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ATTUALITÀCRONACASAVONA

Rigassificatore e inceneritore

La strana coppia che mina lo sviluppo virtuoso di Savona e della Valle Bormida

 

Non sarebbe onesto intellettualmente se non confessassi  che da due giorni (Sentenza di assoluzione per Disastro Ambientale degli ex 26 Manager di Enel e Tirreno Power) “non hanno commesso il Reato”, non dormo molto la notte, perché assai preoccupato per la piega che potrebbe prendere questa innovativa, anomala, atipica e particolare onda crescente che pare caratterizzare i No al Rigassificatore nel nuovo Porto della Piattaforma Multipourpose( gestita dai Cinesi) di Savona Vado e all’Inceneritore previsto nelle aree industriali “pregiate” di Ferrania.

Perché non vi é alcun dubbio (almeno per la mia valutazione di ragion critica) che i due Impianti impattanti l’ambiente, siano legati da un fil rouge (chiudere la catena del ciclo dei rifiuti) e non siano affatto giustapposti nelle Volontà strategiche (e non) del Governo di Picchetto Frattin, nella Regione di Giovanni Toti, nella Provincia di Pierangelo Olivieri e nei Comuni che per ora tacciono, ma da tempo navigano sott’acqua e tessono le reti del sottobosco di potere e delle cosiddette compensazioni.

Non mi stupirebbe affatto (absit iniura verbis) se, tra un po’ di mesi, venissimo a sapere, non dico di un patto “scellerato”, ma di un qualche interesse recondito della diffusa malavita mafiosa sulle due grandi Opere che, giocoforza, andranno a segnare il futuro “vizioso” della crescita della Città e della Valle.

Confesso, anche,  che mi fanno riflettere (e una tanticchia preoccupare) le articolate complesse novità che sono connaturate alla crescita esponenziale, quasi spontanea, di un movimento di lotta davvero difficile da incasellare, decodificare, spiegare con i vecchi occhiali della vecchia politica politicante.

Tra la tastiera degli “aggettivi” che la Treccani mi mette a disposizione nei sinonimi di “innovativo”(rinnovatore, riformatore progressista, ammodernatore), scelgo ed investo sull’aggettivazione “progressista”! Cosi vorrei definire il movimento di Popolo, articolato e composito, fatto di risorse di Donne e Uomini di ogni fede, religione, razza, appartenenza politica, giovani, diversamente anziani, vecchie e vecchi che crescono, lievitano, tenendosi per mano, attorno all’obiettivo unificante, di sintesi dialettica delle antiche tesi e antitesi superate sulla ambientalizzazione del nostro territorio e sulla crescita sostenibile alimentata dal nostro mare, dal nostro nuovo Porto, dal Turismo di Qualità.

Balza immediatamente agli occhi una straordinaria novità anche rispetto alla storia delle lotte del movimento operaio, studentesco e sindacale dal dopoguerra ad oggi: l’assenza totale dei Partiti Storici della Sinistra, del Centro e della Destra.

Il Movimento non solo ha messo a tacere i Partiti, ma li ha seppelliti per la loro cronica incapacità di decodificare i processi reali, cogliere le novità ed essere avanguardia.

Per dirla con Antonio Gramsci i Partiti storicamente dati non sono più in grado di essere “Soggetti collettivi ed egemoni” di cambiamento e di innovazione.

I Partiti, insomma, non sono più in grado si esercitare il ruolo di “intellettuale organico”, ridotti come sono a semplici centri di potere e di spudorate (non sempre ma spesso) clientele.

C’è in questo mio giudizio critico una presa d’atto dei Partiti storici tutti come Zombie vegetali; un discrimine, una separatezza, un diaframma che non ha più alcuna opportunità e possibilità di virtuosa ricomposizione.

Epperò qui c’è un vulnus sensibile per Chi, come me, vorrebbe riconoscersi appieno nel Movimento: i Partiti e le Istituzioni che sono l’espressione della Governance territoriale titolare delle scelte e delle priorità di investimento, non sono neutre e si pone un delicato problema di relazione, interlocuzione e negoziato….perché depositarie della sovranità popolare.

In secondo luogo i tempi! Sarebbe deleterio illudere e illudersi di una vertenza “veloce” sul  Rigassificatore di Savona Vado e sull’Inceneritore di Ferania. Sarà,  invece, una “lunga” vertenza sociale e politica fatta anche di stop and go! Una vertenza temporale di almeno due anni che avrà nelle Elezioni Europee e Regionali Liguri due tappe decisive per vincere.

In terzo luogo intravedo una criticità spessa di egemonia, di leadership, di rappresentanza nell’esercizio della democrazia diretta; nonché  di competenze e di capacità negoziali con i Governi nazionale, regionale, comunale e con l’impresa Snam …che mi preoccupano assai.

Vorrei sbagliarmi, ma il Team che attualmente si trova oggettivamente a scegliere e dirigere rischia la dispnea e il salto dei nervi.

Ci sono “dentro” troppe risorse che più che l’obiettivo del No alla Tundra Rigassificatrice, mi sembrano più interessati a saldare qualche conto in sospeso con la vita di chi si espone e troppo pronto ad utilizzare il Lapis rosso blu con le Persone che forse hanno l’unica colpa di fare a Lui o a Loro un po’ di ombra. Che dire? God save the movement for our sea!

#noalrigassificatore #noallinceneritore

Bruno Spagnoletti

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