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Rifiuti, sempre al centro dell’attenzione

Ecosavona – che non è L’Eco di Savona!! – eserciterà la gestione della discarica del Boscaccio, a Vado Ligure, sino al 20 dicembre 2020 “e comunque sino all’aggiudicazione definitiva del nuovo concessionario”. Lo ha deciso la giunta comunale di Vado Ligure rilevando che la necessità di prorogare il servizio – alle attuali condizioni contrattuali – avviene in forza di quanto stabilito dal consiglio provinciale nell’agosto scorso. Per Waste Italia, controllante di Ecosavona, si tratta della seconda buona notizia nel giro di pochi giorni, dopo che il Tribunale Fallimentare di Milano ha omologato la procedura di concordato preventivo con continuità aziendale, cui la società è sottoposta.

Una proroga attesa anche se non del tutto scontata, tenuto conto che per l’altra discarica comunale della provincia di Savona, la “Ramognina” di Varazze, gli amministratori hanno scelto la strada di un nuovo appalto nonostante la dura opposizione degli attuali gestori. La proroga concessa ad Ecosavona è conseguente alla previsione che contempla, per l’inizio del 2021, con l’attuazione del piano territoriale dei rifiuti, l’affidamento ad un unico gestore delll’intero ciclo di smaltimento della provincia, da individuare con gara pubblica, forse un po’ di saggezza dopo questi anni di follia che, a quanto pare, sono ancora di là da finire. In due anni, però, dovrebbero essere realizzati – oltre a bandire una gara d’appalto che si annuncia complessa – gli impianti che dovranno consentire una gestione efficace ed economicamente sostenibile, compreso il biodigestore che sarebbe installato proprio al Boscaccio.

Proprio per scongiurare i tempi lunghi del nuovo affidamento, il Comune di Vado ha sottolineato l’esigenza che la Provincia di Savona rispetti l’obbligo assunto di provvedere all’avvio delle procedure necessarie all’affidamento, con gara europea – sarebbe un’applicazione della direttiva Bolkestein, che non vuol dire “spiagge” – di progettazione, costruzione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, secondo le previsioni del piano d’area. In tale ottica la Provincia, nell’agosto scorso, si è impegnata a “dare avvio, nel più breve tempo possibile e compatibilmente con le risultanze giuridico amministrative delle verifiche effettuate in merito alla scadenza dell’attuale concessione in essere del servizio di smaltimento rifiuti nella discarica pubblica di Boscaccio, alla procedura di finanza di progetto ad iniziativa pubblica al fine di garantire l’adempimento degli indirizzi contenuti nella pianificazione regionale e provinciale di settore”.

Più recentemente l’Amministrazione provinciale ha comunicato al Comune di Vado Ligure di aver adottato “i primi concreti atti” finalizzati all’indizione della gara d’appalto dei servizi di architettura e ingegneria relativi alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’impiantistica prevista dal piano dei rifiuti.

Se a Vado si ride – anche un po’ sotto i baffi – a Stella invece si piange: la società Comet Recycling di Stella non potrà più ricevere rifiuti nella propria discarica di località Sansobbia fino a quando i volumi degli stoccaggi non saranno ricondotti “e stabilmente mantenuti” entro i quantitativi previsti dall’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Savona nel 2016. La sospensione dell’attività è accompagnata dalla diffida a smaltire e recuperare i rifiuti in eccesso presenti nell’impianto entro il 31 marzo del 2019. Se a quella data la situazione non sarà riportata alla normalità l’autorizzazione sarà definitivamente revocata.La linea dura della Provincia – che a quanto a linea dura bisognerebbe adottarne, per altri motivi, anche con la stessa – fa seguito ad una serie di controlli eseguiti nel corso dell’anno dal Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Genova. La prima segnalazione è del giugno scorso, con la quale venivano comunicate le inosservanze alle prescrizioni contenute nell’autorizzazione del 2016. Il gestore della discarica aveva cercato di rimettere in sesto l’impianto, ottenendo così una proroga sino a fine novembre per mettersi in regola. Ma all’inizio di dicembre, i Noe – Nucleo Operativo Ecologico – dei Carabinieri, nel corso di un altro controllo effettuato su incarico della Procura e dell’ Arpal, accertavano la presenza di una quantità di rifiuti molto superiore a quanto prescritto dall’autorizzazione, pregiudicando la corretta gestione dei rifiuti e “determinando contemporaneamente una situazione di rischio, in specie per il pericolo di incendio, non estraneo alla storia recente dell’azienda”.Ma le colpe sono di come è stata impostata la raccolta dei rifiuti e qualcuno ce l’ha, ben di più della Comet Recycling!

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