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Loano, inaugurata la panchina rossa contro la violenza sulle donne

E’stata inaugurata, alla presenza del sindaco di Loano Luigi Pignocca, dell’assessore ai servizi sociali Luca Lettieri, del sindaco di Toirano Gianfranca Lionetti, dell’assessore alle politiche sociali di Albenga Simona Vespo, del consigliere regionale Angelo Vaccarezza, dell’Onorevole Sara Foscolo, dei rappresentanti delle associazioni e numerosi cittadini, la panchina rossa contro la violenza sulle donne.

“Le vittime sono anche vicine a noi”, ha dichiarato il primo cittadino loanese Luigi Pignocca, “e voglio ricordare il caso dell’ex vicesindaco di Borghetto Santo Spirito Stefania Maritano uccisa dall’ex marito. Ora sono molte le donne in politica e ciò mi fa molto piacere e riguardo a questa giornata voglio dire che è stato difficile colorare la panchina ma tutto ciò è sì un monito ma anche un richiamo alla pace e così facendo lasciamo un segno per tutti coloro che passano”.

Stessa soddisfazione da parte di Luca Lettieri, assessore alle politiche sociali nell’amministrazione Pignocca :”Sono molto emozionato e voglio dire che quello che lanciamo oggi è un messaggio di speranza. Molti mondi collaborano su questi temi come, ad esempio, quello delle associazioni, quello delle amministrazioni locali, quello delle forze dell’ordine e quello della politica; quest’ultimo è quello che dovrebbe elargire fondi per promuovere iniziative di prevenzione e cura. L’Onorevole Foscolo è nella Commissione Servizi Sociali della Camera e spero sinceramente che possa aiutarci in ogni modo possibile per la realizzazione di iniziative importanti. Coloro che sono in difficoltà non dovrebbero mai restare soli e devono chiedere aiuto alle istituzioni mettendosi in contatto con esse”.

“Per me è un onore essere qui e voglio dire che la violenza sulle donne riguarda tutti visto che nel nostro paese vi è un femminicidio ogni 2,5 giorni circa”, sottolinea l’Onorevole Sara Foscolo, “e quando succede a pochi passi da noi ci sembra ancora più strano. La politica deve agire sulla giustizia con pene più certe ed aiutando le realtà che sostengono le donne vittime di violenza. Troppe sono ancora le donne che non denunciano perchè la maggior parte delle violenze avviene in famiglia e basti pensare che fino a pochi anni fa nel nostro paese esisteva il delitto d’onore e lo stupro era considerato un reato contro la morale e non contro la persona. Occorre educare i giovani affinchè non diventino carnefici una volta adulti e bisogna combattere tutti insieme perchè non avvengano più femminicidi”.

“Occorre un recupero dei valori persi anche perchè l’educazione non fa più cosa deve e troppo spesso il figlio di un padre violento verrà, una volta adulto, un marito violento”, afferma il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, “e la difficoltà e l’emarginazione sono un terreno fertile per le violenze. La scuola deve educare al rispetto ma occorre anche dare l’esempio e ognuno, nel suo campo, deve fare cosa può e la vera sfida è creare presupposti affinchè queste situazioni si riducano sempre di più”.

“Gli strumenti legali ci sono e l’Italia non ha un deficit legislativo per le donne ma il vero problema è l’applicazione della legge per mancanza di risorse e strutture”, evidenzia Chiara Venturi, sostituto procuratore del tribunale di Savona, “e la violenza sulle donne è spesso legata a quella sui bambini e sugli anziani, considerati fasce deboli. Nella nostra provincia sono pochi i casi di questo tipo e ciò significa che la prevenzione funziona ma voglio ricordare che le violenze fisiche e psicologiche delegittimano la vittima e la violenza, per essere considerata maltrattamento, dev’essere ripetuta e le violenze davanti ai figli sono un’aggravante. I maltrattanti sono persone che sembrano assolutamente normali ed hanno ogni grado di cultura anche se per chi proviene da culture in cui l’uomo comanda è difficile accettare una donna avente gli stessi diritti dell’uomo. Il maltrattamento economico è relativamente “nuovo” e si verifica quando l’uomo impedisce alla donna di lavorare e le fa lasciare il lavoro o se la donna lavora il partner le prende tutto lo stipendio. Molto spesso avviene anche una sorta di maltrattamento postumo non adempiendo al mantenimento dopo il divorzio ed i rimedi cautelari presenti nel nostro ordinamento nel codice di procedura penale impediscono la continuazione della violenza allontanando il violento da casa con un atto di polizia applicabile dopo il reato contro la persona”.

“I centri antiviolenza sono importanti e se le associazioni e le istituzioni falliscono vi è il nostro intervento facendo anche prevenzione tra i ragazzi. Il lavoro è anche potere economico e la Fondazione Costa Crociere ha istituito un fondo per dare alle aziende incentivi ad assumere donne vittime di violenza. Da non trascurare è anche la violenza sul luogo di lavoro e dal 1 gennaio 2018 vi è maggiore tutela per queste vittime perchè vi è l’obbligo per il datore di lavoro di assicurare condizioni che tutelano l’integrità fisica, morale e la dignità dei lavoratori”, conclude Laura Amoretti, consigliera di parità della regione Liguria.

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