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ATTUALITÀ

L’agenda rossa di Paolo Borsellino

C’è una sola motivazione alla misteriosa e rocambolesca sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino nell’attentato del luglio 1992 in via D’Amelio a Palermo, ucciso assieme a 5 agenti della sua scorta: il contenuto scottante di nomi e cognomi di personaggi politici, collusi con la mafia, indagini su stragi e quant’altro tali da stravolgere l’aspetto costituzionale del nostro Paese.
E’ certo che l’agenda rossa esista ancora, celata in luogo sicuro, strumento formidabile di ricatto nei confronti di coloro che ‘sanno e che potrebbero parlare’ degli accordi indicibili tra Stato e Mafia, tra politica e criminalità: lo scoperchiamento dei fatti di Roma, mafia capitale, sono una triste realtà e una prova inconfutabile del livello di disgrazia della nostra Italia.
C’è in atto un diabolico depistaggio, per molti aspetti osceno, complicità e silenzi: ne fu maestro a suo tempo Giulio Andreotti con una abile operazione di disinformazione su Nando Della Chiesa.
Tutti noi, semplici cittadini, per paradosso, rischiamo di essere complici di tali terribili fatti per non aver saputo, o voluto, opporci con ferma reazione a questa mutilazione della libertà, del diritto sacrosanto di conoscere.
Pochi uomini di grande coraggio e senso della responsabilità portano avanti questa battaglia cruenta, ricordiamo a proposito il Sostituto Procuratore Nini Di Matteo e alcune associazioni coraggiose come Lbera, Paolo Borsellino e Antonio Caponetto, Forum anti usura, Legambiente.
Sarà difficile, se non impossibile, perdurando questo stato di ombrosità, di connivenze, ricostruire una Italia decente se non per noi almeno per i nostri figli.

Gianni Gigliotti

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