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ATTUALITÀECONOMIASAVONA

Pillole di attualità

Avviso ai naviganti di mare in tempesta sulla rotta Savona Genova

Il mio articolo di sabato 16 u.s., pubblicato sul nostro Giornale, sulla vexata questio del nuovo Rigassificatore da collocare nel nuovo Porto di Savona Vado Ligure, ha acceso, come era previsto e prevedibile, un’utile confronto di posizioni che, spero, possano nel prossimo futuro mantenersi su toni civili e pacati, senza trascendere o peggio declinare su inutili polemiche piccate e personali.

Non vedo all’orizzonte, peraltro, alcuna Diche. Nella religione greca, infatti, la giustizia come divinità, figlia di Zeus e di Temi era, appunto, Diche. Esule dalla Terra all’avvento dell’età del Bronzo (e chiamata anche Astrea), fu poi identificata con la costellazione della Vergine.

Quindi, non ci sono Divinità giuste o Oracoli di verità in grado di dirci come stanno veramente le cose sulla Tundra e, tantomeno, Chi abbia ragione o torto tra i tanti contro (se non ho le allucinazioni) e i pochi a favore a prescindere, soprattutto se non abitano a Savona e di fronte al mare.

Ciò che mi indigna, mi intriga e mi irrita assai, è che i maggiori teorici del Sì al Rigassificatore a Savona…siano Personalità e Interlocutori che vivono e lavorano a Genova. Sit aliquid mali… (c’è qualcosa che non va..).

Ma perché? Perché mai, il mio destino infame è dovere spesso, se non  quasi sempre da solo, caricarmi sulle spalle la dialettica politica che sottende le scelte strategiche liguri che ricadono su Savona declinante e mettono in discussione i Capisaldi della nuova crescita virtuosa da alimentare con il PNRR e con le risorse dell’area di crisi complessa e non con “il bidone” antidiluviano della Nave Tundra e del Rigassificatore, senza, peraltro, determinare alcun effetto positivo sulla occupazione savonese diretta e indiretta; e senza manco prevedere alcun sollievo e alcuna ricaduta sui costi energetici delle famiglie savonesi.

Sarebbe una operazione strategica infrastrutturale di garanzia degli approvvigionamenti energetici nazionali di gas, a Gratis et amore Dei. La locuzione latina “Gratis et amore Dei”, tradotta letteralmente, significa per grazia e per amore di Dio. La locuzione è usata nel linguaggio familiare, quando si dà o si riceve qualche cosa senza che l’acquirente sia legato da alcuna obbligazione verso il donatore.

Solo che sul Rigassificatore che si vuole collocare in Porto a 2,9 km dalla nostra costa, dal Paradiso di Bergeggi e dal Santuario dei cetacei….le obbligazioni, i vincoli e le servitù territoriali ci sono e come se ci sono! Basta non fare lo gnorri e lo struzzo come il nostro integerrimo Presidente della Regione Liguria Giovannino Toti e tutto il suo circolo mediatico dei Cavalier serventi e silenti e dei suoi Dante causa (Meloni, Salvini, Pichetto Fratin).

E ù belin il Rigassificatore starebbe in nostra splendida compagnia sino al 2048 (per Chi ci sarà!) Quindi si sanziona formalmente un vincolo sino al 2048, con 25 anni di nuove servitù territoriali e, peraltro, a due soli anni dalla scadenza del 2050, data ultima in cui è prevista l’uscita compiuta dalla produzione di energia attraverso le cariche fossili anche per l’Italia, ma con tutti i precedenti negativi impatti di ragioni ambientali sul nostro mare e sulla nostra costa, nonché a valle sulla nostra terra e, in particolare, sull’asse distributivo, già ambientalmente saturo e critico Di Vado, Quiliano (Sarpom, Ex Esso), Altare, Ferrania, Cairo Montenotte. Perché lo dico e scrivo anche oggi? Lo dico e scrivo, pacatamente e serenamente, perché sono convinto che le mie antenne abbiano captato giusti segnali, assai preoccupanti e contraddittori, provenienti da Madre Genova e dai Circoli di potere, anche occulto, degli Aficionados che storicamente riducono la “diversità” della articolata vocazione Ligure e delle sue 5 aree distrettuali di specializzazione delle moderne filiere ad un surrettizio e vetusto Unicum sotto le insegne di San Giorgio Genova Centrico che fa persino impallidire il Santuario di Nostra Maria di Misericordia e, persino il piccolo Cimitero di Stella, dove riposa il Presidente Sandro Pertini.

