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Non lasciamo campo ai cinghiali, oltre 6.000 firme a sostegno della petizione di Cia Liguria

6101 firme, una dietro l’altra. Per non lasciare campo ai cinghiali, cambiare la legge regionale, garantendo rimborsi giusti e più tutele per il lavoro degli agricoltori; sono state consegnate dal presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto, al Vice presidente della Regione Liguria e Assessore all’Agricoltura, Alessandro Piana. Il risultato di una petizione che Cia Agricoltori Liguria ha lanciato su tutto il territorio a fine novembre riscuotendo sin dal primo momento un’adesione massiccia di tante persone anche non direttamente  impegnate in agricoltura. E che ha ricevuto il sostegno di numerosi Sindaci liguri nonché l’adesione formale di 8 Comuni (Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio, Uscio, Fontanigorda, Vobbia, Sestri Levante, Sant’Olcese, Campomorone) oltre all’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Genova.

“La peste suina non attacca l’uomo ed i suini sono tutti sani ma il Giappone ha bloccato l’importazione della carne”, dichiara Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria, “ed i cinghiali sono ovunque e provocano seri danni agli agricoltori. La raccolta firme è stata notevole e quando abbiamo messo il nostro gazebo presso il Ponte Monumentale molte persone ci hanno elencato i loro problemi derivanti dalla presenza di ungulati; occorre ricevere ristori corrispondenti al 100% dei danni provocati ma serve poter lavorare. E’necessario un intervento diretto nel settore e la caccia non è sufficiente; le aziende vogliono poter lavorare con serenità e l’appoggio dei sindaci è fondamentale. Il settore dell’outdoor è in crescita ed il turismo è molto importante perchè fatto fuori stagione; la peste suina potrebbe creare problemi nel settore. Abbiamo raccolto queste firme per poter mettere gabbie di cattura ed avere ristori immediati; questi ultimi devono essere solamente per le emergenze poichè gli operatori del settore vogliono lavorare”.

Parole simili da parte di Franco Amadori, operatore del settore :”Per noi è fondamentale aderire alla campagna di Cia; da anni abbiamo problemi con i cinghiali che distruggono le produzione agricole ed i muretti a secco. Questo non è solamente un fenomeno ligure ma appartiene a molte altre regioni italiane”.

“Il finalese è fuori dalla zona rossa”, afferma Ugo Frascherelli, sindaco di Finale Ligure, “ma per noi potrebbero presentarsi problemi nel settore del turismo legato all’outdoor”.

“Il numero di firme raccolte, circa 6100, è importante perchè dietro ad ognuna vi è un’azienda; la collaborazione con i tavoli verdi è fondamentale e con l’appoggio di Cia si possono fare importanti battaglie. L’aumento esponenziale di ogni animale porta malattie ed in tal senso sono necessarie delibere per predisporre battute di caccia; vi è bisogno di intervenire sulla legge 157 della caccia poichè vi sono pochi cacciatori e siamo l’unico Paese europeo con due giorni alla settimana di silenzio venatorio e 3-4 mesi all’anno di caccia al cinghiale. Servono altri strumenti giuridici oltre alla stagione di caccia per ridurre il numero di ungulati ma vi è bisogno dell’appoggio delle associazioni di categoria; il sovrannumero danneggia anche il settore agricolo. Ho partecipato a tavoli in collaborazione con la regione Piemonte per studiare metodi che possano contenere il contagio e salvaguardare l’export della carne suina; abbiamo proposto di installare sotto i viadotti griglie elettrosaldate per la sicurezza senza dimenticare i ristori per gli allevatori costretti ad abbattere i maiali”, conclude l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Piana.

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