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Quando una cittadina è una famiglia

Due mesi fa, il 14 gennaio, domenica, la giovane cellese Giorgia Damonte, all’ospedale Gaslini di Genova, se ne andava da questo mondo, alle soglie dei sedici anni, lasciando la famiglia e commuovendo tutta Celle. Gianni Romolotti, cellese d’adozione, emiliano schietto ed arguto, ed altrettanto sensibile, che ha già scritto per noi, ha voluto ricordare quel momento, con le note, che di seguito pubblichiamo, che sono consone, inoltre, alle riflessioni proprie della vicina ricorrenza del 18 marzo, Festa patronale savonese di Nostra Signora di Misericordia. (Giorgio Siri)

 

La cittadina, Celle Ligure. La famiglia: Bruno, con la moglie Sabrina e i figli Alessandro, Serena, e Giorgia Damonte. Ma cosa stai dicendo? Una cosa molto semplice, eccola: come una comunità può far del bene ad una famiglia partecipando ai suoi patimenti, così come alle sue gioie. Celle si è letteralmente stretta, ha abbracciato fisicamente e spiritualmente la famiglia di Giorgia. E’ bene chiarire che quando diciamo “compatire”, stiamo proprio dicendo “Patire Con”, quindi un segno positivo, un “accomunarsi”, un partecipare al dolore. In sostanza, il sentimento Cristiano quello dell’amore, del non lasciar soli gli altri ma – anzi – far loro sentire la nostra genuina vicinanza. Questo sentimento e questo modestissimo appunto, faranno piacere alla piccola Giorgia ora in Paradiso, che si domanderà :”Ma chi è quello che sta parlando della mia cittadina e della mia famiglia?”. Ed ha ragione la piccola Giorgia, perché “quello” è il sottoscritto, uno che ha anche sofferto e quindi imparato tanto dalla vita, e crede di aver capito che condividere le gioie ed i dolori è un onore, più che un dovere. In altre parole: i genitori, i fratelli, zia Grazia, gli zii, i cugini di Giorgia, hanno sofferto e soffrono. Il peso è grosso, ma patendo assieme (ConPatire), il peso viene ripartito in tutta la cittadina. Di Giorgia sappiamo quasi tutto, l’ottimo articolo di Silvia sul Secolo ha centrato il problema. Il sottoscritto – il classico milanese che c’entra come un fico secco in questa cordiale cittadina-, ha ascoltato e condiviso i “segni” lasciati da Giorgia: Il coma, la sua visita in Paradiso, il ritorno,il desiderio di sorbirsi un te, l’arrivederci ai parenti, il sorriso con le infermiere e lo straordinario saluto in Paradiso, alla mamma di Gianni Damele. Insomma, teniamoci stretta Giorgia, un collante per le quotidiane piccole rivalse ed angosciate che tutti viviamo. Celle vuole essere allegra, serena perché sa che Lassù, in alto, c’è una concittadina che senz’altro pregherà per ognuno di voi. Ed anche – ne sono convinto -, per il sottoscritto. Infine una nota, l’impossibilità di descrivere cosa Giorgia abbia visto in Paradiso. Questa è anche la costante delle apparizioni di Medjugorje. Per quanto i veggenti tentino di descrivere la bellezza di Maria Santissima, siamo sicuri che – come la vedono loro – per noi non è possibile. Per ora, perché grazie a Dio, verrà il giorno in cui tutti saremo nella Luce e vedremo Gesù e Maria e Giuseppe. E la piccola Giorgia, ci aprirà la porta del Paradiso. Col sorriso.

Gianni Romolotti

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