Lo scrivo di nuovo perché ho recentissimo sentore che molti Genovesi di destra, di centro e di sinistra siano tutti convinti della bontà strategica della scelta di collocare il nuovo Rigassificatore nell’hub portuale e logistico di Savona e Vado Ligure. D’altra parte perché mai dovrebbero i Zeneisi essere scettici o darsi una regolata sul ruolo del Porto di Savona Vado “dentro” il gioco della portualità di Sistema Ligure? Suvvia, diciamola la verità! È dai tempi di Teardo e di Magliotto che Savona non conta più un accidente di ninte negli equilibri regionali.

Ma perché i Genovesi dovrebbero preoccuparsi di Noi savonesi?  Gli abbiamo fatto giocare una Partita senza avversario con una vittoria a tavolino per 3 a 0 sulla composizione della Giunta Regionale (non c’è un solo savonese dentro, manco avessimo il Covid eclatante sintomatico) e abbiamo noi savonesi subito in silenzio assoluto le scelte volute e imposte dal duo comico Toti/Rixi; Gli abbiamo risolto da par nostro (da sudditi e da servi della gleba …la grana dei cassoni/cassonetti per la nuova Diga Foranea del Porto di Genova! Fermi non litigate dentro il Consiglio dei Valvassori genovesi: ci pensiamo noi eletti valvassini di Sann’a e Vado a prendere l’appalto e ve li produciamo e portiamo a casa! E dove li facciamo i Cassoni? Ma è facile nel Porto di Vado…rispose la Valvassina vadese! Basta che sia rumenta o merda schietta (pardon il francesismo suona meglio: mèrde a la tonnè) il posto ideale è il Porto di Vado! Povero Roberto Peluffo e Povero Carlo Giacobbe, ambedue Sindaci di Vado che se ne sono andati giovanissimi oltre le Colonne d’Ercole verso l’ignoto senza aver visto la  brutta fine dei loro sogni di sviluppo compatibile della Cittadina vadese….e pueri anca nuialtri che tra un po’ ci sorbiremo un’altra patatona come già fu la Tirreno Power! Di notte quando non dormo, mi viene davanti il vecchio grande Sindaco di Vado Pierino Ricino e gli chiedo “ A Pierin, ma abbiamo fatto proprio bene a chiudere la Fornicoke e dire “non possumus” alla Italiana Coke di accorpare le Funivie e trasportare il Carbone in Val Bormida? E, Tu lo sai bene che abbiamo detto no per non fare ombra all’Enel e non rischiare di affogare nel Carbone! Piero e….adesso che non ci sono più né la Fornicoke, né la Tirreno Power e dietro di loro la Fiat, la Sirma, la Vitrofil, la Zinox, l’Arstrea? Devo continuare Pierin?

Ora siamo all’ultimo miglio! Se gli va bene dopo aver collocato la Tundra….che ci vuole a costruire un bel Progetto Hi Tech, con un know how innovativo; magari sostenuto dalla nuova intelligenza artificiale che potrebbe comportare lo spostamento dei Poli (Polli) petrolchimici di Carmagnani e Superba nel nuovo Porto di Vado? Accetterei scommesse!

Chiudo pro domo mea, ma non nel senso della famosa Orazione di Cicerone che si ripete spesso (per lo più nella forma Cicero pro domo sua) con riferimento a chi parla o agisce in proprio favore, per il proprio tornaconto. Ma nel senso di “Casa Mia”, ovvero Italia Viva, il Circolo Rosselli e la diatriba della irrisolta questione socialista. Lo dico ai Referenti Regionali del mio Partito di Italia Viva e ai compagni socialisti del Circolo Rosselli con i quali siamo in perigliosa navigazione a vista, bordesandu, bordesandu  verso un nuovo Porto congruo, dignitoso e confacente alle nostre idealità di pari diritti e doveri di partenza, in una logica liberaldemocratica, popolare e autenticamente socialista riformista; una politica che nulla vuole concedere alla inutile declamazione verbale e al populismo di sinistra .

