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CRONACA

Perché è anche caro per entrare in Chiesa?

biglietteriaAlla faccia del turismo e dei turisti! Sappiamo bene tutti quanto sia difficile oggi ritagliarsi pochi giorni per decidere le proprie ferie, soprattutto quando si desidera andare fuori Italia per visitare paesi e località ancora sconosciute. Con la crisi che imperversa e che, purtroppo, aumenta sempre, mettersi da parte un gruzzolo per aerei, alberghi, villaggi o quant’altro diventa sempre più difficile anche per il cosidetto “ceto medio”. Si cerca, ovviamente, di risparmiare anche sulle piccole cifre, che una sull’altra, portano a somme notevoli. Si paga sempre ed ovunque! Si paga per entrare nei musei, per le mostre, per palazzi antichi e per visitare castelli, fortezze e roccaforti medievali, ma quello di pagare per entrare a vedere una chiesa, un duomo, una basilica, questo non mi va proprio giù! Forse in Italia, paese delle “rapine legalizzate” le cose vanno un po’ meglio che in altri paesi europei che, se potessero, fanno pagare ai turisti anche l’ossigeno che respirano: probabilmente un giorno, per “fare cassetta” si arriverà anche a quello! Recentemente sono stato all’estero per turismo alcuni giorni e mi sono imbattuto in questa triste realtà, pur riscontrando gentilezza e disponibilità, ma restando indignato dal fatto che, per entrare nelle chiese cattoliche delle varie città e cittadine si paga un cospicuo ingresso. Perché corrispondere un regolare biglietto per visitare solo per pochi minuti l’interno del luogo e ammirare la sua bellezza? Perché questa gabella che rischia di allontanare i fedeli che ancora hanno voglia di accedere alle chiese per una preghiera? Non sarebbe forse molto meglio invitare a versare un’offerta libera? Voglio citare un fatto a cui ho pesonalmente assistito alla Valletta, capitale di Malta. Per entrare nel Duomo il biglietto costa 6,00 euro a persona. Era presente una famiglia di romani con padre, madre e due figli: il padre ha fatto retromarcia non essendo giustamente disponibile a pagare 24,00 euro (quasi cinquantamila delle vecchie lire) per visitare lui e la famiglia il luogo sacro. Tralascio i commenti da lui fatti, anche se facilmente immaginabili. Altre persone, tutti turisti, peraltro, si sono rifiutati di entrare in Chiesa e dal momento che moltissimi erano italiani, ne ho sentito i commenti in termini molto negativi nei confronti della somma da pagare. E’ pur vero – va detto – che gli incassi dei biglietti andranno per i lavori di restauro o di mantenimento della Chiesa, ma è altrettanto vero che la spesa per entrare a “dare un’occhiata” dovrebbe essere ben più bassa o limitata, come ho detto prima, ad una semplice offerta che la maggior parte dei turisti sarebbe ben lieta di dare. L’imposizione no! Quella davvero non ci sta! E’ negativa e va ben oltre l’importo del biglietto. Non pensa la Chiesa che, così facendo, si rischia di allontamare molte persone creando spesso rabbia e diffidenza? I giovani poi, che vanno in vacanza con gli euro contati, mangiando panini imbottiti e Cola Cola, pagherebbero queste somme per vedere santuari e cattedrali? Credo proprio di no! Sono in molti a chiedersi quale sia la posizione del Vaticano e della Santa sede su questo problema – odioso – del pagamento dell’ingresso. Sarebbe opportuno che qualche Congregazione Vaticana affrontasse questo problema uguale per tutte le nazioni e che venissero fornite indicazioni e delle regole diverse tese al recupero dei fedeli e non al loro allontanamento. Il concetto che io e molti altri sosteniamo è quello che l’ingresso nelle chiese cattoliche deve essere sempre e comunque del tutto gratuito: nel loro interno, ognuno farà l’offerta che più ritiene opportuna ed in base alle proprie possibilità. Questo dovrebbe essere sia in Italia che all’estero dal momento la Chiesa è universale. Che la Chiesa vada aiutata e supportata con l’aiuto di tutti è giusto, ma non certo imponendo un pedaggio come se fosse un biglietto autostradale, per giunta pure “salato”! Essa vive anche di carità! Lo sappiamo tutti, ma la carità la fa chi si sente di farla e chi può farla! Questo articolo non vuole essere una critica cattiva, ma una considerazione che ho trovato condivisa da moltissimi e, come tale, degna di riflessione da parte delle Alte Gerarchie Ecclesiastiche.

Carlo Colla

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