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ATTUALITÀ

Oggi inizia la sessantanovesima edizione del Festival: sogni e miti di una delle rassegne più note della canzone italiana

Oggi si parte; l’edizione 2019 del festival della canzone Italiana arriva al suo sessantanovesimo: una bella età ed uno spettacolo che si propone e si impone sempre, nonostante contraddizioni, malumori, gaffes inevitabili, detrattori accaniti! Baglioni replica, con la sua simpatia, a suapresenza incisiva e discreta ad un tempo, la sua competenza, il suo appartenere agli “addetti” della canzone, di nuovo presente nonostante il veleno che pure gli è stato propinato, a suo tempo, da personalità televisive ben in vista…lo affiancano Claudio Bisio e Virginia Raffaele mentre Simone Montedoro ed Anna Ferzetti ci hanno fatto compagnia, con piacevole ironia, nel “Prima Festival”. Si dica ciò che si vuole ma il Festival rimane sempre una manifestazione di rilievo assoluto, di riconoscimento internazionale, di promozione artistica, di noi come individui e come popolo; lo dimostra la storia delle “canzoni della nostra vita”, che i colleghi Carta e Traman stanno raccontando sulle nostre pagine. Da quasi settant’anni a Sanremo si promuovono cantanti e canzoni, non necessariamenti i vincenti, che a volte, siamo sinceri e vale anche per l’anno passato, non meriterebbero di vincere – lo scrivente la pensa così e si assume le responsabilità di ciò che afferma – ma per i cantanti, per gli artisti che ci mettono impegno, faccia e volontà di affermarsi rappresenta un palcoscenico ed una vetrina fondamentali; pensiamo alla nostra Annalisa Scarrone, la “vincitrice morale” lo scorso anno e comunque la terza classificata!

Il Festival rappresenta e presenta uno spaccato di noi e della società che siamo se è vero, come è vero, che la” musica leggera è un bene di consumo popolare che come pochi altri riflette l’immagine che una società vuole dare di sè“, come si legge sul sito “Cronologia Leonardo”. Anche all’inizio era di consumo popolare, benchè le edizioni iniziali del Festival, trasmesse alla radio, sino alla prima televisiva ed in Eurovisione del 1955, si svolgessero nel Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, in un’atmosfera signorile e riservata con un esclusivo pubblico di persone eleganti; ma gli amici “lontani” cui si rivolgeva Nunzio Filogamo con il suo indimenticabile “cari amici vicini e lontani”, erano proprio gli ascoltatori della radio, appartenenti ad ogni ceto sociale, anche molto distanti dai presenti alla manifestazione, in un’epoca in cui le differenze sociali si notavano ancora – come per la verità, pur in modo più sfumato, si notano sempre ma questa è un’altra storia – che della canzone erano i principali estimatori e forse i principali destinatari! Dieci anni dopo la società era cambiata; il pubblico presente al Festival era sempre quello dell’élite ma Celentano, Bobby Solo, Gigliola Cinquetti, Tony Renis attestano l’avvento dell’epoca del mangiadischi, delle vacanze al mare per tutti, di una popolarità sempre crescente della canzone, non la vincitrice, se pensiamo si successi senza precedenti di “Una lacrima sul viso”, dal 1964 inscindibile dal nome di Bobby Solo, – all’origine, tra l’altro, del filone cinematografico dei “musicarelli”- e di “Quando, quando, quando” del 1962 che, altrettanto, vuol dire Tony Renis! Popolarità promossa da Sanremo e siamo agli inizi; a domani per il seguito…

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