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CULTURA

Luciana “Dana” Tarabini e le sfere magiche

Luciana “Dana” Tarabini, di cui abbiamo scritto per il “Premio Leone Alato”, che le era stato conferito nel contesto della Mostra Internazionale d’ Arte Contemporanea “Viva Arte Venezia”, lombarda della provincia di Sondrio, vive a Savona da molto tempo ed è fra gli artisti che hanno trovato in Albissola, la terra di elezione artistica, anche se forse è più nota verso altri orizzonti…

Dana Tarabini, delle sue montagne, serba forse la contemplazione che il paesaggio alpestre ispira, nelle solitudini in cui sembra di essere a contatto col Cielo e captare qualche respiro dell’Universo…ma anche il mare la rapisce verso un’estasi di solitaria contemplazione, come lei stessa attesta in un video di cui è autrice, diverso dai soliti “sportivi/natura” come ci avvisa!

Dana è attratta e attrae gli osservatori con la forma della sfera, forma assoluta, magica, misteriosa , incline ad attirare verso concetti metafisici, seppur Dana rimane molto attaccata ad elementi materiali: “Creo le mie opere con l’ argilla, materiale che mi ha affascinato fin dal primo momento in cui ho potuto affondarvi le mie dita. Così come ci si innamora di una persona al di là di ogni umana ragione, mi sono innamorata della terra e l’ ho scelta, istintivamente, fra mille materiali. Nella ceramica avvengono alchimie che in altri materiali non esistono e questo mi attrae.” E’ una sua frase da non dimenticare!

Attraverso tale concretezza l’autrice arriva alla meditazione, ad un senso di leggerezza e di immaterialità pur volendo, forse, racchiudere nelle sue sfere, delle miniature del mondo intero…

Nel video in cui racconta se stessa parla di come le piaccia maneggiare e modellare la terra; quindi parte proprio dalla materia elementare Dana, sentendola veicolo per raggiungere il Tutto…!

Come non pensare ad Arnaldo Pomodoro, osservando le sue sfere, seppure a Dana appartenga un tocco di delicatezza mentre il maestro romagnolo ci esprima, a volte, un senso schiacciante di spaccatura o di esplosione…ed un ricordo di Fontana, artista fra coloro cui Dana ha tratto la sua formazione, non può essere aggirato! Un accenno pure a Vasarely? Perché no…l’artista ungherese noto come esponente principale dell’ “optical art”, dipinge talune sfere che esprimono un qualcosa di arcano che, nelle opere di Dana, pare fondamentale! Un mondo in miniatura se non, a volte, un tentativo di racchiudere nelle sfere una simulazione dell’Universo intero? Può essere questo uno dei significati delle sfere di Dana? La sua “Ipazia”, esposta in anteprima a “Viva Arte Venezia 2017” potrebbe confermarlo: opera enigmatica, di ricercato e alchemico preziosismo, con allusioni a messaggi criptici..similmente “Dreams” e la citazione da Baudelaire “un cielo liquido che semina di stelle il mio cuore”! Talvolta anche le sue sfere sono spaccate o incise come in “Saluto al sole” o in “Catturo ogni palpito di vita”, ma sembra però che all’interno di esse si trovi un orizzonte…”Saluto al sole” lo starebbe a dimostrare! Quando non ci si immerge, quasi letteralmente, nel nostro mondo terracqueo, nel nostro pianeta “Terra”, come in “Surf a Uluwalu”, oppure, dallo spazio alla terra, le sfere assumono la sembianza di verdeggianti contenitori! Vi sono spesso figure antropomorfe sulle sfere di Dana, quando vi sono riferimenti diretti, come a “Ipazia” od a “Sherazad” oppure quando personaggi specifici sono al centro di una scena,come la coppia di amanti in “Un bacio e il Paradiso li avvolse” o l’affascinante figura adorante del “Saluto al sole”; accattivanti forme stilizzate, per lo più senza volto, che trasmettono, in qualche momento, un richiamo ancestrale, talvolta un accenno naif, comunque imparentate con sagome famose della scultura del novecento, come quelle di Brancusi, se non evocano, sotto qualche profilo, deliziose immagini “decò”, come l’agile surfista di Uluwalu…

Dall’”adoratrice del sole” alla figura in posizione yoga di “Ballyoga”, una figura femminile ricorrente, di apparenza un po’ ieratica, un po’ richiamante lontananze esotiche, un po’ enigmaticamente immagine di artistico “manichino”, abita le sfere di Dana a rappresentare forse una percezione squisitamente femminile o un “io” dell’autrice immerso in un microcosmo vibrante di riflessi letterari o filosofici o simbolici o mitologici o esoterici o mistici, nei quali convivono Ipazia e le stelle insieme con intimistiche, “pascoliane” sensazioni! Dana consegna il suo messaggio, che abbiamo cercato di decifrare, in attesa di poterlo ancora approfondire, più spesso lontano da Savona e, fra il 25 ed il 28 gennaio 2018, esporrà ad Art Innsbruck, al Centro Fiere della città austriaca, una delle più importanti fiere di Arte contemporanea e, ci informa di essere stata invitata ad un’altra mostra, non in Europa, una “bellissima sorpresa”, ci dice; quando farà a noi un’altra bellissima sorpresa esponendo a Savona o dintorni? Sue opere sono comunque presenti all’ “Artistica”, galleria di Genova cui ci dedichiamo a parte.

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