerdì 21 gennaio alle ore 17 nella Sala Stella Maris, in piazza Pippo Rebagliati 2A, nella Vecchia Darsena. Nella saletta che si vorrebbe far tornare ai fasti degli anni 80 dopo i saluti portati da Monsignor Calogero Marino, il presidente Sergio Tortarolo ha introdotto l’opera per poi lasciare la parola ai curatori Anna Marsilio, Francesco Auxilia e don Giuseppe Noberasco. Il testo era intitolato “L’ermeneutica delle definizioni conciliari” e constava in tutto di 89 pagine alla base delle lezioni che su quei temi don Bof svolgeva nella sala della Stella Maris tra il 1981 e l’82. Considerando che don Bof era da molti anni una presenza costante e significativa culturalmente nell’associazione, la “Rossini” ha deciso di ripubblicare quel testo e di dedicarvi uno spazio per rendergli visibilità e più agevole la fruizione. Dall’introduzione della professoressa Anna Marsilio su “San Raffaele al Porto e don Giampiero Bof”, passando per le ampie note esplicative di carattere filosofico fornite da Francesco Auxilia, sino alla prefazione di don Noberasco su “Ermeneutica del dogma e storicità della rivelazione” gli interventi illustrativi si sono susseguiti creando curiosità e guidando ad un ascolto consapevole i presenti. Don Franco Parodi nel ricordare con fervore quella fortunata seppur travagliata esperienza di Don Bof ha sottolineato l’importanza del ruolo di Don Mario Genta in prima battuta e poi di Don Silvio Delbuono nel dargli appoggio e conforto in un momento difficile della sua vita ecclesiastica di cui comunque non si era mai pentito. Infine la chiusa è spettata al vicario diocesano don Angelo Magnano che riverdendo il fascino e la potenza comunicativa delle lezioni di Bof si è soffermato sulla valenza dell’incontro . ” Siamo spesso abituati a disquisire di storia in maniera museale quasi “amarcord” con il rischio di cadere nella rete del “nostalgismo”. Questo cammino con l’autore, egregiamente accompagnato dai relatori, ci ha insegnato che la storia è un processo vivente così come l’origine della fede più che nei dogmi è da ricercare nella parola viva di Cristo. Con don Bof non si poteva certo correre il rischio di dialogare senza incontrarsi mai e se l’atmosfera di quei martedi degli anni 80 non è più riproducibile ci rimane una grande eredità da portare avanti seppur contestualizzandola ai giorni nostri”.