Ve lo dico in chiaro ed in esplicito: non azzardatevi a farVi intortare da Toti, Bucci &Company sulla scelta del Rigassificatore a Savona …magari in cambio di qualche anomala alleanza o di qualche improponibile Candidatura europea nel 2024!

Sappiatelo che stavolta dovete passare sul mio Cadavere! Basta penalizzare Savona e sacrificarla alla povera visione strategica GENOVA CENTRICA.

Il 1528 è passato da 495 anni! A quel tempo la Repubblica marinara di Genova, come sapete  con un attacco feroce, di tipo putiniano o forse viceversa nel senso che Putin ha copiato i Genovesi, ha interrato il porto di Savona e distrutto i Palazzi che erano nella zona del Priamar, compresa perfino la Cattedrale, per costruirci, appunto, la fortezza del Priamar dove far sventolare la bandiera di san Giorgio; Ora sarà meglio che ve la racconti tutta la storia, così che possa augurarmi che starete, senza sbandamenti sulla retta via. Nel 1543, l’antica Cattedrale, che sorgeva nel quartiere del Priamar (promontorio sul mare che ospitava il cuore medievale della città savonese), fu distrutta per volontà della Repubblica di Genova insieme a tutti i numerosi edifici religiosi e civili che le sorgevano intorno, costituendo il nucleo vitale della città. Sul promontorio doveva sorgere una fortezza che è quella che, ancora oggi, domina la città di Savona. Sono commoventi le testimonianze storiche che raccontano la cronaca dei tristi eventi che accompagnarono l’abbandono e la spogliazione frettolosa dell’antica cattedrale. In particolare sappiamo da Agostino Abate (nella trascrizione dell’Assereto) che il 24 Aprile 1543 il podestà promulgò il bando col quale veniva vietato a chiunque di recarsi nel duomo. In maniera frettolosa i massari del duomo e, con loro, molti cittadini, insieme ai preti presero il Santissimo Sacramento dal duomo e, con la massima solennità possibile, lo portarono nella chiesa di San Pietro (c.d. “il vecchio”), in un clima di grande commozione e sofferenza. Alcuni massari e cittadini fecero il possibile, nonostante il brevissimo tempo concesso dal podestà, per portare via dal duomo quanti più oggetti preziosi fosse possibile, per metterli al riparo. Assieme al SS. Sacramento si effettuò anche la traslazione nella Chiesa di S. Pietro del Corpo del Beato Ottaviano vescovo di Savona dal 1123 al 1133, che nella Cattedrale del Priamar era tenuta in cripta. Tutto questo è successo con l’attacco distruttivo di Genova a Savona .

Caro Matteo Renzi, Cara Lella Paita e Carissimi Matteo Calcagno e Danja Stocca, Caro Tonino Gozzi e Caro Claudio Regazzoni, stavolta sul Rigassificatore ve lo scordate di poter cambiare posizione ed eventualmente di seguire il Cav. Toti nel suo percorso errante! Sono assolutamente convinto e consapevole che non lo farete mai, scontando che siete Persone serie! Se mai dovesse succedervi di cambiare la posizione, mi assumerò la responsabilità di socializzare Urbi et Orbi una mia personale proposta alternativa che qui voglio anticipare. La proposta ve la faccio io perché starebbe proprio bene (fa’ pendant) davanti al nuovo Porto di Voltri; avrebbe, peraltro, un’armocromia con il Verde delle Grù e potrebbe candidarsi a vincere il Premio Sgarbi – Bucci una coppia di oggetti che presenterebbero un’armonica o simmetrica corrispondenza: appunto, come a dire farebbero pendant! Con stima e simpatia immutata.

Bruno Spagnoletti, già Sindacalista della CGIL di Savona, Genova e Liguria

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