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CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita anni ’60” – Tony Renis canta “Quando, quando, quando”

Oggi vi accompagniamo attraverso le canzoni del Festival degli anni ’60: il periodo in cui, completata la ricostruzione post bellica, l’Italia si trasforma: il ruolo dell’industria nell’economia del nostro Paese diventa sempre più preponderante, a discapito dell’agricoltura. Dalle regioni meridionali, ci si sposta in massa verso il Nord alla ricerca di un futuro migliore. Insomma, il “miracolo economico”. Gronchi, Segni e Saragat sono i presidenti della Repubblica mentre alla presidenza del consiglio dei ministri si alternano Tambroni, Fanfani, Leone, Moro e Rumor. Gli anni d’oro della Democrazia Cristiana. Nel 1968, anno iconico delle rivoluzioni giovanili, il mondo del calcio italiano torna a centrare una vittoria di prestigio dopo l’epopea che precedette il conflitto mondiale: Giacinto Facchetti alza la coppa degli Europei di calcio. Il decennio si conclude poi con una data che rimarrà nella storia: il 20 luglio 1969 sbarchiamo sulla Luna. (Michael Traman)

Tony Renis – QUANDO QUANDO QUANDO (1962)

Nel 1962 il ventitreenne Elio Cesari, in arte Tony Renis, non è artisticamente un novellino, avendo già alle spalle una lunga gavetta fatta di esibizioni nei locali notturni di Milano, nei teatri di avanspettacolo del circondario meneghino della provincia in coppia con l’amico d’infanzia Adriano Celentano (Tony imitava Dean Martin, il “molleggiato” Jerry Lewis) e ancora all’Isola d’Elba, da lui reputata uno dei più bei posti al mondo, dove era solito trascorrere le stagioni estive esibendosi in imitazioni degli idoli dell’epoca come Elvis Presley e suonando abitualmente all’Hotel Del Golfo di Procchio. Ottenuto nel 1958 un contratto con la Combo Record, per la quale aveva inciso i suoi primi 45 giri con cover di successi italiani e americani, nel 1960, passato a La Voce del Padrone, si era messo in luce come cantautore vincendo la Sei Giorni di Milano con “Tenerezza” (canzone che sette anni dopo sarebbe stata ripresa, con maggiore successo commerciale, da Gianni Morandi), preludio all’esordio sanremese dell’anno successivo con “Pozzanghere” (con testo scritto dal padre, il pittore Orfelio Cesari, sotto lo pseudonimo di Orfelius), che però non aveva raggiunto la finale. Ma la… musica (tanto per restare in tema) cambiò completamente in occasione della dodicesima edizione del Festival alla quale si presentò con “Quando quando quando”, un motivo dalla linea melodica semplice e orecchiabile che nell’arrangiamento si rifaceva in maniera accattivante ai ritmi sudamericani che spopolavano anche in Italia. La versione garbata e lievemente ironica che Tony Renis offrì di questo brano fruttò solo un quarto posto da parte della giuria (che si sarebbe sdebitata l’anno successivo premiando “Uno per tutte”, considerata unanimemente una delle sue canzoni peggiori), ma venne incoronata vincitrice morale dal pubblico, oltre che dal punto di vista delle vendite discografiche (a fine anno fu il 4° disco più venduto, dopo aver occupato il primo posto della hit parade per un’infinità di settimane) con una popolarità che la rese una delle canzoni italiane più conosciute nel mondo. Grazie ad un ritornello così semplice da ricordare e cantare anche per uno straniero, “Quando quando quando” (apprezzata all’epoca anche nella versione di Emilio Pericoli, in coppia con Renis a Sanremo) è ancora oggi un successo nelle serate italiane all’estero. A conferma della grande versatilità del brano, Tony Renis ne incise due ulteriori versioni: una, in quello stesso 1962, in stile samba con tanto di coro brasiliano, con la quale partecipò (vincendo) a Canzonissima, ed un’altra, nel 1978, riarrangiata in chiave disco ed intitolata “Disco Quando”. Moltissime anche le cover straniere, tra le quali una in lingua vietnamita con testo di Joseph Hieu, australiano (!). (Boris Carta)

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