Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Respinto il ricorso per le ex aree Balbontin

Dura da quindici anni una battaglia legale che si combatte su 305 metri quadrati di aree ex Balbontin, nell’Oltreletimbro, accanto al nuovo complesso immobiliare realizzato da Progetto Ponente (Arte Savona). E’ un contenzioso giudiziario che vede contrapposti il ministero delle Infrastrutture e Trasporti da un lato, e i proprietari del terreno: Clara e Liliana Taramasso (come eredi dell’ing. Giulio Taramasso), Egidio Sonego (come erede dell’imprenditore Giovanni Sonego) e Carlo Picciocchi (come erede dell’imprenditore Pietro Picciocchi, già presidente della Camera di Commercio di Savona).

Quindici anni attraversati da sentenze di giudici diversi, dal Tar Liguria al Tribunale, per una causa sostanzialmente di risarcimento danni per un esproprio che probabilmente non si doveva fare. Ora si è pronunciato, su sollecito del gruppo di eredi savonesi, il Consiglio di Stato, che ha sostanzialmente respinto il ricorso pur riconoscendo che i ricorrenti hanno diritto a chiedere al Ministero, in altra sede, un ulteriore risarcimento danni oltre a quello che gli era già stato riconosciuto dai giudici precedenti. Le spese di giudizio sono state compensate.

La vicenda riguarda le aree ex Balbontin di proprietà Taramasso, Sonego e Picciocchi, che il Ministero aveva espropriato nel 1995 per costruire la nuova caserma dei carabinieri. I lavori erano subito cominciati: fondazioni, piano interrato, il solaio del primo piano. Poi tutto si era bloccato perché per ospitare i carabinieri era stata scelta un’altra soluzione. Ma il Ministero aveva tardato a restituire il terreno, anzi si era andati avanti con diverse proroghe. Il decreto di esproprio veniva annullato nel 2002, ma i proprietari reclamavano un risarcimento e la demolizione delle opere eseguite. Però erano subentrate delle complicazioni, comprese quelle legate all’avvio dell’inkiziativa di Progetto Ponente, proprio al confine con il terreno in questione. Nel 2008 il Tar Liguria dovette intervenire per intimare la restituzione, senza che succedesse nulla.

Anzi il Ministero affermava che in pratica le aree erano di nuovo nella disponibilità dei proprietari e che Progetto Ponente aveva provveduto a ripristinare lo stato originario del terreno, in quanto intendeva utilizzarlo come area di manovra dei mezzi di cantiere. Fino a che il Tribunale ha riconosciuto che il Ministero doveva risarcire il danno, ma solo per un periodo limitato e non per l’intero arco di tempo contestato. Ora la sentenza del Consiglio di Stato intende mettere una pietra sul passato, affermando che l’area è nuovamente in pieno possesso dei legittimi proprietari, che non è più possibile chiederne il ripristino perché è passato troppo tempo, che insomma i savonesi ricorrenti dovrebbero mettersi il cuore in pace, anche se – se vogliono – sono abilitati a chiedere qualcosa di più come risarcimento.

Rispondi