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CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita anni ’60”, Gigliola Cinquetti canta “Non ho l’età”

Oggi vi accompagniamo attraverso le canzoni del Festival degli anni ’60: il periodo in cui, completata la ricostruzione post bellica, l’Italia si trasforma: il ruolo dell’industria nell’economia del nostro Paese diventa sempre più preponderante, a discapito dell’agricoltura. Dalle regioni meridionali, ci si sposta in massa verso il Nord alla ricerca di un futuro migliore. Insomma, il “miracolo economico”. Gronchi, Segni e Saragat sono i presidenti della Repubblica mentre alla presidenza del consiglio dei ministri si alternano Tambroni, Fanfani, Leone, Moro e Rumor. Gli anni d’oro della Democrazia Cristiana. Nel 1968, anno iconico delle rivoluzioni giovanili, il mondo del calcio italiano torna a centrare una vittoria di prestigio dopo l’epopea che precedette il conflitto mondiale: Giacinto Facchetti alza la coppa degli Europei di calcio. Il decennio si conclude poi con una data che rimarrà nella storia: il 20 luglio 1969 sbarchiamo sulla Luna. (Michael Traman)

Gigliola Cinquetti – NON HO L’ETA’ (1964)

Dopo che il successo di due canzoni del passato – “Nel blu dipinto di blu” e “Quando quando quando” – avevano portato il Festival di Sanremo all’attenzione dei discografici di tutto il mondo, gli organizzatori della kermesse, alla luce della crisi delle ultime due edizioni, decisero di invitare a partecipare alla gara interpreti di varie nazionalità. Non tutti gli stranieri partecipanti erano al top della loro carriera; anzi, si può affermare che molti di loro mirassero a riconquistare un successo che stentava a ripetersi. Ma si trattava comunque di nomi altisonanti – da Frankie Laine ai Fraternity Brothers, da Ben E. King a Frankie Avalon fino a Paul Anka e Gene Pitney – che uniti a personaggi del calibro di Claudio Villa, Milva, Gino Paoli e Domenico Modugno (solo per citarne alcuni) formavano quello che nel cinema equivale ad un cast stellare. Ed invece, appena Gigliola Cinquetti, una timida  ragazza veronese di 16 anni approdata a Sanremo dopo aver vinto il concorso per “Voci nuove” di Castrocaro l’anno precedente, intonò le prime note di “Non ho l’età”, in sala si scatenò un’autentica ovazione. Dopo quella serata sia lei che Bobby Solo, alloggiati in camere di ripiego, vennero trasferiti ai piani alti in eleganti suite. Il brano, cucito su misura per il personaggio Cinquetti – la classica ragazza “acqua e sapone”, risposta nostrana alla già nota Françoise Hardy – stravinse quell’edizione del Festival tra lo stupore generale e la furiosa reazione da parte di Domenico Modugno, che la definì “una buffonata, una pazzesca buffonata” e abbandonò la sala stampa in segno di protesta rifiutandosi di concedere autografi. Non poteva immaginare, il Mimmo nazionale, che due anni dopo, con “Dio come ti amo”, avrebbe vinto il suo quarto Festival proprio in coppia con la Cinquetti… Tornando al 1964, il trionfo sanremese spalancò a Gigliola le porte dell’Eurofestival, in programma a Copenaghen il successivo 21 marzo, dove “Non l’ho età” vinse di prepotenza – quasi doppiando il britannico Matt Monro, secondo classificato – e regalando all’Italia la prima vittoria nella manifestazione. Solamente 26 anni dopo, grazie a Toto Cutugno, i nostri colori sarebbero saliti sul gradino più alto del podio della manifestazione canora continentale. Il quattordicesimo Festival della Canzone Italiana andò in archivio come una delle edizioni più fruttuose dal punto di vista commerciale: sei milioni di copie complessivamente vendute, un quarto delle quali solo grazie a “Una lacrima sul viso”; mentre “Non ho l’età” – della quale la cantante italo-belga Patricia Carli, partner della Cinquetti a Sanremo, incise anche la versione in francese dal titolo “Je suis à toi”, che raggiunse il primo posto nella hit parade d’Oltralpe – risultò il 10° disco più venduto dell’anno in Italia primeggiando anche all’estero attraverso covers in svariate lingue, giapponese compreso.

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